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L'Esorcismo nel Cattolicesimo: da Cristo a Giovanni Paolo II PDF Stampa E-mail

L'Esorcismo nel Cattolicesimo: da Cristo a Giovanni Paolo IIIl termine “ esorcismo”  è una parola estremamente carica di valore emotivo: essa suscita paura, accende la curiosità verso realtà misteriose, suscita perplessità ed irrisione come realtà superstiziosa ed arcaica. Per noi cattolici, l’esorcismo è un comando rivolto al diavolo da un prete, delegato dal proprio vescovo,in nome e per la potenza di Gesù Cristo affinché si allontani e smetta di tormentare i credenti che sono stati redenti grazie alla passione e alla morte di Cristo. In tutte quelle culture e  religioni in cui si crede all’esistenza e all’azione di potenze demoniache e di spiriti maligni troviamo sempre rituali e pratiche esorcistiche, più o meno evolute, per liberare e liberarsi da forze malevoli, da malattie fisiche e psichiche e da tutto ciò che nuoce ad una serena esistenza personale e sociale. E’ questo un dato universale che emerge sia dagli studi di storia comparata delle religioni che da quelli di antropologia culturale.

Questo dato conferma un dato universale: di fronte al male, l’essere umano ha cercato sempre di difendersi ricorrendo a forse ultraterrene nella consapevolezza che non c’era in lui la possibilità di vincere da solo questa battaglia. Nelle religioni cosiddette primitive o arcaiche tale compito è affidato agli stregoni che  attraverso la recita di formule  magiche con urla, fischi accompagnati dallo strepito di alcuni strumenti e determinati gesti (imposizione delle mani, soffiare, sputare in direzione degli spiriti, ecc.). Questo è attestato già chiaramente negli antichi riti della religione assiro-babilonese, ma ciò accadeva anche nelle religioni precolombiane.

Anche l’ebraismo conosce riti esorcistici, testimoniati dal Nuovo Testamento: Gesù rispondendo a quanti lo accusavano di servirsi del nome di Beelzebul per scacciare i demoni, afferma: «E i vostri figli in nome di chi li scacciano?» (Mt 19, 13-14). Il vangelo che presenta maggiormente il ruolo esorcistico di Gesù è quello di San Marco e da questo riportiamo un  episodio, tra i tanti: “Gesù andò a Cafarnao ed entrò di sabato nella Sinagoga. Un uomo che era nella Sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: “ Che c’entri con noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio”. E Gesù lo sgridò: “ Taci! Esci da quell’uomo”. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”(Mc 1,23-26). Gli Atti degli Apostoli ( 19,13-14) parlano di esorcisti ambulanti che impararono ad usare anche il nome di Gesù nei loro esorcismi. La prassi esorcistica nell’ebraismo è confermata da Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche, e la troviamo anche nella misteriosa e affascinante comunità di Qumram.

Nel NT Gesù scaccia i demoni con la potenza della sua parola (Mc 4, 25-26), in virtù della potenza dello Spirito di Dio che è in lui (Mt 12, 22-32), detto anche dito di Dio (Lc 11,20), imponendo le mani (Mc 5, 32). I suoi discepoli ricevono da Cristo il potere di scacciare il maligno (Mt 10,7), e la riuscita dipende dalla potenza della parola di Cristo e dalla fede in lui  che si ottiene anche con la preghiera e il digiuno (Mc 9, 28-29), con l’imposizione delle mani (Mc 16,18). Importante quello che si legge nel capitolo 10 di San Luca, la potestà di esorcizzare non è conferita solo ai dodici apostoli ma viene estesa anche ai semplici discepoli: “ Dopo questi fatti il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò a due a due avanti a se in ogni città o luogo dove stava per recarsi. I 72 tornarono pieni di gioia dicendo:

“ Signore anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Gesù disse: “ Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,1.17.20). La storia della Chiesa che nasce dopo l’ascensione di Gesù risorto al cielo e la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste è raccontata nel libro degli Atti degli Apostoli dove spesso sono elencate le lotte degli apostoli e dei primi cristiani contro i diavoli e le varie forme di magia e divinazione. Nei primi secoli del cristianesimo l’uso degli esorcismi fu largamente praticato tanto da istituire l’ordine dell’esorcistato. San Giustino, martirizzato a Roma nel 165, scriveva nella Apologia: “ Numerosi indemoniati in ogni parte del mondo e della vostra città, che non furono guariti da tutti gli altri esorcisti, incantatori e fattucchieri, li guarirono e anche ora li guariscono molti dei nostri cristiani, facendo scongiuri nel nome di Gesù Cristo”.(Apologia, II,6).

Il papa Cornelio, martirizzato nel 253, in una sua lettera del 251 al vescovo Flavio di Antiochia, dopo dettagliate informazioni sul numero dei Presbiteri e Diaconi della Chiesa di Roma, parla anche degli esorcisti come di una “classe speciale”.    Tertulliano attesta anche il gesto liturgico dell’insufflazione cioè dell’uso di soffiare lentamente e lievemente addosso all’ossesso. La Tradizione Apostolica aggiunge segni di croce su varie parti del corpo come ad esempio sulla fronte, sulle orecchie e sul naso. Lattanzio, nel IV secolo, attesta il segno della croce unito all’invocazione del nome di Cristo. Tra il III e il IV secolo vengono introdotti tutti gli elementi del rito degli esorcismi caratteristici della liturgia romana . Tra i rituali di esorcismi più importanti bisogna menzionare  il rituale di Paolo V del 1614 dal titolo : De exorcizandis obsessis a demonio. In esso, che è stato in vigore fino a pochi anni fa per essere rimpiazzato da un altro che lo riprende quasi integralmente, i vari gesti, letti alla luce delle formule che li accompagnavano, si caratterizzavano chiaramente per il riferimento alla vittoria di Cristo sul demonio e l’implorazione dello Spirito Santo che attua nel presente la sua vittoria pasquale e prende il posto lasciato libero dal demonio. Il 25 gennaio 1983 è stato promulgato il Nuovo Codice di Diritto Canonico che sancisce le innovazioni del concilio Vaticano II.

Riguardo agli esorcismi, il canone 1172 afferma: “ Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ne ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza”. Agli inizi degli anni 90 il settimanale l’Europeo riferì dell’attività esorcistica del servo di Dio Giovanni Paolo II. Riprendo uno stralcio dell’articolo: “Gli episodi sono noti ai membri della famiglia pontificia e ad alcuni esponenti della segreteria di Stato, “ Il fatto che il Papa abbia esorcizzato”, sostengono in Vaticano, “ non deve meravigliare perché egli ha compiuto un gesto che spetta ad ogni Vescovo cattolico. E’ notorio che Karol Wojtyla, già da Arcivescovo e da Cardinale, esorcizzava”. ( L’Europeo, 7 Aprile 1990, p. 39 ).  

Ma attenzione a non cadere nel facile straordinario, perché l’azione della Chiesa di liberazione dei fedeli cattolici si realizza in modo normale attraverso la preghiera e i sacramenti, in particolare attraverso il sacramento della Riconciliazione. Infatti i fedeli, anche se rinati in Cristo attraverso il Battesimo, sperimentano, per tutta la durata della loro esistenza, le tentazioni del male; devono perciò vigilare con la preghiera e con la sobrietà della vita, perché il loro nemico, «il Diavolo, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). A lui devono resistere forti nella fede, «sostenuti dalla forza del Signore e dal vigore della sua potenza» (Ef 6,10) e sorretti dalla preghiera della Chiesa, con la quale essa chiede che i suoi membri siano sicuri da ogni turbamento. Per la grazia dei sacramenti, e specialmente dalla celebrazione frequente della Confessione penitenziale, acquistano vigore spirituale per arrivare alla piena libertà dei figli di Dio (cf Rm 8,21).

È indispensabile quindi che il cammino di liberazione sia accompagnato da una intensa vita sacramentale e di preghiera, non solo della persona disturbata ma anche dei suoi parenti stretti e da coloro che hanno relazioni quotidiane con il soggetto.  Il buon senso ci dice che per ognuno di noi salvaguardare e accrescere lo stato di grazia personale è la più facile vittoria contro l’azione ordinaria del demonio (tentazione) ed è, insieme, la migliore prevenzione contro una sua eventuale  azione straordinaria. La Chiesa Cattolica ha ricevuto da Cristo la missione di continuare, nello spazio e nel tempo, la sua opera salvifica, quale sacramento universale di redenzione. Ogni aspetto della  vita ecclesiale: dalla pastorale catechistica alla liturgia, al diritto canonico e così via è esplicitazione ed evidenza di tale potere salvifico, in vista del quale essa è continuamente arricchita di doni e carismi dallo Spirito Santo.

Chiamata a donare la liberazione interiore ed esteriore dal peccato e da tutto ciò che ostacola i cristiani nella loro adesione alla parola di Dio, la Chiesa amministra il potere della Croce e della Risurrezione. L’esorcismo allora diviene un’espressione del «cantare» nel tempo, per il dono dello Spirito Santo, il mysterium paschale di Cristo, che ha vinto il Maligno con i suoi frutti di distruzione e di morte. L’attività di liberazione è di per sé celebrazione da parte della Chiesa del dono dell’amore del Padre in Cristo per la potenza santificante dello Spirito a vantaggio di quei credenti, sottomessi al giogo del maligno. Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) Intervento su Petrus

 
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