Gli Angeli di Santa Faustina Kowalska |
E’ con grande gioia che presento il libro sulla devozione agli angeli di santa Faustina Kowalska, opera di don Marcello Stanzione (editore Gribaudi, Milano, 2008, prezzo di copertina euro 11,50), un semplice curato di campagna ma anche un instancabile apostolo della devozione cattolica agli angeli. Faustina era una semplice suora della congregazione religiosa “Beata Vergine Maria della Misericordia”, nata il 25 agosto del 1905 nel paesino Glogow (distretto Swinica, Polonia) e morta trentatreenne il 5 ottobre del 1938 a Cracovia,che ebbe, sebbene di scarsa educazione scolastica, un grande carisma mistico. Ancora da arcivescovo di Cracovia, Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, aprì il processo di beatificazione, cercando di farsene promotore. Come mai? Perché questa suora è da inserire nella linea dei grandi mistici. Per molti anni fu lo stesso Cristo ad essere la sua guida, la nominò ambasciatrice della ... ... misericordia divina, chiedendole di far dipingere un quadro che lo raffigurasse come re della misericordia. Nella vita di questa mistica, anche gli angeli, in numerose occasioni, erano una realtà percettibile e visibile, come si evince da molteplici annotazioni nel diario della giovane polacca, che incominciò a scrivere su incarico del suo confessore, il teologo e pio sacerdote Sopocko defunto nel 1975 ad 86 anni. L’originale testo polacco venne pubblicato solo nel 1981. Nel fare questa presentazione mi sono ampiamente servito del testo biografico su Santa Faustina di Maria Winowska in lingua francese, per cui ho tradotto alcune frasi del diario della santa in un modo diverso dalla traduzione italiana ufficiale. Quando Helen Kowalska – il suo nome prima del suo ingresso nell’ordine religioso - ebbe ricevuto la prima comunione, iniziò a sviluppare uno zelo per la preghiera molto evidente. La madre preoccupata sorprese la bambina diverse volte mentre pregava durante la notte, inginocchiata per terra. La madre volle mettere fine a queste “eccentricità” e rimproverò Helen duramente: ”Perderai la testa con tutte queste preghiere !” La risposta della bambina fu: “Ma no, mamma! Credo che il mio angelo custode mi svegli per pregare!” L’angelo custode le apparve in seguito più volte, dopo che Faustina, il 1° agosto del 1924, la sera prima della festa della Madonna degli angeli, ebbe trovato accoglienza a Varsavia nel monastero delle suore della Misericordia. La sua consorella, Giustiana, racconta il seguente avvenimento inerente la sua convivenza con la mistica, nel monastero di Wilna: “Quando eravamo entrambe a Wilna, Suor Faustina lavorava nel giardino ed io in cucina. Ero da sola e sovraccarica. Spesso mi trovavo ancora davanti a montagne di piatti da lavare quando era già giunto il momento dello spegnimento delle luci. Allora Suor Faustina mi venne ad aiutare, nonostante fosse di scarsa salute e completamente spossata. Ma il suo amore per il prossimo fu così grande che l’aiutò volentieri. Ricordo che una volta fui mandata dalla madre priora in città e Suor Faustina mi doveva sostituire in cucina. Quanto ero sorpresa quando, al mio ritorno, la vidi seduta tranquillamente su una panchina: tutto il lavoro era fatto. ‘Sorella Faustina’, le dissi, ‘com’è stato possibile? Chi ti ha aiutato?’ Allora mi rispose con un sorriso delicato: ‘Gli angeli mi hanno aiutato, altrimenti non ce l’avrei fatta!‘ La sua biografa M. Minowska annota rispetto a questo episodio: “Dato che Suor Faustina aveva abili mani ed era molto intelligente, è possibile che la risposta, che diede allora a Suor Giustiana, sia stata data per scherzo”. Ma sappiamo, da altre fonti che ebbe uno stretto rapporto con il suo angelo custode, che le apparve spesso in maniera visibile. Nella sua infanzia, queste apparizioni le sembravano una cosa molto comune. Il 19 ottobre del 1935 annota nel suo diario: “Partenza da Wilna per Cracovia per gli esercizi spirituali di otto giorni. Già al mattino presto vidi il mio angelo custode che mi accompagnò durante tutto il viaggio. Sparì davanti al portone del monastero di Varsavia. Quando salimmo sul treno per Cracovia, lo rividi di nuovo a mio fianco. Era assorto in Dio. Ma io lo guardai. Non appena varcammo la soglia del monastero, non lo vidi più.’ Nel tempo, questa presenza soccorevole diventò, man mano, ancor più necessaria ed evidente. Sicuramente non è sbagliato indicare un meraviglioso quadro di Murillo, nel quale gli angeli si danno da fare con pentole e tegami in una cucina, mentre il frate cuoco è assorto in estasi. Perché a Santa Faustina non può essere capitato un evento simile? Nella sua affermazione, Faustina è pienamente convinta che ‘senza l’aiuto degli angeli non ce l’avrebbe fatta’., e possiamo benissimo immaginarci, in che modo ha chiamato gli angeli in suo aiuto.” Già all’inizio della sua vita religiosa, Santa Faustina fu sollecitata in modo mistico a prendersi cura di alcune determinate anime nel purgatorio. Al riguardo annotò nel suo diario : “Un giorno chiesi al Signore, per chi altro dovevo pregare. Mi rispose: ‘Te lo farò sapere la prossima settimana.’ Vidi il mio angelo custode che mi ordinò di seguirlo. All’improvviso mi trovai in un luogo scuro e racchiuso da fiamme. Nelle fiamme - anime sofferenti, pregavano ininterrottamente ma senza effetto per se stesse. Solo noi le possiamo aiutare. Le fiamme che le bruciano non mi facevano effetto. Il mio angelo custode non mi abbandonò neanche per un solo passo. Chiesi alle anime: ‘Che cosa vi provoca la peggiore tortura?’ Mi risposero unanime: ‘La nostra più grande tortura è la nostra fame di Dio!’… Io volli continuare a parlare con loro, ma il mio angelo custode mi fece segno di allontanarmi e lasciammo la dolorosa prigione.” Il 20 ottobre del 1936, Faustina annotò nel suo diario: “Oggi ho visitato in compagnia di un angelo, l’inferno. È un luogo di grandi torture e di immense estensioni. Di tutte le sofferenze che ho visto, la perdita di Dio è la più terribile… Sarei morta al vedere questi martirizzati, se l’onnipotenza divina non mi avesse sollevata. Il peccatore deve sapere che dovrà soffrire a seconda dei suoi peccati e per l’eternità. Lo scrivo su ordine di Dio perché nessuno possa scusarsi dicendo che mai nessuno è stato in quel posto e che nessuno sa di che cosa si tratta. Io, suor Faustina, sono stata, su mansione di Dio, nell’abisso dell’inferno per testimoniare che esiste….Ho visto che l’inferno è popolato da anime che qui (sulla terra) non hanno creduto nella sua esistenza. Da quel giorno prego ancora più fervorosamente per i peccatori.” Se Santa Faustina ebbe rapporti familiari con gli angeli, allora non stupisce il fatto, che d’altra parte venisse anche importunata dagli angeli decaduti. Giovedì Santo del 1934, Gesù disse in una visione a Faustina: “Vorrei che tu ti sacrificassi interamente per i peccatori, specialmente per coloro che hanno perso ogni speranza nella misericordia divina.” Con il consenso del suo confessore, si prese subito l’impegno tramite il seguente atto rituale: “Al cospetto del cielo e della terra, al cospetto di tutti i cori angelici e delle forze celesti, davanti alla Vergine Immacolata, Madre di Dio, dichiaro oggi all’unico e triplice Dio, che mi consacro, unita a Gesù Cristo, il Redentore delle anime, per mia libera volontà, alla conversione dei peccatori, soprattutto di coloro che hanno perso la speranza della misericordia divina. Questa consacrazione consiste nell’assumermi, in totale contemplazione di Dio, tutte le torture, paure e sofferenze che vivono i peccatori, e nel somministrare loro tutte le consolazioni che ricevo dalla mia unione con Dio. Detto con una parola: sacrifico per loro tutte le mie Messe, tutte le comunioni, tutti i miei esercizi di penitenza e tutte le mie umiliazioni come anche tutte le mie preghiere. Non temo i colpi della giustizia divina, perché sono unita a Gesù. O mio Dio, vorrei espiare per i peccatori che mancano di fiducia nella tua misericordia. Spero, contro tutte le speranze, nella tua infinita misericordia, mio Signore e Dio. Restituendomi in tal modo, non conto sulle mie proprie forze, bensì sulla forza dei meriti di Gesù Cristo. Ogni giorno della mia vita voglio ripetere in preghiera questa consacrazione, che mi ha insegnato Gesù stesso: “O sangue e acqua, rovesciati dal cuore di Gesù come fonte di misericordia, confido in voi!” Le conseguenze di questo sacrificio volontario per i peccatori non tardarono, perché da questo giorno, il diavolo irruppe visibilmente nella vita di Santa Faustina. Con attacchi maldestri o veri e propri assedi, la perseguitò insistentemente con il suo odio. Quattro mesi dopo il suo atto di offerta sacrificale per i peccatori, Santa Faustina annotò il 9 agosto del 1934 nel suo diario: “Contemplazione notturna di giovedì. Offrì questa sacra ora, dalle undici alla mezzanotte, ai peccatori ostinati, che non sperano più nella misericordia divina….Gesù mi fece capire quanto è preziosa per lui la preghiera penitente… Dopo l’ora sacra, nel corridoio, già a metà strada verso la mia cella, venni circondata da una orda di giganteschi cani neri che si impennarono e abbaiarono come se mi volessero fare a pezzi. Mi resi conto che non si trattava di cani ma di demoni. Uno esclamò furibondo: “Ti faremo a pezzi perché stanotte ci hai strappate di mano molte anime!’ Io risposi: ‘Fatemi a pezzi, se Dio lo vuole, me lo merito. Sono solo una povera peccatrice, ma Dio è santo, giusto e infinitamente misericordioso!’ Con queste parole i demoni esclamarono: ‘Fuggite, fuggite, non è sola, l’Onnipotente è con lei!’ E sparirono in un vortice di polvere sulla strada. Io entrai serena nella mia cella e, cantando il Te Deum, venerai l’infinita misericordia.” Seguirono attacchi aperti, nascosti e perfidi. Santa Faustina annota nel suo diario al riguardo: “Stasera, mentre stavo scrivendo sulla misericordia divina e le sue opere di bene sulle anime, Satana cadde all’improvviso nella mia cella, in folle collera. Ebbi paura, ma feci subito un grande segno della croce con il mio crocifisso. Allora il mostro sparì.” In un’altra occasione scrisse Santa Faustina: “Satana disse che mi odiava. ‘Mille anime mi fanno meno torto di te, quando tu parla della grande misericordia dell’Onnipotente, per colpa tua, i peccatori prendono di nuovo fiducia e tornano da Dio; perdo terreno e più parli della misericordia, più mi perseguiti.’ Compresi, quanto Satana odiava la misericordia divina.” Una volta, nel 1935 dopo una Messa solenne, con l’intronizzazione del quadro di Cristo come re della misericordia nel luogo santo di Osta Brama, una schiera di demoni sbarrò a Suor Faustina la strada di ritorno al monastero. La minacciarono con terribili torture e urlarono: ”Ci ha strappato ciò che da anni è stata di nostra proprietà!” Quando Suor Faustina vide il terribile odio dei demoni, chiamò subito il suo angelo custode in aiuto. Subito esso si trovò davanti a lei, raggiante e ben visibile, e le disse: “Non temere, sposa del mio Signore! Senza il suo consenso non ti possono fare del male!” I demoni sparirono, ma l’angelo custode accompagnò Suor Faustina a casa, in veste visibile. Lei lo descrive così: “I suoi occhi erano calmi e modesti. Sulla sua fronte brillava una fiamma. O mio Gesù, sono pronta a faticare per tutta la mia vita e a soffrire per quel momento, in cui vedrò la tua magnificenza e la salvezza delle anime.” Venerdì, il 13 novembre del 1936, Suor Faustina annotò nel suo diario: “Vidi un angelo, messaggero della furia divina. Le sue mani erano cariche di lampi per la punizione del mondo e soprattutto di una città di cui non devo fare il nome. Ho supplicato l’angelo di aspettare un po’, finché il mondo facesse penitenza. Ma la mia preghiera fu vana di fronte alla furia celeste. All’improvviso vidi la Santissima Trinità. Il potere della sua maestà mi invase completamente e non osai più ripetere la mia preghiera. Nello stesso momento, la mia anima sentì la grazia di Gesù, che vive in me, e lo supplicai, con parole che mi sono stampate nell’anima, di avere pietà per il mondo. Mentre pregavo così, vidi impotenza dell’angelo per la rabbia ad eseguire la giusta punizione. Nella mia vita non ho mai pregato con tanto ardore. Queste parole mi vennero ispirate: ”Padre eterno, ti offro il corpo e il sangue, l’anima e la divinità del tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, per i nostri peccati e quelli di tutto il mondo. Per la sua dolorosa passione, abbi compassione di noi!”. La somiglianza di questa preghiera con quella che l’angelo insegnò ai tre piccoli pastorelli a Fatima, è evidente. Santa Faustina, ammalatasi di tubercolosi, venne ricoverata a dicembre del 1937 in un sanatorio a Pradnik, vicino a Cracovia. Una settimana dopo il suo ricovero, il 16 dicembre del 1937, scrisse nel suo diario: “Il mio angelo custode mi ha chiesto di pregare per una determinata anima. Allo stesso momento mi informò che un uomo stava morendo. È strano come Gesù (attraverso il mio angelo custode) mi fa sapere, che qualcuno ha bisogno della mia preghiera. Questo succede soprattutto nel caso di moribondi, e adesso molto più sovente di prima”. Suor Faustina svolse, su incarico del suo angelo custode, un apostolato di preghiera molto efficace. Ogni giorno, la malata poté ricevere nel sanatorio, per la sua grande consolazione, la Santa Comunione. Quando un giorno sembrava impossibile poterla ricevere, intervenne un angelo. Lei stessa descrive l’evento così: “Una sera venne l’infermiera e mi disse: ’Domani voi non potrete comunicare, siete troppo stanca, dopo vedremo… Ascoltando queste parole sentì un dolore molto forte, però le risposi serenamente: `Va bene, infermiera!’ Provai a riaddormentarmi. Il giorno successivo feci la mia contemplazione e mi preparai alla comunione che sapevo di non ricevere. Ma quando il mio amore e desiderio avevano raggiunto il picco, vidi all’improvviso, vicino al mio letto, un serafino che mi porse l’ostia, dicendo: ‘ Ricevi il re degli angeli!’ Dopo la comunione, il mio spirito cadde in estasi per amore e ammirazione. Questo si ripeté per tredici giorni. Ma la sera non ero mai sicura se il giorno successivo avessi potuto ricevere la comunione. Confidai unicamente in Dio. Quando un giorno, proprio prima della comunione, ebbi un piccolo dubbio, vidi all’improvviso il serafino con l’ostia davanti a me. Chiesi al Signore Gesù e in seguito, siccome non ottenni nessuna risposta, chiesi al serafino: ‘Potrei confessarmi?’ Egli rispose: ‘Nessuno spirito celeste ha il potere delle confessioni.’ E subito mi trovai con l’ostia sulle labbra.” Suora Alfreda, un’infermiera, che si stava prendendo cura di S. Faustina, fece protocollare quanto segue: “Una volta lo stato di Suor Faustina era particolarmente grave. In seguito si ammalò il sacerdote. Per questo motivo, per molti giorni, non poteva essere celebrata la messa nella cappella del sanatorio. Quando dissi a Suor Faustina (con la sua grande fame per l’unione con Dio nella Santa Eucaristia), quanto mi dispiaceva per lei (che non poteva ricevere la Santa Comunione), mi rispose, sorridendo: ‘ Ho ricevuto il Signore già stamattina.’ ”Quando Santa Faustina il 5 ottobre del 1938, all’età di Gesù, finì la sua vita di penitenza e sacrificio al servizio della divina misericordia, non era stata unicamente colmata dalle molteplici grazie e visioni del suo Divino Sposo, ma anche dal rapporto intimi con i santi angeli. Il vescovo polacco, e già prefetto della congregazione per le Chiese Orientali, Ladislas Rubin, paragona, nella sua prefazione del libro di M. Winowska “L’Icone du Christ misericordieux. Message de soeur Faustine”, la mistica polacca con la piccola Teresa di Lisieux, perché entrambe ebbero in comune non solo la loro malattia mortale, la tubercolosi, ma anche lo spirito interno del carmelo e la loro mansione, di “sacrificare la loro vita per la penitenza dei “peccatori più sconsolati’, gli infedeli e gli atei”. Santa Faustina avrebbe potuto essere benissimo l’autrice della preghiera all’angelo custode, che redasse la Santa Teresa del Gesù Bambino nella sua “Storia di un’anima”: “Solenne guardia della mia anima, che risplendi nel bel cielo come una delicata e pura fiamma, vicino al trono dell’Eterno, tu vieni per me su questa terra e mi illumini con il tuo splendore. Bellissimo angelo, mi sei diventato fratello, amico e consolatore. Conoscendo la mia grande debolezza mi porti per mano. E ti vedo, quando mi scansi, pieno di tenerezza, ogni pietra dal mio cammino. Ogni volta, la tua cara voce mi invita a guardare solo il cielo. Più mi vedi piccola e bassa, più risplende il tuo viso. O Tu, che percorri lo spazio, più veloce dei fulmini, vola spesso al posto mio da coloro che mi sono cari! Asciuga le loro lacrime con le tue ali! Canta quanto è buono e misericordioso Gesù! Canta quali gioie portano le sofferenze! E in segreto sussurra il mio nome. Nella mia breve vita voglio salvare i miei fratelli, i peccatori. O bel messaggero della patria, dammi le tue sacre incandescenze! Non ho altro che i miei doni di sacrificio e la mia semplice povertà. Uniti alle tue pure gioie, portali al triplice Dio! A te il regno e la gloria, le ricchezze del Re dei Re! A me il pane della S. Comunione, a me il tesoro della croce! Con la croce, con l’ostia, con l’aiuto tuo, aspetto pacificamente nell’altra vita la fortuna, che è eterna.” Come Teresa di Lisieux, anche Santa Faustina volle star seduta al ‘tavolo dei peccatori’ per dividere il loro destino in tutto , tranne che nel peccato, per ottenere per loro la misericordia. Dio esaudì il suo desiderio, e oggi sappiamo, che le sue sofferenze e la sua difficile morte non ebbero niente in comune con la “benedizione di rose” che inondò il mondo dopo la sua morte”. Queste parole del Cardinale L. Rubin, sono proprio vere! Formulo a questo ennesimo e bellissimo libro di don Marcello Stanzione di essere letto dai numerosissimi devoti della Divina Misericordia in modo che essi, ad imitazione di Santa Faustina, possano coltivare un tenero amore agli spiriti celesti, in modo particolare al proprio angelo custode ed a San Michele, Principe della Corte Celeste. Alfonso Giusti (Segretario Generale della M.S.M.A.) |
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