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DamanhurSingolare città della settaria nel cuore del Piemonte, Damanhur si autopresenta nella propria Costituzione come società completa e autonoma, autarchia economica, scuole interne di ogni ordine, un quotidiano e un telegiornale... uno Stato nello Stato. II Sito Web di Damanhur fornisce molte informazioni sulla comunità situata in Piemonte e famosa in tutto il mondo per il Tempio sotterraneo. Una volta nato, il bambino damanhuriano viene accolto dalle istituzioni della comunità che si fanno carico della sua istruzione e educazione. Dal Sito Web di Damanhur apprendiamo “che l’importanza data negli anni all’educazione dei figli ha portato in Damanhur alla creazione, all’interno delle comunità, di quattro strutture scolastiche che coprono le fasce della prima infanzia e della scuola del1’obbligo: le scuole nido, materna, elementare e media. La scelta di avere scuole direttamente gestite nasce da esigenze diverse: innanzi tutto, desiderio di una scuola che non solo formi individui autonomi, come ...

... anche questi giovani individui autonomi di formarsi realmente secondo le loro inclinazioni. Altri elementi che ci portano alla scelta della scuola interna (scelta effettuata nell’anno 1986/87, con il primo corso elementare) sono la garanzia di produrre un insegnamento non condizionato dai mass-media e da centri di potere politico, culturale e morale.

E’ volontà della scuola di impartire ai piccoli un insegnamento che, pur nelle caratterizzazioni derivanti dalla societa di cui la scuola e frutto, sia apolitico, pluralista e di disponibilità totale verso qualunque orientamento successivo, personale e professionale degli allievi. Dal punto di vista pratico, l’insegnamento personalizzato è un preciso intento della scuola damanhuriana”.

Dunque, la scuola damanhuriana sarebbe esente dai condizionamenti dei “centri di potere” che invece influenzerebbero la scuola pubblica. Ci si potrebbe chiedere se all’interno di questa scuola, tuttavia, non potrebbero esserci altri tipi di condizionamenti, dato che pare improbabile che una scuola, qualunque essa sia, non condizioni i suoi alunni semplicemente per il fatto che trasmette loro dei valori e l’istruzione, di per sé, non può mai essere totalmente neutra. Le scuole damanhuriane sarebbero dunque diverse da quelle pubbliche, che avrebbero la caratteristica di essere politicizzate, esclusiviste e restrittive verso gli orientamenti successivi, personali e professionali degli alunni.

Inoltre, la scelta di creare una scuola interna e collegata alla necessità di non rimanere vittima di restrizioni didattiche dovute a cause contingenti soprattutto, questa è stata la naturale conseguenza dello svilupparsi di Damanhur. Infatti, una collettività che, voglia configurarsi come società completa, autonoma e talmente evoluta da essere a sua volta propositiva, non delega ad altri la fascia dell’educazione familiare e scolastica perché non esisti identificazione priva di cultura, arte e educazione. La formula attualmente adottata e quella della scuola familiare aperta a chiunque voglia condividere un originale progetto educativo: la scuola damanhuriana non si rivolge solo ai piccoli delle comunità, ma è aperta ad ospitare ragazzi provenienti dagli ambienti più diversi.

C’è da chiedersi se le restrizioni didattiche di cui si parla non siano forse i programmi ministeriali ai quali tutte le scuole italiane sono tenute ad attenersi, e se le sperimentazioni di Damanhur abbiano seguito lo stesso iter di tutte le altre, con le necessarie approvazioni da parte del Ministero della Pubblica Istruzione che spesso rendono molto difficili le innovazioni in campo didattico. Sarebbe, inoltre, molto interessante sapere quanti bambini non damanhuriani frequentano le scuole di Damanhur, visto che si dice espressamente che esse sono aperte anche a bambini provenienti da altri ambienti.

Altro aspetto interessante della vita di questa comunità è l’esistenza di un sistema informativo interno con giornali e telegiomali: Il giornale quotidiano, QDq, “ Qui Damanhur quotidiano”, esce tutti i giorni ad almeno otto pagine. La presenza di un quotidiano è indispensabile visto il notevole numero di cittadini ed attività: senza il quotidiano sarebbe impossibile conoscere cosa avviene in Damanhur da parte di tutti.

II QDq è un giornale che può vantare di essere scritto dai lettori stessi e contiene settimanalmente i vari inserti o rubriche curati dalle Comunità damanhuriane e da alcune Vie. II TgQuetzal settimanale e un telegiornale interno settimanale, per le televisioni a circuito chiuso e raccoglie filmati sulle cose più significative avvenute durante la settimana. Viene da chiedersi se i damanhuriani abbiano accesso anche alle informazioni provenienti dai telegiornali trasmessi dalle televisioni dei poveri mortali, cioè dei cittadini dello Stato Italiano, quelli trasmessi dalle televisioni pubbliche e private, che diffondono “informazioni” normali sul “povero” mondo normale, privo di sogni, che si trova al di fuori delle “mura” damanhuriane.

A Damanhur esiste anche un vero e proprio sistema sanitario indipendente: le donne di Damanhur partoriscono in casa e i loro bambini possono anche non vaccinarsi. La medicina è quella alternativa e naturale e si propugna un grande rispetto per la natura e il corpo umano. I percorsi terapeutici - utilizzati da persone di tutto il mondo che scelgono Damanhur come luogo di rigenerazione e di cura - abbinano alle cure tradizionali terapie come la pranoterapia, fitoterapia, fonocromoterapia, circuiti e spirali, cabine e microattrattori, utilizzo delle sale del Tempio dell’Uomo, ipnosi, sogni, ricerca delle personalità, agopuntura, massoterapia [...]. Damanhur ha molti elementi che contribuiscono alla terapia dell’individuo: anche il territorio è considerato sacro, poichè è attraversato da importanti flussi energetici ed è curato e rispettato come tempio. Abitarvi o permanervi per un periodo rende più efficace qualsiasi trattamento terapeutico...».

II Popolo di Damanhur si autodefinisce come «società completa, autonoma e talmente evoluta da essere a sua volta propositiva» e, come tale, si è organizzato con una sua Costituzione che è la legge del popolo stesso. «La Popolazione si ispira agli insegnamenti di Oberto Airaudi, Fondatore della Scuola di Pensiero Horasiana e si impegna a rispettare e ad osservare tutte le norme della presente Carta. Dalla creazione di una Tradizione, di una cultura, di una Storia e di un’etica comuni nasce il Popolo. L’adesione alla Nazione e al Popolo avviene su livelli differenti, corrispondenti alla scelta e all’impegno dell’individuo». Dopo questa dichiarazione d’intenti nel Sito Web di Damanhur sono elencati i 21 Principi della Costituzione. Molto interessanti sono i seguenti articoli:

12. «Il Cittadino si impegna a contribuire con le proprie risorse, con il proprio lavoro e in ogni altro modo al mantenimento economico di tutta la Nazione la quale, con il fondo comune, provvede al sostentamento e alle varie esigenze dei suoi componenti.

Tutti coloro che in ogni caso lasciano la Popolazione non possono avanzare alcuna pretesa di carattere economico nei confronti di essa e non hanno diritto a quanto in essa versato...» Questa disposizione sembra quasi voler “scoraggiare” chiunque desiderasse lasciare la comunità. 3. «I Cittadini che tra loro desiderano intraprendere un rapporto di coppia ne fanno pubblico annuncio alla popolazione. La coppia, attraverso una pubblica cerimonia, si impegna a realizzare un’unione solida e utile alla Comunità. La Popolazione applica la programmazione delle nascite».

E cosa accade se un damanhuriano si innamora di una non damanhuriana? La comunità in questo caso “benedirebbe” il matrimonio? Non risulta molto chiaro, inoltre, in che modo le coppie si impegnano a “realizzare un’unione solida e utile alla Comunità”, ma, certo, questa espressione lascia intravvedere che il fine di qualsiasi evento nella Città della Luce è il bene della collettività. Ci si potrebbe chiedere se il “benessere collettivo”  non comporti, e in che misura, il sacrificio del “benessere individuale” o, come in questo caso, del “benessere di coppia”.

Per quanta riguarda la “programmazione delle nascite” i damanhuriani affermano: «Nella Costituzione di Damanhur è prevista la programmazione delle nascite per garantire ai nascituri i fondi e gli spazi - scuole, trasporti, strutture sportive – che forniscano quanto loro necessita. Le Comunità, infatti, aiutano i genitori a mantenere i figli fino all’università e per questo motivo devono poter valutare quanti piccoli sono da considerare ogni anno nei loropiani economici. Normalmente, quando una coppia desidera un figlio in tempi brevi, lo comunica al Presidente della sua Comunità in modo che il piccolo in arrivo sia previsto e riceva da subito un aiuto economico.

I genitori che non sono interessati a ricevere questo aiuto, oppure quelli che si trovano all’improvviso ad aspettare un piccolo, possono naturalmente lo stesso avere figli, ma in questo caso le Comunità non possono garantire un sostegno economico. La maggior parte dei genitori damanhuriani, comunque sceglie di avere un figlio e comincia a prepararsi per questo importante evento ancora prima che il piccolo sia concepito». Si tratta, dunque, di un controllo ferreo delle nascite: esse devono essere programmate, se i genitori vogliono usufruire degli aiuti economici della comunità. In caso di concepimenti inaspettati i genitori che non hanno programmato rischiano di non avere gli aiuti economici. Questa spiacevole conseguenza molto probabilmente servirà da stimolo, per tutte le coppie di Damanhur, a rispettare le “regole” della comunità anche in questo ambito così personale e privato.

16. «La Popolazione si ispira agli insegnamenti di Oberto Airaudi, fondatore della Scuola di Pensiero Horusiana, e si impegna a rispettare e ad osservare tutte le norme delle presente Carta. Dalla creazione di una Tradizione, di una cultura, di una Storia e di un etica comuni nasce il Popolo. L ‘adesione alla Nazione e al Popolo avviene su livelli differenti, corrispondenti alla scelta ed all’impegno dell’individuo».

17. «Il massimo organo direttivo della Scuola di Pensiero e della Popolazione è rappresentato dalle Guide. Esse garantiscono il costante perseguimento degli scopi ideali e delle finalità spirituali in ogni manifestazione della vita comunitaria, sovrintendendo ai Corpi. Indirizzano e coordinano le scelte aventi a oggetto materie di interesse sovracomunitario. Sono elette periodicamente dagli appartenenti a Meditazione secondo le regole determinate all’interno di essa. Il parere unanime espresso dalle Guide ha carattere vincolante per qualsiasi individuo, gruppo od organo della Popolazione. In casi gravi di necessità o urgenza, esse possono adottare ogni specie di misura e provvedimento [....]».

19. «Le funzioni inerenti al controllo sull’osservanza dell’ordinamento normativo sono esercitate dal Collegio di Giustizia. Ogni cittadino e tenuto a rispettarne le decisioni. II Collegio di Giustizia può sospendere e annullare gli atti illegittimi emanati da altri organi, istruisce e definisce i procedimenti disciplinari, decide su ogni e qualsiasi motivo di contrasto tra gli appartenenti alla Popolazione». Si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un’organizzazione gerarchicamente strutturata, nella quale pochi hanno il “potere” decisionale e questi pochi vengono eletti a loro volta da un gruppo ristretto. II fatto di poter “adottare ogni specie di misura e provvedimento o di poter sospendere e annullare gli atti illegittimi di poter istruire e definire procedimenti disciplinari, decidere su ogni e qualsiasi motivo di contrasto tra gli appartenenti alla popolazione, lascia l’impressione di un controlloo diretto e attento sui singoli cittadini di Damanhur e fa quasi pensare ad una specie di tribunale interno del quale rimane misterioso il funzionamento, così come non è chiaro quali potrebbero essere le eventuali sanzioni o procedimenti disciplinari per chi trasgredisce le regole. Rimane anche incerto il modo in cui il Collegio di Giustizia fa rispettare le leggi, e chi applica i procedimenti disciplinari: forse esiste un corpo di polizia apposito?

Cercando un modo per definire il Popolo di Damanhur un po’ lontano dalle speculazioni e dalle teorie, dopo aver navigato nel Web ed aver conosciuto in modo virtuale questa comunità, concluderò con l’invito al lettore a scegliere tra la definizione che il Popolo da di se stesso «societa completa, autonoma e talmente evoluta da essere a sua volta propositiva», e quella data dal Rapporto di Polizia un’organizzazione che ambisce ad assumere le caratteristiche di uno Stato nello Stato».

Sintesi a cura di Don Marcello Stanzione

 
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