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Sempre là, al momento giusto! PDF Stampa E-mail

Sempre là, al momento giusto!La moda è, l'abbiamo visto, alle manifestazioni straordinarie degli angeli. Libri riportano le esperienze di contemporanei che affermano di essere stati, in un modo od in un altro, contattati da un personaggio misterioso in cui essi hanno riconosciuto un essere soprannaturale. Questi interventi - la maggior parte del tempo puntuali - sono in generale destinati a preservare i loro beneficiari da un pericolo, a proteggerli, a custodirli da un pericolo: così numerose persone, soprattutto se esse hanno ricevuto un'educazione religiosa, o se esse hanno conservato qualche vaga credenza, pensano di colpo ad un'azione del loro angelo custode (che altri chiameranno differentemente). A fianco di racconti più o meno fantastici, se non controversi, esistono delle testimonianze per lo meno turbanti, che si inscrivono nel retto filo di quello che la Bibbia e l'esperienza dei mistici e dei santi ci insegnano del modus operandi degli spiriti celesti.

I figli della giornalista americana Joan Wester Anderson hanno conosciuto un'avventura, che ci riassume Hélène Renard: In una notte ghiacciata di Natale (la più fredda registrata nella storia del Midwest), nel mentre che la radio annunciava una tempesta di neve e consigliava di non partire, il giovane Tim e suo fratello caddero in panne con la macchina su di una strada deserta. Nessuna possibilità di veder passare qualcuno. Tim pregò: "Dio mio, solo voi potete venirci in aiuto". Subito, i ragazzi scorsero una macchina che si affiancò ad essi. Da dove veniva? Essi non lo compresero, non avevano visto nessun faro. Ed era una macchina del soccorso stradale! L'autista propose di guidarli in luogo sicuro. Il giovane si inquietava per la fattura. Davanti casa, l'autista parcheggiò la macchina. Tim entrò in cucina ma realizzò subito che non aveva pagato. Riuscì. La sua macchina era ben là, ma la macchina del soccorso ed il suo autista erano scomparsi. Eppure, nessuno dei due aveva sentito rumore, né di motore, né di catene. E nella neve, non vi era che una sola traccia di pneumatici, quella della loro macchina.

Partendo dall'esperienza dei suoi figli, la giornalista ha raccolto molti altri racconti di interventi stupefacenti dello stesso ordine: un pilota d'aereo atterrò nella nebbia grazie ad una voce. Egli pensa che sia quella d'un controllore del cielo, quando questi gli afferma che ogni contatto radio era interrotto. Una bagnante sta per annegarsi, tutta sola in mezzo ad un lago, vede giungere un maestri nuotatore che l'aiuta a riguadagnare la riva. Là, ella vuol ringraziare il suo salvatore, è scomparso. Queste manifestazioni si svolgono nel modo più normale in apparenza: gli angeli soccorrevoli (se lo sono) si mostrano sotto una forma del tutto naturale, per così dire, come i tre uomini che visitano Abramo a Mambre, accettando la sua ospitalità e la cena ch'egli offre loro (Gen 18, 1-8) come l'angelo Raffaele che, sotto l'aspetto d'un giovane di passaggio, accompagna il giovane Tobia nel suo viaggio. Talvolta, un dettaglio preciso sottolinea il carattere insolito dell'avvenimento: Un ragazzo lontano da casa sua è morso da un serpente velenoso. La sua gamba è tutta gonfia ma riesce a rientrare a casa sua. Sua madre disperata chiama il Cielo in aiuto. Ella vive in un posto isolato, senza telefono. Trasporta suo figlio in camionetta allorché egli respira difficilmente, la macchina cade in panne, un salvatore insperato li guida al dispensario, che purtroppo non è equipaggiato per curare il fanciullo, che cade in coma. La madre prega e lo stato del fanciullo finisce col migliorare. Quando può parlare, egli racconta che un uomo in bianco l'ha riportato a casa, l'ha aiutato a salire gli scalini...

Simili fatti di protezione sono lontani dall'essere rari nelle vite dei santi e dei mistici, e questo fin dai primi tempi del cristianesimo. La legenda di GREGORIO L'ILLUMINATORE, morto verso il 325 in Armenia, ne offre un esempio interessante. Figlio dell'assassino del re di Cappadocia, Gregorio vede la sua famiglia sterminata. Egli sfugge al massacro, perché un personaggio vestito di bianco lo sottrae alla vista degli assassini. Scoperto più tardi, è gettato in una fossa piena di serpenti: lo stesso uomo in bianco tiene i rettili a distanza. Commossa dal prodigio, la regina Achea fa liberare il condannato che, a mò di ringraziamento, guarisce il suo regale marito da una lebbra tenace, il che gli vale di essere chiamato anche Gregorio il Taumaturgo. Riconoscente, il re Tiridate si converte al cristianesimo. E' così che l'Armenia è diventata cristiana. Il racconto non resta senza ricordarci la storia dei tre giovani Ebrei gettati nella fornace dal re Nabuccodonosor e preservati dalle fiamme da un uomo il cui "aspetto rassomiglia a quello di un figlio degli dei" (Dan 3, 25), e quella di Daniele gettato nella fossa dei leoni: "Il mio Dio ha inviato il suo angelo, egli ha chiuso la gola dei leoni ed essi non mi hanno fatto del male" (Dan 6, 21-22).

Tali fatti non risalgono alla sola leggenda. Il sacerdote catalano ANTONIO MARIA CLARET (1807-1870) nutre da molto tempo una solida devozione verso gli angeli quando, nel 1850, p nominato arcivescovo di Cuba. In alcuni anni, egli compì un'opera di apostolato immenso, solcando l'isola da parte a parte per visitare le sue parrocchie, pronunciando più di 11.000 sermoni e regolarizzando quasi 30.000 matrimoni. Egli lotta contro la schiavitù, si sforza di migliorare la condizione dei contadini e degli operai fondando le "case del lavoro", soccorre le vittime del sisma del 1852 (ch'egli ha predetto), visita i malati degli ospedali al momento dell'epidemia di colera che ne consegue, non esitando a curarli con le sue mani. Questo zelo evangelizzatore gli vale l'odio dei ricchi proprietari terrieri che, a quindici riprese, tentano di farlo assassinare. Ogni volta, egli sfugge provvidenzialmente ai sicari lanciati sulle sue tracce: ora, è uno sconosciuto che lo informa dei loro funesti progetti, ora i colpi sono scartati da una mano invisibile. Fino al giorno in cui una voce interiore lo allerta del pericolo. Questa volta, egli non vi presta attenzione, poiché diffida dello straordinario: quando esce dalla chiesa di Holguin, un infelice ch'egli ha tratto di prigione si getta su di lui con un rasoio: deviata in extremis in modo inesplicabile, la lama sfiora il suo volto. Fino alla fine della sua vita, egli ne conserverà la cicatrice sulla gota sinistra. Non esiterà ad attribuire queste protezioni straordinarie al suo angelo custode.

Nel VI secolo, l'incantevole ERMELINDA è tratta da un cattivo passo da un angelo. La sua bellezza le valgono numerosi sospiranti, ma ella li svia perché ha deciso di consacrarsi a Dio. alcuni ragazzi non esitano a picchiarla; così, diventata afona a forza di dire loro: Giù le mani!", ella lascia il suo villaggio per stabilirsi a Beauchevain, nel Brabante. E' peggio! Il parroco la perseguita con le sue assiduità e la spinge nel confessionale, ben presto raddoppiato dal signore del luogo. Questi intende ben usare la forza all'occorrenza. Ma, allorché egli è vicino a violentare la ragazza, un cavaliere vestito di bianco sopraggiunge, la libera dalle imprese del galoppino e sparisce subitaneo, non senza aver arrossato quest'ultimo, storia dal ben osteggiargli ogni voglia di ricominciare. Ermelinda non aspetta che lo spavaldo abbia ripreso i suoi spiriti. Ella se ne fuggì fino a Meldaert, vicino a Tirlemont, dove il parroco - un sant'uomo, questa volta - la fa entrare in convento.

Nel 1940, una giovane ragazza tedesca ritorna a casa da sua madre dopo una giornata spossante di lavoro. Ella deve attraversare un bosco, la notte cala, ella non è affatto sicura. Prega. Come lascia il coperto degli alberi e che il villaggio è già in vista, dei soldati si levano, con l'arma in pugno, e la respingono verso il boschetto. Le loro intenzioni non fanno nessun dubbio. Anna - il suo nome - grida: "Aiuto, angelo mio!". E gli uomini indietreggiano, spaventati. Anna prosegue la sua strada e rientra tranquillamente. Più tardi, ella apprenderà dalla bocca di due di suoi aggressori che nel momento in cui ella ha gridato, un personaggio maestoso, vestito di bianco, si è interposto tra lei ed i soldati ai quali, senza dire una parola, ha fatto segno di allontanarsi. Egli era così impressionante che hanno subito ottemperato. Alcuni anni più tardi, l'angelo interverrà di nuovo per sottrarre Anna alla sevizie di un marito perverso: sarà questo l'inizio d'una stupefacente avventura mistica, che la porrà in contatto quotidiano con gli angeli e le anime del purgatorio, fino alla sua morte nel 1985.

Gli angeli non sono incaricati solamente di proteggere la virtù delle ragazze. Essi rendono talvolta lo stesso servizio agli uomini. Un giorno, una nobildonna di Murcia, in Spagna, fa chiamare al suo capezzale il francescano JUAN MANCEBON (1590-1660) perché, essendo giunta all'estremità, vuole ricevere gli ultimi sacramenti. Almeno è questo il pretesto che ella avanza, sapendo che questo è l'unico mezzo per spingere il giovane religioso ad entrare in una casa particolare. Come egli è vicino a lei, la matrona esprime con voce dolente il desiderio di confessarsi, così genitori e seguito lasciano la stanza, lasciandola sola col sacerdote. Recuperando subito le sue forze, ella prende la manica del sacerdote e gli manifesta senza equivoci le sue intenzioni, che sono meno che lodevoli. E' vero che fra Juan è ben prestante, di gradevole viso, e che egli fa battere il cuore delle ragazze di Murcia. Siccome la dama comincia a spingere molto oltre la disputa, il religioso invoca il suo angelo custode: come spicciarsi nella situazione senza causare uno scandalo? Lo si crederà solamente? Subito, un personaggio dal volto fiammeggiante d'una santa collera appare ai piedi del letto e folgora con lo sguardo la seduttrice che, spaventata, taglia corto a quella confessione d'un genere particolare e fa richiamare la sua gente, dichiarandosi da quel momento perfettamente guarita. Fra Juan lascia all'istante la casa, lasciando dietro di lui la reputazione d'un taumaturgo ... ed una devota definitivamente liberata dalle sue emozioni sensuali.

Alcuni anni più tardi, il cappuccino JOSÉ DE CARABANTES  (!628-1694) beneficia di una similare protezione. Allorché egli è in missione in Messico, una donna indiana s'innamora di lui e lo persegue con le sue assiduità: ella immagina che, diventata sua amante, condividerà i suoi poteri. Poiché il venerabile sacerdote si distingue per i suo doni sorprendenti. Egli comanda agli elementi, guarisce gli ammalati, moltiplica i viveri. Un giorno in cui ella si fa particolarmente insistente, due uomini vestiti di bianco e circondati di luce sorgono all'improvviso, respingendo con un gesto la seduttrice che, terrorizzata, prende la fuga senza chiedere il resto. Ella non vi ritornerà più. Padre José intratteneva con gli spiriti celesti una grande familiarità, sulla quale egli si è (malauguratamente per noi) mostrato molto discreto. Si sa tuttavia che un giorno, nel corso di una delle sue visite apostoliche, egli fu - con un compagno che, malgrado il divieto espresso di fra José, ha riportato l'avventura - tratto in extremis dalle mani di Indiani antropofagi da due uomini luminosi apparsi opportunamente, davanti ai quali i cannibali, colti da fragore che non si oserebbe qualificare di santo, scapparono come dei conigli. Più tardi, allorché era ritornato in Spagna e che predicava a Berino, in Galizia, l'assemblea vide apparire dietro di lui un personaggio di alta statura, dall'aspetto maestoso e dal volto raggiante di fiamme, che pareva coprirlo con la sua luce: un angeli, senza dubbio, che i fedeli molto impressionati ebbero ogni piacere nel contemplare per alcuni minuti.

Accade in effetti agli angeli di manifestarsi con splendore, come quelli che cacciano Eliodoro dal tempio: "un cavaliere terribile e equipaggiato d'uno splendido vestito (...) sembrante avere un'armatura d'oro", che assistono "due altri giovani, insigni in vigore, splendenti di bellezza, splendidamente vestiti" (2 Macc 25-26). Alcuni mesi prima della sua morte SOR JUANA DE LA CRUZ VASQUEZ (1481-1534) che le sue stigmate e le sue estasi hanno reso celebre nell'intera Spagna, vede un'orda di briganti progredire nottetempo verso il monastero di Cubas, di cui ella è la badessa. Il suo angelo custode l'ha allertata. Senza dubbio, i malandrini si apprestano a prendere d'assalto la casa delle religiose, isolata in aperta campagna lontano dalla località. E' cosa corrente, il paese è infestato da bande di mercenari inoperosi. Essi saccheggiano le provvigioni, fanno man bassa sui preziosi oggetti sacri e, occasionalmente, violentano qualche novizia. Essi sono ancora lontani, ma avranno raggiunto la clausura all'alba. Sor Juana sveglia le sorelle e tutte si recano nel coro per implorare l'assistenza del Cielo. Quando rischiara l'aurora, la badessa guadagna il suo posto 'osservazione: ella ha giusto il tempo per scorgere la truppa in piena sbandata, come in preda ad un estremo panico. Più tardi, ella apprenderà che nel momento in cui essi stavano per avanzare verso il monastero, essi hanno visto levarsi una folla di guerrieri armati da capo a piedi, le corazze e le spade scintillanti sotto i primi fuochi del sole: credendo che fossero i soldati del re, essi sono fuggiti a tutte gambe. Sor Juana ebbe la convinzione che il Signore avesse distaccato una legione di angeli per difendere la Sua dimora.

Nel 1900, un'apparizione analoga si produsse a Pechino. Era in un momento cruciale della guerra dei Boxers, gli Europei erano massacrati in tutto il paese. Allorché i fanatici cinesi assiepavano un convento di religiose e che la porta stava vicino per cedere, vi fu nel cielo un rumore: assalitori ed assiepati videro al di sopra dell'edificio un angelo scintillante di luce dispiegante le su bianche ali, circondato da una folla di altri spiriti celesti in armi. I Cinesi furono così impressionati da quell'apparizione che si ritirarono immediatamente. Lo stesso giorno, nello stesso momento, la Vergine Maria si mostrava nel firmamento al di sopra della città di Tong Lu, visibile da tutti: gli abitanti vi videro un segno di protezione. In effetti, la località fu preservata dai Boxers. Nel cielo di Alzonne, in Francia, diverse persone affermarono di aver visto nella primavera del 1914 eserciti di angeli vestiti di bianco: presagio della guerra di cui la Vergine, che si mostrava in quel luogo ad alcuni visionari, annunciava l'imminenza. Ma quelle pretese apparizioni, che si prolungarono fino al 1921, non meritano alcun credito - esse furono condannate dall'autorità ecclesiastica -,m e le manifestazioni angeliche devono essere messe in conto all'immaginazione di fedeli esaltati. Non favoleggiavano essi la Vergine degli Eserciti - così la chiamavano - come un cigno splendente, che sarebbe convenuto più a Leda che a Maria? Come pure, le visioni di angeli immensi e vestiti di bianco che, qui e là, accompagnarono (se si crede ad alcune pie persone) le apparizioni della Madonna delle Rose a San Damiano, negli anni 1965-1980. La stessa visionaria, ROSA QUATTRINI (1909-1981), non accordava nessun credito ai pellegrini che venivano a dirle simili sciocchezze.

Questi impressionanti interventi angelici non sono sempre collettivi, né si collegano necessariamente a delle apparizioni mariane. Talvolta, i celesti messaggeri agiscono nell'anonimato fino al momento in cui, compiuta la loro missione, essi si rivelano come degli esseri soprannaturali inviati da Dio, riempiendo allora i loro interlocutori d'un timore rispettoso: così l'angelo che promette a Gedeone la protezione divina e la vittoria sui Madianiti ed i loro alleati (Giud 6, 11-24). JEAN-ANTOINE OLIVIER, paggio vicino ad Avignone del signore della Barthalasse, si vide un giorno di guardia circondato da un cerchio di fuoco che fece scintillare le sue armi. Una voce ne uscì: "Lascia là la sciabola ed il moschetto, e ritorna ad Avignone. Tu non sei nato per massacrare i tuoi fratelli, ma per venir loro in aiuto e lavorare alla loro salvezza". Poco dopo, un'apparizione della Vergine lo portò ad entrare presso i francescani. Non è che anni più tardi che il religioso, rimasto semplice fratello laico, apprese dal suo angelo custode che il cerchio di fuoco e la voce misteriosa erano la forma sotto la quale quel celeste compagno si era manifestato a lui. Nel frattempo, l'umile religioso aveva, a costo d'un lavoro massacrante ed attraverso mille pericoli da cui era sempre uscito indenne, intrapreso la riforma dell'Osservanza in Provenza. Ritenuto per santo, onorato dai grandi del Regno - il cardinale Richelieu, la regina Anna d'Austria, il principe di Condé - che si urtavano per assistere alle sue estasi, egli morì nel 1649 all'età di 76 anni, dopo cinquant'anni di vita religiosa.

Gli angeli non hanno come unico compito quello di proteggerci, quantunque anche la maggior parte dei racconti contemporanei fanno stato dei loro interventi per preservare una persona da un pericolo, sottrarlo ad un pericolo. Essi hanno ricevuto da Dio altre missioni, che ai nostri giorni sembrano singolarmente dimenticate. Come pure, essi si manifestano ai loro amici con molteplici delicatezze di cui alcune hanno il sapore di fioretti, e che non li si incontrano  mai nell'esperienza degli autori attuali che riportano i loro supposti contatti con questi spiriti celesti: gli angeli della nuova religiosità sono finalmente ben insipidi, nelle loro azioni come nelle loro parole. L'inventiva della grazia divina sembra essersi perduta in essi.

"Enciclopedia dei fenomeni straordinati" di Joachim Bouflet - Tradotto da Alfonso Giusti (Segretario Generale della M.S.M.A.)

 
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