San Raffaele: la Chiesa ed i Santi |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Nel 1526, Monsignor Francesco d'Estaing (1462-1529), vescovo di Rodez, sperò ben di rilanciare il culto a San Raffaele con il tramite della devozione all'angelo custode, di cui si fece ardente promotore. Ma gli angeli custodi soppiantarono l'arcangelo nella pietà dei fedeli, e Raffaele ricadde in un relativo oblio. Dei tre angeli che nomina la Bibbia, egli è incontestabilmente il più cancellato nell'agiografia: nessuna apparizione spettacolare o pesanti di conseguenze - pensiamo a Giovanna d'Arco - come quelle di Michele, che indiscutibilmente detiene il record degli interventi presso gli uomini, come non più di quelle delicate visite con cui Gabriele, l'angelo vicino alla Vergine, si compiace di favorire le anime sponsali, quando non si mostra agli estatici nella loro contemplazione del mistero dell'Annunciazione. Raffaele è così discreto che Anne Bernet ha potuto scrivere: "Anche se Raffaele, all'inizio del Rinascimento, è diventato una figura familiare ai cattolici, egli non appare che a Santa Francesca Romana, lungo la storia della Chiesa". Gli esempi citati precedentemente invalidano questa dichiarazione. Santa Francesca Romana ha avuto un emulo nella persona di AMEDEO GOMES DE SILVA Y MENESES, nato grosso modo nell'epoca in cui ella è morta. Le avventure di questo nobile portoghese costituiscono un vero romanzo. Dopo un matrimonio preparato, egli lascia la corte, dove esercita un'alta carica, e, con l'assenso della sua sposa, che non è maggiormente di lui incantato dalla loro unione, egli deserta il domicilio coniugale per consacrarsi a Dio. Come si dirige verso il convento dei geronimiti di Guadalupe, in Spagna, è catturato da tre briganti tutti disposti a fargli una cattiva sorte. Subito, appare un personaggio splendente di luce, con la spada in pugno, che mette in fuga gli assalitori e dice al giovane: "So che tu viaggi per il perfezionamento della tua anima. Va, che Dio ti accompagni!". Rimesso dalle sue emozioni, Amedeo comprende che l'angelo Raffaele, verso cui egli nutre una particolare devozione, è venuto in suo soccorso. Ricevuto dai monaci geronimiti, egli è impiegato come sacrestano. Una mattina dopo la messa, allorché egli ripone gli ornamenti sacerdotali, scoppia un incendio tra la sacrestia ed il coro; intrappolato dalle fiamme, Amedeo invoca San Raffaele: subito, due angeli appaiono che, con le loro ali, spengono il fuoco. Sei anni più tardi, una visione di San Francesco d'Assisi, poi un'apparizione del Cristo, gli fanno intravedere di entrare presso i francescani. Egli lascia Guadalupe e, mentre che cammina verso Ubeda, è attaccato e spogliato da dei banditi che lo lasciano per morto sul ciglio della strada. Questa volta, l'angelo non ha stimato opportuno intervenire. Dopo alcuni giorni di convalescenza in un ospizio, Amedeo prosegue il suo cammino. Come attraverso la porta di Ubeda, è avvicinato da due giovani che un pio eremita ha inviati al suo incontro: un angelo è giunto a prevenirli dell'arrivo del pellegrino, lasciando per tutti del pane e della carne. Amedeo non ha nessuna difficoltà nel riconoscere là una manifestazione di Raffaele. Questi viene ad ordinargli, alcuni giorni più tardi, di raggiungere l'Italia. Alla fine di un viaggio ricco di peripezie da cui l'angelo lo ha sempre uscito in extremis, Amedeo raggiunge Assisi. Ma là, delusione: né il generale né il provinciale dei francescani conventuali lo vogliono. Raffaele avrebbe abusato? Egli non crede nulla e si installa in un romitaggio vicino al convento. L'esemplarità della sua vita gli valgono finalmente di essere ammesso dai monaci come fratello laico: sono trascorsi tre anni dacché ha lasciato la Spagna. Le sue austerità e le grazie straordinarie da cui è favorito gli attraggono comunque l'inimicizia dei suoi confratelli, che lo cacciano: egli è, alla loro rilassata esistenza, un reprobo vivente. La notte successiva, l'angelo gli appare e gli suggerisce di recarsi presso il generale dell'Ordine per mettersi a sua disposizione. Lo si invia a Milano, dove egli esercita, una volta di più, le funzioni di sacrestano, poi lo si invita a vivere da eremita lontano dal convento: i suoi carismi imbarazzano la comunità. Per contro, numerosi sono i fedeli che vengono a consultarlo, anche il duca Francesco Sforza e sua moglie Bianca fanno ricorso alle sue luci. Pesandogli questa popolarità, Amedeo ottiene nel 1459 di essere trasferito a Marignano. La, i suoi superiori, più illuminati dei precedenti, lo obbligano ad accettare il sacerdozio, tanto sono edificati dalla sua santità. Eletto guardiano del convento di Orta, egli intraprende la riforma della comunità poi, malgrado l'opposizione dei conventuali, delle case di Marignano e di Castiglione. La sua opera, sostenuta da diversi interventi dell'angelo e contrassegnata da dei miracoli, beneficia dell'appoggio del duca Galeazzo Maria Sforza che gli chiede nel 1466 di fondare a Milano il convento di Santa Maria della Pace. Instancabile, Amedeo prosegue il suo compito: né le persecuzioni dei suoi avversari, né la defezione dei suoi protettori, lo scoraggiano. Egli si rimette in ogni cosa a San Raffaele ed al suo angelo custode, che intervengono talvolta visibilmente per assisterlo. Infine, egli si spegne il 10 agosto 1382, come lo ha annunciato ai suoi religiosi: alcuni giorni prima, l'angelo gli è apparso un'ultima volta per prepararlo alla morte, di cui egli ha indicato la data precisa. Questa esistenza posta sotto la guida di San Raffaele - come un lungo pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste - è un caso unico nell'agiografia. Oramai, gli interventi dell'angelo presso i santi si fanno più puntuali e più rari. Da alcuni anni, Raffaele ritorna sul davanti della scena. Non sempre a suo vantaggio. Le semplici scenografie celesti che, sulla moda delle pie immagini di Epinal, contemplava Rosa Quattrini a San Damiano, facevano intervenire come figurante l'angelo guaritore, il più sovente in compagnia di Michele e di Gabriele: la veggente li descriveva secondo i canoni dell'iconografia sulpiciana. A suo esempio, la visionaria VERONICA LUEKEN riprese lo schema a Bayside, non lontano da New York: i tre arcangeli, sia che scortino la Vergine Maria, sia in gruppo isolato, erano sempre talmente mal dipinti, in dei toni flosci come li apprezzano gli Americani. Nulla di ben originale. Oggi, le false apparizioni di Mandria, in Italia (dal 1992) assicurano il ricambio, con la stessa iconografia ed un gusto vestitale altrettanto dubbioso. Queste manifestazioni pretese soprannaturali sono state condannate in buona e dovuta forma dall'autorità ecclesiastica competente. Per contro, vestito di bianco ed equipaggiato con ali d'oro, Raffaele interpreta un ruolo di primo piano nei fatti di Valkenswaard, nei Paesi Bassi: AGATHA MOLKI, originaria della Nuova Guinea, affermava di beneficiare fin dal 1998 di apparizioni della Vergine, sotto il titolo di Signora di tutti i Popoli. Se la Madonna vi parlava invariabilmente della lotta contro l'aborto - tema maggiore, se non unico, dei suoi messaggi -, l'angelo Raffaele la rilevava il 25 di ogni mese, per riprendere lo stesso leitmotiv. Si concepisce da parte di un angelo guaritore e protettore della vita, ma il suo modo di trattare il soggetto lascia planare qualche dubbio sull'origine soprannaturale dei fatti e sull'identità dell'interlocutore celeste. Ad ogni modo, Agata essendo morta nel maggio 2000, questa storia non ha avuto affatto seguito, malgrado gli sforzi della rivista Stella Maris per evitargli il naufragio in un oblio ben meritato. L'esperienza personale che riporta Anne Sarew nel libro In nome di Yahvé, l'Arcangelo Raffele mi ha guarita, è d'una fattura più "classica", quand'anche alcuni passaggi lascino perplessi: Quando Raffaele è là, io non ho più paura. La pace è intorno a lui. Il clima è dolce e tiepido. La visone è interiore. Quando egli "viene", se in quel momento io ho gli occhi aperti, risento una vibrazione all'interno di me. Chiudo allora gli occhi. Aspetto. Nello stesso tempo che io "vedo" la luce, provo un'irresistibile voglia di sorridere, "fino agli orecchi". Ho voglia di scoppiare a ridere e risento una grande gioia. Maldestra formulazione, psicologicizzazione ad oltranza? Benché l'autore scriva con - a prima vista - una disarmante sincerità, la storia non raccoglie tutti i suffragi: il suo Raffaele, simpatico all'eccesso, pare a tratti troppo tributario della New Age per essere veramente colui che egli pretende. Il Raffaele di Gabriella Bitterlich si mostra diversamente più esigente. Apparso già nel 1947 vicino all'angelo custode, egli non dice di colpo il suo nome: Uno dei primi era un angelo simile ad una fiamma, dagli occhi così scintillanti che non si possono dimenticare, e dal naso corto. Egli aveva un volto dai tratti molto marcati, e mi disse: "Chiamami freccia d'amore di Dio. Io sono chiamato ad aiutarti". Prima ancora di sapere che egli è, la mistica scrive di lui: Tutti gli angeli portano in se stessi quella prodigiosa giustizia che li fa alzare per l'onore di Dio. Mai dimenticherò alcune parole dell'angelo, che egli formulò con un particolare vigore. Ed ella da un esempio di quella severità: " Un giorno, San Raffaele gridò: "Se tu commetti un peccato, io ti ammazzo!" Questo per me fu come un colpo si spada". Si è molto lontani dall'affabilità e dalla delicatezza del compagno di Tobia! E' strano d'altronde che Raffaele (se è ben di lui che si tratta) brandisca una tale minaccia. Prima di tutto perché gli angeli uccidono raramente gli uomini. Soprattutto perché questo compito mortifero è precisamente quello del demonio Asmodeo, che trucidava i mariti della giovane Sara, ed alla quale l'angelo pose un termine cacciandolo nel deserto, arrossandolo di importanza a titolo di lezione. Come pure non vi è che un passo da valicare per supporre che è Asmodeo in persona, e non l'angelo soccorrevole, che è apparso alla mistica austriaca per impressionarla. E diversi teologi lo hanno valicato, attribuendo al Padre della menzogna alcune delle rivelazioni che la pia donna pensava essere di origine divina. Il racconto di Anne Sarew rimane edificante, lontano dalle elucubrazioni di un Giorgio Di Bitonto, visionario italiano che afferma di aver beneficiato durante una decina d'anni dell'assistenza dell'arcangelo che, alla fine della sua ultima visita, lo invita ad un'apparizione della Madonna in un disco volante! D'altronde, Raffele gli ha rivelato che egli non è altro che un extraterrestre, e gli ha schizzato un singolare ritratto della Vergine Maria: Noi la consideriamo come la Grande Sorella, ma più ancora come una madre, la Madre Universale. Ella è apparsa sulla terra un numero di volte infinitamente più grande di chiunque potrebbe supporlo. Talvolta, ella si è manifestata con splendore, come a Fatima. Poi l'arcangelo ha portato il visionario in un'astronave: Noi eravamo tutti in ginocchio, fratelli della Terra e fratelli dello Spazio, intorno alla Vergine che stava in piedi, con le mani giunte, i suoi occhi luminosi levati verso il cielo. La sua veste, cinta in vita da un nastro bianco, sembrava una seta blu purissima. Raffaele cominciò a recitare l'Ave Maria. Luigi Caratelli, responsabile nazionale delle Radio Avventiste Italiane, che ha realizzato un reportage sul visionario, conclude con una punta di humour: "Ed eccoci diventati i testimoni indiretti di una nuova Lourdes, in una grotta cosmica, sotto i fari delle astronavi". Un altro preteso familiare di Raffaele fa strage in Belgio, sotto il nome di Padre Samuel. Chiamato in realtà CHARLES-BONIFACE OZDEMIR, il buonuomo, abbastanza alto di colore, sarebbe nato nel 1942 nel Kurdistan, in una grotta come Cristo! Egli sarebbe cresciuto in seno ad una famiglia di dieci figli, all'ombra di una chiesa che data del IV secolo, ed avrebbe ricevuto all'età di sei anni, mentre che custodiva le poche capre del gregge paterno, la visita dell'angelo Raffaele, portatore di un messaggio decisivo: "Prendi il tuo bastone e sii il pastore degli animali e degli uomini!". E' curioso che l'angelo metta sullo stesso piano pastorale animali ed umani. Si sa che egli è amico delle bestie, ma da lì a farli evangelizzare! Dopo degli studi in Libano, in cui è stato ordinato sacerdote, Charles Boniface è giunto nel 1975-76 in Belgio, nella diocesi di Tornai, dove è stato incardinato. Ma egli non ha tardato a dare del filo da torcere al pastore della diocesi ed ai suoi confratelli, presentandosi come guaritore, esorcista e veggente, e congiungendo movimenti integralisti dissidenti. Poi ha preteso di fare Chiesa da solo, fondando un ordine religioso misto, i Fratelli e le Sorelle di san Girolamo, che rassomigliano a disprezzare ai carmelitani ed alle carmelitane del Sacro Volto di El Palmar de Troya, od alle comunità del falso veggente Roger Kozic nel Fréchou: lo schema, presso i visionari stravaganti, è sempre identico. Assistito e guidato dall'angelo Raffaele, il suddetto Padre Samuel (ancora un nome in el), prosegue la sua opera, più come guru che come padre spirituale. A seguito di molteplici lamentele depositate contro di lui e di un processo col vescovado di Tornai, egli è stato interdetto dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle sette: Sembrerebbe che la frequentazione assidua delle attività del padre Samuel possa avere delle ripercussioni sulla vita di famiglia degli adepti, chiaramente a livello delle loro relazioni di coppia. Egli è accusato in effetti di immischiarsi nella vita intima casalinga. Egli ha dovuto prendere troppo alla lettera il capitolo del Libro di Enoch relativo al commercio che gli angeli avrebbero intrattenuto con le figlie degli uomini. Queste noie non lo hanno per nulla impedito di costruire a Montignies-sur-Sambre, vicino a Charleroi, una bella chiesa dedicata a Sant'Antonio e consacrata nel dicembre 2001, in presenza di diverse personalità del mondo politico, che ha causato qualche malessere. L'angelo Raffaele non ci chiede tanto. Discreto, egli si accontenta della nostra preghiera che egli porta presso Dio, e della nostra devozione, anche se essa è un po' interessata, come quella degli abitanti di Burdeos, nella provincia di Quezon nelle Filippine: essi si rivolgono a lui come qualche tifone li minaccia, pregandolo di preservarli. Simili sotterfugi non sono nuovi. All'inizio del XIX secolo, pretese apparizioni di San Raffaele fanno molto rumore in Francia. Questa ha avuto inizio il 13 gennaio 1816, a Gallardon, grosso borgo senza storia nei dintorni di Chartres. Erano grosso modo le 15 ed il lavoratore Thomas Martin stendeva del letame su di un campo di fagioli, quando vide davanti a lui un signore di città, vestito con un soprabito chiuso e coperto da un cappello a cilindro, che gli dichiarò subito: Occorre che voi andiate a trovare il Re, che gli diciate che la sua persona è in pericolo, così come quella dei Principi; che cattive persone tentano di rovesciare il governo; che molti scritti o lettere sono già circolate in alcune province dei suoi Stati, e soprattutto che faccia una pulizia esatta e generale in tutti i suoi Stati, e soprattutto nella capitale; occorre anche che dia rilievo al giorno del Signore, affinché lo si santifichi; che questo santo giorno è disconosciuto da una gran parte del suo popolo; che faccia smettere i lavori pubblici in quei giorni; che faccia ordinare delle pubbliche preghiere per la conversione del popolo; che lo ecciti alla penitenza; che abolisca ed annienti tutti i disordini che si commettono nei giorni che precedono la santa quaresima; diversamente da tutte quelle cose, la Francia cadrà in nuove disgrazie. Occorre che il Re ne usi verso il popolo come un Padre verso suo figlio quando merita di essere castigato: che ne punisca un piccolo numero dei più colpevoli per intimidire gli altri. Se il re non fa quello che è detto, gli sarà fatto un così grande foro nella sua corona, che ciò lo metterà vicinissimo alla sua rovina. Non credendo ai suoi orecchi, il bravo lavoratore ha rifiutato di compiere una missione sì pericolosa. Allora, i giorni successivi, il "fantasma", come egli lo chiama, si manifesta di nuovo, aspettandolo nella sua cava, non dandogli tregua nel suo cammino, giungendo fino a mostrarsi nella chiesa parrocchiale durante i vespri, e perseguendolo senza sosta. Martin si confida al suo curato che, il 24 gennaio, celebra una messa allo Spirito Santo per ottenere la grazia del discernimento degli spiriti. L'ecclesiastico non si mostra veramente sorpreso da quello che gli racconta il suo parrocchiano, che nel frattempo ha appreso l'identità del suo visitatore: un inviato del Cielo, nientemeno che "l'arcangelo Raffaele, angelo celeberrimo presso Dio!". Che un angelo si mischi di politica non lo meraviglia maggiormente: dopo tutto, non è quello che è accaduto con Giovanna d'Arco? Il curato Laperruque - è il suo cognome - invia Martin dal vescovo, che si rivolge al ministro della polizia generale del regno, il famoso Elie Decazes, molto vicino al re Luigi XVIII. Il ministro ordina un'inchiesta, di cui è incaricato il prefetto dell'Eure-et-Loir. Decazes è particolarmente scosso dalle dichiarazioni dell'arcangelo. E' vero che egli ha numerosi nemici. Di punto in bianco, il lavoratore è condotto a Parigi, incontra Decazes, che lo fa sottoporre a diversi esami medici: riconosciuto per un dolce delirante suscettibile di diventare pericoloso, Martin è spedito a Charenton il 13 marzo. Non vi rimane per molto tempo poiché, benché egli affermi sempre di vedere il suo arcangelo, egli si comporta in modo molto convenevole, ed anche edificante. Il 31 marzo sembra indicare l'ultima apparizione dell'arcangelo, che si lascia toccare le mani dal visionario, poi: Immediatamente dopo, l'angelo aprì, dall'alto in basso, il soprabito chiaro che lo avvolgeva e che egli teneva interamente chiuso fino a quel momento. In quello stesso istante, gli occhi di Martin furono colpiti da una luce tanto brillante come quella del sole lo è in tutto il suo splendore, e non potette distinguere nessuna parte del suo corpo. L'angelo racchiuse il suo soprabito e tutto il suo splendore svanì. Un angelo che si fa esibizionista per mostrare il suo "corpo di gloria"! Ben presto, a seguito di strane trattative, il lavoratore è ricompensato poi ricevuto per quasi un'ora dal re Luigi XVIII. Il visionario fa un "pieno" con la stampa, non si parla che di lui nei saloni dove non è richiesto che ad esibirsi, promettendo nuove profezie, benché egli abbia cessato di vedere l'arcangelo. Ma questi continua a parlargli interiormente. Deceduto Luigi XVII ed essendogli succeduto suo fratello Carlo X, Martin può, il 29 giugno 1825, svelare il segreto che gli è stato confidato dall'arcangelo Raffaele: i re di Francia sono degli usurpatori, poiché il piccolo Luigi XVII non è morto nel tempio, ed essi lo sanno. Per questo, essi saranno detronizzati, la dinastia si estinguerà, e la Francia conoscerà grandi disgrazie. La Rivoluzione di Luglio, nel 1930, sembra dargli ragione. Fino alla sua morte nel 1834, Martin continua a vaticinare in nome dell'arcangelo Raffaele, richiamandosi indirettamente alle recenti apparizioni di rue du Bac. Le sue elucubrazioni riconfortano i partigiani della tesi surviventista, convinti che Luigi XVII sia evaso dal Tempio e che un giorno verrà in cui un discendente del piccolo re martire ricoprirà il trono dei suoi padri. Soprattutto, esse apriranno la strada al falso delfino Naundorff ed alla sua comparsa il "profeta" Vintras, ed alimenteranno una corrente di pseudo-misticismo che troverà le sue ultime formulazioni nelle rivelazioni dei molto sospetti stigmatizzati MARIE-JULIE JAHENNY (1850-1941) e MARIE-OLIVE DANZE' (1906-1968) alias Suor Maria di Cristo Re. Mai l'arcangelo Raffaele è apparso - in modo altrettanto grottesco - come a Thomas Martin di Gallardon: così come lo ha stabilito Philippe Boutry, si tratta d'una soperchieria montata da taluni ambienti legittimisti, soperchieria di cui il lavoratore, un po' esaltato ed infatuato dalla missione di cui lo si incaricava, ha finito per rendersene complice. "Enciclopedia dei fenomeni straordinati" di Joachim Bouflet - Tradotto da Alfonso Giusti (Segretario Generale della M.S.M.A.) |
< Anterior | Siguiente > |
---|