Aborto |
Un’altra piaga purulenta della moderna società è l’aborto, cioè l’uccisione del bambino nel seno materno. Ad ogni aborto avviene l’uccisione di un bimbo. L’aborto consiste nello strappare dal seno materno un bimbo che non è capace di vivere fuori del grembo. L’essenza dell’aborto sta nella separazione violenta del bimbo dal seno materno cosicché il bambino viene ucciso. L’aborto si distingue dall’infanticidio perché questo ultimo si ha con l’uccisione del bimbo già maturo sia quando ancora è chiuso nel seno materno, sia durante il parto, sia dopo il parto. C’è un particolare che rende l’aborto ancora più odioso: si vuole uccidere all’oscuro, nel grembo materno; non si vuole guardare in faccia il bimbo e lo si pugnala da traditori ancora più spregevoli nell’ombra. L’aborto era già praticato dai medici pagani, sia greci che romani. Con l’avvento del Cristianesimo tale pratica pagana venne severamente riprovata. La Chiesa aggravò le pene per l’aborto e riuscì ... ... ad estirpare questo nefando delitto. Dopo diversi secoli di relativo silenzio, con il rifiorire del paganesimo nel periodo dell’umanesimo (sec. XV), la questione dell’aborto si risollevò un’altra volta, ma ne venne riaffermata la gravissima illiceità. Nel secolo XIX e molto più nel presente secolo, tempo nel quale la società si è impregnata completamente di paganesimo, la questione dell’aborto è esplosa in forma più virulenta, tanto che in molti stati, cxnnpresa l’Italia, si è arrivati a legalizzare l’aborto. La Chiesa, per il mandato del suo Fondatore Gesù Cristo, ha parlato chiaro dichiarandone solennemente l’immoralità e rinnovando la sua condanna. Recentemente il Conncilio Vaticano II (Gaudium et Spes - 51c) ha condannato con molta severità l’aborto: «La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura: l’aborto e l’infanticidio sono abominevoli delitti». Ecco una pagina scritta dal P. Werenfried van Straaten, il grande apostolo olandese che ha impegnato la sua vita nel soccorso dei fratelli più bisognosi. «Quanti uomini e quante donne dovrebbero chinare la testa quando si narra l’antica storia della stra«ge degli Innocenti (Mt. 2:16-18)! I bambini vennero strappati dalle braccia delle madri di Betlemme. Alcune di queste madri morirono perché la spada colpì loro per prima. Altre morirono perché il cuore di una madre facilmente si spezza quando vede morire il suo bambino. Ma voi, migliaia di padri e di madri nell’Occidente Cristiano, che cosa avete fatto? Non avete voluto udire neppure il pianto del vostro bambino. Voi avete tramato in silenzio e comprato un libro nel quale si descrive per filo e per segno come potervi premunire dal fardello dei figli». Vi siete incamminati sul sentiero dell’assassinio e avete ucciso o fatto uccidere quello che già aveva incominciato a vivere nel vostro grembo. L’avete fatto per salvarvi la linea? L’avete fatto per rimanere ancorati alla vostra balorda sicurezza borghese? L’avete fatto perché vostro marito era un buono a nulla che vi bramava come amante, ma non teneva alla vostra maternità? L’avete fatto spinte dal vile timore delle preoccupazioni, del dolore, delle responsabilità? O Pavete fatto perché sviate e ingannate dalle chiacchiere di falsi profeti, di dirigenti dimentichi dei loro doveri, o di un pugno di teologi usciti fuori dalla carreggiata? Eccovi dunque: un albero sterile del quale è scritto che dovrà essere abbattuto (Lc. 13:6-9); un fiore senza seme, un essere senza scopo, un’anima piena di vergogna. Il nome di Erode è rimasto maledetto fino ai nostri giorni. Ma ai nostri giorni non occorre più un Erode per assassinare i bambini innocenti. Oggi si trovano dei medici disposti ad uccidere per un pugno di monete d’argento. Quando le madri assassinano i loro bambini, il mondo è maturo per la maledizione di Dio». Riesce incomprensibile che mentre politici, sociologi, filantropi si battono per il terzo mondo, si battono per salvare milioni di bambini dalla fame e dalla morte, chiedano poi, anzi pretendono che si consenta di sopprimere tranquillamente le nuove vite in seno alla madre. Hanno abolito la pena di morte per i criminali ed hanno introdotto, mediante la legge dell’aborto, la pena di morte per i bambini innocenti e indifesi! Si tuona contro le barbarie dei lager, dei campi di sterminio, camere a gas, forni crematori, torture, esecuzioni capitali, massacri di ogni genere. Però s’invoca e si legalizza l’assoluta impunità per quest’altro massacro ancora più odioso e più crudele perché compiuto su persone del tutto indifese. P adre Pio da pietralcina, assertore dell’Enciclica Humanae vitae» del Papa Paolo VI, scacciava via dal suo confessionale, indistintamente, tutti coloro che praticassero sistemi anticoncezionali. Aborto: i pretesti per uccidere 1) Pretesto eugenico - Si giustifica la soppressione dei bimbi nel seno materno per impedire quella prole che nascerebbe con malattie o debolezze ereditarie. Si può rispondere che anche i sub-normali, come ogni persona umana, riflettono l’immagine di Dio, anzi somigliano di più a Gesù che per noi è arrivato a farsi «verme» (Ps. 21:7) e un «lebbroso» (Is. 53:4). Inoltre bisogna dire che sarebbe da inumani uccidere i bambini minorati che sono i più bisognosi del nostro aiuto. Proprio perché essi si trovano in condizioni di inferiorità fisica o psichica o intellettuale, vanno amati con amore più generoso. Chi si procura l’aborto sa solo uccidere anziché amare. 2) Pretesto sociale - Si dice: è lecito sopprimere la vita innocente dei bimbi per combattere l’esplosione della natalità, il sovrappopolamento della terra e si portano tutti i pretesti per non avere figli, o tutt’al più, uno o due. Si avanzano previsioni e statistiche allarmistiche per il 2000, quasicché domani dovessimo morire letteralmente di fame. Giustamente Herder Camara in un’intervista del 27-1-1981 alla TV italiana disse: « In America molti agricoltori vengono pagati per non produrre cereali; in Europa una immensa quantità di frutta negli ultimi anni è stata macinata per mantenere il prezzo della rimanente, invece di darla al terzo mondo, che non poteva pagarla. In India nel 1960, mentre morivano di fame 60 milioni di poveri, erano conservati nei magazzini dei commercianti 20 milioni di tonnellate di riso. In India e nell’America Latina il 5% della popolazione possiede più di un terzo di tutte le terre. In Olanda con un terreno pro capite dieci volte inferiore a quello che può avere un indiano, la produzione basta per mantenere la popolazione e si esportano delle eccedenze. «Non c’è», concludeva Herder Camara, «una esplosione demografica, ma una esplosione di egoismo e di ingiustizia». Basterebbe poi notare che le famiglie meno numerose o senza figli sono proprio quelle dei ricchi e dei benestanti. Perdippiù, a causa dileggi demagogiche dettate dai sindacati, una immensa quantità di terre sono abbandonate. Tanti braccianti agricoli ai quali venivano offerte, con l’aiuto dello stato, delle terre a buon prezzo e così divenire coltivatori diretti, non hanno accettato perché da braccianti agricoli guadagnavano di più. Se poi nel mondo si coltivasse razionalmente la terra e si coltivassero quell’85% di terre ancora incolte, la terra potrebbe dare da mangiare almeno a 40 miliardi di persone. Né parliamo delle infinite possibilità che potrà dare domani la coltivazione dei mari, mediante la produzione di quel tipo di alghe, ricchissimo di proteine, dalle quali i Giapponesi producono già su scala industriale farina alimentare. Se Dio Padre si occupa delle piante e degli animali, — dice Gesù — quanto più non si preoccupa dei bambini creati a sua immagine e somiglianza? (Lc. 12:2-3O). Siamo davvero «gente di poca fede» (Mt. 6:30). 3) Pretesto terapeutico - Si dice che bisogna sacrificare il figlio quando c’è il pericolo per la salute della madre. La nascita di un altro bambino procurerebbe una perdita di salute o addirittura la morte della madre, quindi è meglio uccidere il figlio. In questo sembra che ci sia teoricamente un’apparenza di bene, poiché si parla di protezione della vita della madre. Sembra che si sia posti nella necessità di scegliere fra l’uccidere un essere o l’ucciderne due, concludendo che è più giusto ucciderne uno solo (il fìglio) perché è male minore. Questo è un inganno perché si tratta dì scegliere tra l’uccidere e il non impedire la morte, tra l’uccidere con le proprie mani un essere innocente e il non impedire che muoiano tutti e due. — La prima scelta è un male morale, la seconda scelta non è un male morale. Il primo male, essendo un male morale, è il più grande, perché si trasgredisce il Comandamento di Dio: Non uccidere. Il secondo in realtà non è un male perché, sia nell’eventualità che si salvi la vita della madre e del bambino, sia nell’eventualità della morte di entrambi, si dà testimonianza di amore a Dio ubbidendo ai suoi Comandamenti. Solo questo è il vero amore, come dice Gesù: « Se mi amate, osservate i miei comandamenti» (G. 14:15). Al riguardo quale esempio ci ha dato Giovanna Beretta Molla, beatificata il 24 aprile 1994. La signora Giovanna Beretta, nata a Magenta il 4 ottobre 1922, si era laureata in medicina nel 1949 e specializzata in pediatria tre anni dopo. Nell’esercizio della professione predilesse i bambini poveri. Sposatosi con l’ingegnere Molla nel 1955, ebbe tre figli. Quando si presentò la quarta maternità si manifestò un tumore che avrebbe messo a rischio la vita della madre. Nella piena coscienza della situazione, date anche le sue cognizioni mediche, si dichiarò pronta a tutto pur di salvare la vita della sua nuova creatura. Il 21 aprile del 1962 nasceva una bambina e sette giorni dopo Giovanna moriva. — Cristianesimo vissuto integralmente! 4) Pretesto psichico - Si dice che l’aborto sarebbe lecito per risparmiare alla madre la tensione nervosa della gravidanza, del parto ed anche dell’assistenza del neonato. Ma è facile rispondere che il nervosismo, se non si prendono efficaci rimedi contro di esso, è un elemento tale da poter rientrare in qualsiasi dovere o impegno della vita quotidiana. Può forse un insegnante dispensarsi dal compiere il dovere di scuola, solo perché è nervoso? Significherebbe il caos e la rovina di ogni struttura sociale. Nulla più potrebbe reggersi o essere garantito. Se questo pretesto psichico dovesse ritenersi valido per abortire, sarebbe il pretesto a portata di mano di chiunque voglia disfarsi di un figlio. 5) Pretesto etico - Si dice che è lecito sopprimere un bimbo che è stato concepito a seguito di una violenza carnale. Il caso è veramente triste, ma bisogna rispondere che non si può aggiungere delito a delitto. In simile penosa condizione è una dolorosa necessità che la maclre si accolli le conseguenze della violenza carnale subita, perché non può essere lecito sbarazzarsi di un male morale per mezzo di un altro male, anch’esso grave qual’è l’assassinio di una vita innocente. Non perché c’è chi fa il male a me, io posso fare del male a un terzo innocente. La soluzione di questo caso esige veramente eroismo, ma Dio solo sa quanta ricompensa merita chi rispetta la vita innocente anche in una situazione del genere. ABORTO DIRETTO Si ha l’aborto diretto ogni qualvolta viene interrotta la gravidanza uccidendo direttamente il bambino nel seno materno per qualsiasi motivo (ad esempio per salvare la vita della madre o per disfarsi di un tiglio ecc.). Ogni caso di aborto diretto è sempre vietato dal costante insegnamento della Chiesa, perché si tratta di un vero omicidio, di un terribile delitto contro un piccolo innocente che non può difendersi dalla mano assassina. Questo insegnamento costante della Chiesa «non è mutato ed è immutabile» ha detto il Papa Paolo VI il 9 dicembre 1972. Il Concilio Vaticano Il aveva già solennemente ribadito: « Dio, Padre della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggerla: missione che deve essere adempiuta in modo umano. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura, e l’aborto come l’infanticidio sono abominevoli delitti» (Gaudium et Spes - 51c). Anche l’aborto procurato, perché si ritiene che il bimbo chiuso in grembo non sia vitale, non è ammesso dalla morale cattolica. Tale divieto si fonda soprattutto sulla costatazione che tale certezza (la morte del bimbo nel seno) è sempre relativa, per cui molte volte si ritiene morto il bimbo mentre poi risulta che era vivo! Inoltre bisogna salvare il principio che non si può mai accorciare la vita a nessuno, neppure a chi è destinato per grave infermità a perderla entro breve tempo. ABORTO INDIRETTO L’aborto indiretto si ha quando il medico opera un intervento clinico o chirurgico su una donna gravida per motivi sanitari del tutto indipendente dallo stato di gravidanza della donna, e tale intervento produce la morte del bimbo soltanto come effetto collaterale, cioè secondario, non voluto. Ad es. il medico interviene necessariamente per asportare l’utero affetto da cancro e in questo caso c’è un bambino in gestazione. L’aborto indiretto è moralmente lecito quando il medico non vuole uccidere il bimbo per salvare la madre, ma vuole e deve effettuare l’intervento necessario ad eliminare un male dell’organismo; ciò facendo, come effetto non voluto anche se previsto, consegue la morte del bimbo. In questo caso non c’è colpa perché l’intenzione e l’azione del medico non colpiscono direttamente il bambino, ma il cancro; non vogliono eliminare- il bimbo, ma il tumore. La morte del bimbo quindi è una dolorosa conseguenza non voluta, e spesso tragica per la madre. L’aborto è sempre illegale Solo Dio è l’origine e il fine della vita umana. La vita umana è vigilata dall’amore di Dio (Gn. 4:10), ed è difesa dal Comandamento divino: «Non uccidere» (Es. 20:13 - Mt. 5:21). Perciò nessuna legge civile può pretendere di legalizzare l’aborto e renderlo moralmente lecito, perché violerebbe un Comandamento di Dio e approverebbe un abominevole delitto. Le parole del Vangelo: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie Me» (Mc. 9:37), indicano chiaramente quale debba essere la condotta dei coniugi cristiani nell’accettare ogni nuovo figlio. L’accoglienza a un bambino che viene in questo mondo va fatta con la consapevolezza di accogliere un essere umano destinato ad essere, mediante il ricevimento del Battesimo, un figlio adottivo di Dio, partecipe della natura divina (2 Pt. 1:4), amato da sempre dal Padre (Ef. 1:4), e fratello di Gesù Cristo, nostro divino Primogenito (Rom. 8:29). Sesto e Nono Comandamento - Molte volte, si sa, la violazione del sesto e nono comandamento causa la violazione del quinto comandamento. Il sesto e nono comandamento — pecialmente oggi — sono i due comandamenti più calpestati dagli Uomini. Il demonio fa proprio cuccagna con la nostra lussuria. Non per niente la Madonna disse per mezzo di Giacinta di Fatima: «I peccati che mandano più anime all’inferno sono i peccati della carne». E non per niente Dio ha dato all’umanità due comandamenti in materia di castità e di continenza. Anche nei riguardi dell’aborto molto spesso la causa è solo la concupiscenza della carne! La degenerazione della sessualità anziché alla propagazione porta alla distruzione della vita. Non commettere atti impuri — Non desiderare la donna d’altri», dice il Signore, e cioè non profanare il tuo corpo, il tuo cuore, non fornicare, non avere rapporti adulterini, non avere rapporti prematrimoniali. Il frutto di questi peccati può essere il concepimento di un bimbo. Però questo bimbo così concepito non è voluto, non è gradito, anzi è di fastidio e spesso lo si odia a tal punto da ucciderlo per disfarsene. E l’aborto, è l’assassinio dell’innocente. La lussuria, la concupiscenza carnale, l’immoralità e l’erotismo, la nefandezza di comportamento da bruti, la glorificazione della pornografia e della pornocinematografia, del pansessualismo, del nudismo più rivoltante: tutto questo è oggi una realtà cancrenosa che sta putrefacendo la società e sta operando i massacri di milioni e milioni di innocenti ogni anno. A tre anni dell’approvazione della legge 194 sull’aborto, ogni anno gli aborti aumentano in Italia sempre più. Il prof. Luigi Perniola, della Terza Clinica di Patologia ostetrica dell’Università di Roma, a un convegno scientifico sullo « stato attuale e prospettive della contraccezione», organizzato a Roma dal Club Europeen de la Santé, ha parlato di oltre 800 mila aborti, legali e clandestini, all’anno. Eppure questo numero, osserva il prof. Perniola, è inferiore alla realtà. Infatti un’indagine conferma che in Italia il numero degli aborti soltanto clandestini supera i 500 mila l’anno. Impressionante, poi, è la crescita degli aborti tra leminorenni. Tra il 1979 e il 1980, per esempio, le doinande per l’autorizzazione all’aborto, rivolte dalle minorenni ai giudici tutelati, sono aumentate del 47,69%! Da quanto è stato detto si calcola che nel mondo cristiano vengono uccisi più di 10 milioni di bambini ogni anno. Nel mondo intero più di 60 milioni. Un turpe «mercato» - Sotto tale titolo l’Osservatore Romano (edizione settimanale) del 23 agosto 1984 scriveva: «Alcuni organi di stampa e dell’informazione hanno fatto conoscere gli estremi di una ‘realtà’, di uno dei ‘segni’ più aberranti e mostruosi di questi nostri anni (ma ci sono parole sufficienti per definirlo?): il mercato dei feti umani. È doveroso citare questi organi di stampa: “Il Sabato”, il “Corriere della sera”, “Avvenire”, la denuncia va a loro onore. C’è da augurarsi che dell’argomento si continui a parlare e che lo scandalo “necessario’ tocchi la coscienza dell’opionione pubblica mondiale. Questi organi di stampa hanno attinto alla documentazione raccolta dall’associazione francese “Laissez vivre” creata e guidata dal magistrato Claude Jacquinot che, insieme alla giornalista di “Antenne 2”, Jacques Delay, l’ha ordinata in un libro dal titolo “Les trafiquants de bebé-à-naitre” con il sottotitolo: “Sì, feti umani ancora vivi vengono utilizzati per le sperimentazioni scientifiche e per la cosmesi”. C’è stata anche una denunzia al Parlamento del suo Paese del deputato belga Geyselings: «Le donne vengono pagate per protrarre la loro gravidanza sino al sesto e addirittura al settimo mese in maniera da cedere il feto il più sviluppato possibile alla scienza e alle industrie di cosmetici”. Va detto che già da tempo erano giunte notizie di questa turpitudine, ma noi abbiamo voluto pensare che fossero soltanto supposizioni. Non potevamo credere che si potesse giungere a tanto. Ora non più: la denuncia è precisa e circostanziata e indica i riferimenti internazionali di questo satanico mercato che, come tutti i mercati, ha le sue centrali di produzione, i suoi listini e i suoi consumatori. Consumismo di vita umana! Neanche la fantasia, talvolta cupa, degli scrittori di fantascienza ha potuto immaginare una così allucinante degradazione delle creature umane; della persona che concepisce e del concepito delittuosamente schiavitizzata o annientata per la ricerca scientifica che così si distrugge come cultura, e per la barbarie consumistica che nega ogni senso di civiltà... Viviamo, in questo scorcio del secondo millennio cristiano, di fronte a drammi e a paure, di fronte ad incertezze di ogni genere. Queste cresceranno sino al parossismo, sino a distruggere — se non fisicamente — l’uomo nella sua stessa nozione, nella sua coscienza se non si vorrà far fronte senza indugio ad una forma come questa di assassinio pianificato, reso più mostruoso perché compiuto con il gelo della ragione priva di ogni senso della vita e (se pur si nega la carità) di un barlume di umanità». Si legga al riguardo il libro di Michael LitchfieldSusan Kentish: Bambini da bruciare (L’industria dell’aborto in Inghilterra). Edizioni Paolini. Sapete come si compie l’assassinio dell’aborto? A) I bambini in età tra 7 e 12 settimane vengono tagliati a pezzi con un coltello ricurvo e tolti dall’utero. B) Quando si tratta di bambini sopra i 4 mesi, il liquido amniotico viene risucchiato e al suo posto viene iniettata una soluzione salma concentrata. Il bambino inghiotte questo veleno e ne muore. L’agonia dura un paio d’ore. C) I bambini sopra i 6 mesi vengono tolti vivi dal grembo materno per mezzo di un taglio cesareo e buttati nel secchio dell’immondizia per morirvi. D) in un caso su quattro si inietta attualmente una soluzione chimica nell’utero per ammorbidire il bambino finché verrà ritirato fuori dal grembo della madre a mezzo di un aspiratore a pressione riducendolo così ad una brodaglia umana in cui si riconoscono chiaramente manine, piedini, la gabbia toracica e parti della testa. Il signor Van Schaik, il medico che in Olanda mizò le cliniche abortive e che riconosce apertamente di aver operato più di duemila aborti, dichiara nel settimanale «Haagse Post» del 24 marzo 1973: «Ogni aborto mi ha sconvolto, soprattutto quando mi sono sbagliato e ho tirato fuori pezzi e bocconi, piccole braccia e gambe ecc. Ho pensato allora che veramente non doveva farsi. Mi sembrava di squartare un coniglio! Anche quello è un brutto lavoro!». Squartare un coniglio! Questo assassinio dell’aborto non è più un’eccezione: esso viene coscientemente difeso, propagato, ammesso, legalizzato e milioni di volte commesso. Il fatto che il bambio non nato sia invisibile e anonimo, che il piccolo non possa urlare e dimenarsi, che non possa telefonare alla polizia o rivolgersi ai deputati e ministri, tutto ciò non costituisce motivo per assassinarlo, ma al contrario ragione di più per difendere il suo diritto alla vita. Fin dal primissimo giorno della sua esistenza — fin dal concepimento — ogni parte del suo aspetto esteriore, il colore dei suoi capelli, dei suoi occhi, la forma delle sue mani, le sue impronte digitali, il suo sesso, il suo gruppo sanguigno, tutto è esattamente stabilito. Quest’uomo sovrano e irrepetibile si è incamminato sulla strada della vita. Nessuno ha il diritto di sbarrargli il cammino. Chi osa farlo per il suo sporco tornaconto vuole dimenticare che uccidere l’innocente nel seno materno è delitto gravissimo contro la legge di Dio ed è peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, Padrone della vita. Quante lacrimé di commozione per i milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame; quanto dispiacere per il sangue che i terroristi spargono sulle nostre strade, e non si piange e non ci si dispiace per tanti milioni d’innocenti bambini che quasi ogni giorno si uccidono (e legalmente) nel seno materno! Dio è pronto alla misericordia e lento all’ira, ma vuole che ci gioviamo della sua misericordia per convertirci, per cambiare vita e non per abusarne e per inabissarci sempre più nel male e provocare così i suoi giusti castighi. Articolo tratto dall'interessantissimo sito Christus Castitas |
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