Angelo dallo sguardo azzurro che mi segui nella vita,/ Tu la cui fronte sempre si china sulla mia fronte,/ Tu la cui voce risuona nella mia anima rapita,/ Angelo, celeste amico, dimmi, dimmi il tuo nome!/ Quando la brezza di maggio canta sulla brughiera,/ Quando il soffio della sera mormora in fondo ai boschi,/ Io penso che il tuo nome, Angelo del cielo, fratello mio,/ Deve essere ancor più dolce del suono di queste voci./ Quando l’usignolo sgrana, pieno d’ebbrezza,/ Le perle dei suoi canti nella calma delle notti,/ Oh, chi può ascoltare la sua voce incantatrice/ Senza pensare al tuo nome, Angelo del Paradiso!/ Esso deve essere quel nome più dolce di una carezza,/ Più legger di un profumo, più tenero di un sospiro:/ Io lo sento mormorare: “bambino, io ho nome Tenerezza”./ Oh, da così lungo tempo, avrei dovuto sentirlo!
Maria Stella (Tratto dalla rivista “L’Angelo Custode”, Febbraio 1902) |