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Gli Angeli al servizio del Messia PDF Print E-mail
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Gli Angeli al servizio del MessiaIl Nuovo Testamento mette in rilievo i compiti degli angeli in rapporto alla missione di Cristo come Messia, e prima di tutto al mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio, come costatiamo nel racconto dell'annunciazione della nascita di Cristo stesso, nelle spiegazioni e disposizioni date a Maria e Giuseppe, nelle indicazioni date ai pastori nella notte della nascita del Signore, nella protezione del neonato davanti al pericolo della persecuzione di Erode. Più avanti i Vangeli parlano della presenza degli angeli durante il digiuno di 40 giorni di Gesù nel deserto e durante la preghiera nel Getsèmani. Dopo la risurrezione di Cristo sarà ancora un angelo, apparso sotto forma di un giovane, che dirà alle donne accorse al sepolcro e sorprese dal fatto di trovarlo vuoto: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.

È risorto, non è qui... andate!... dite ai suoi discepoli...". Due angeli sono visti anche da Maria Maddalena, che è privilegiata d'una apparizione personale di Gesù. Gli angeli "si presentano" agli Apostoli dopo la scomparsa di Cristo, per dire loro: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". Sono gli angeli della vita, della passione e della gloria di Cristo. Gli angeli accompagnano sempre Gesù nella sua missione salvifica. Se passiamo alla nuova venuta di Cristo, cioè alla "Parusia", troviamo che tutti i sinottici annotano che il "Figlio dell'uomo... verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi". Si può dunque dire che gli angeli, come puri spiriti, non solo partecipano nel modo che è loro proprio alla santità di Dio stesso, ma nei momenti chiave circondano il Cristo e lo accompagnano nell'adempimento della sua missione salvifica nei riguardi degli uomini. Allo stesso modo anche tutta la Tradizione e il Magistero ordinario della Chiesa ha attribuito nei secoli agli angeli questo particolare carattere e questa funzione nel ministero messianico.

La Chiesa professa la fede negli angeli custodi e ne raccomanda la venerazione. Tra i libri del Nuovo Testamento, sono specialmente gli Atti degli Apostoli che ci fanno conoscere alcuni fatti che attestano la sollecitudine degli angeli per l'uomo e per la sua salvezza. Così, quando l'angelo di Dio libera gli apostoli dalla prigione e prima di tutto Pietro, che era minacciato di morte dalla mano di Erode. O quando guida l'attività di Pietro nei riguardi del centurione Cornelio, il primo pagano convertito. Analogamente quando guida l'attività del diacono Filippo lungo la via da Gerusalemme a Gaza. Da questi pochi fatti, si comprende come nella coscienza della Chiesa abbia potuto formarsi la persuasione sul ministero affidato agli angeli in favore degli uomini. Perciò la Chiesa confessa la sua fede negli angeli custodi, venerandoli nella liturgia con una festa apposita e raccomandando il ricorso alla loro protezione con una preghiera frequente, come nell 'invocazione 'Angelo di Dio".

Gli angeli sono esseri-persone dotati di intelligenza e libera volontà. In quanto creature di natura spirituale, gli angeli sono dotati di intelletto e di libera volontà, come l'uomo, ma in grado a lui superiore, anche se sempre finito, per il limite che è inerente a tutte le creature. Gli angeli sono quindi esseri personali e, in quanto tali, sono anch'essi a "immagine e somiglianza" di Dio. La Sacra Scrittura si riferisce agli angeli adoperando anche appellativi non solo personali (come i nomi propri: Raffaele, Gabriele, Michele), ma anche "collettivi" (come le qualifiche di: serafini, cherubini, troni, potestà, dominazioni, principati), così come opera una distinzione tra angeli e arcangeli. Pur tenendo conto del linguaggio analogico e rappresentativo del testo sacro, possiamo dedurre che questi esseri-persone, quasi raggruppati in società, si suddividono in ordini e gradi, rispondenti alla misura della loro perfezione e ai compiti loro affidati. Gli autori antichi e la stessa liturgia parlano anche dei cori angelici (nove, secondo Dionigi l’'Areopagita).


La verità sugli angeli reca un grande servizio all'uomo. La Chiesa, proponendo con franchezza la totalità della verità su Dio creatore anche degli angeli, crede di recare un grande servizio all 'uomo. L'uomo nutre la convinzione che è il Cristo, Uomo-Dio, (e non gli angeli) a trovarsi al centro della divina Rivelazione. Ebbene, l'incontro religioso con il mondo degli esseri puramente spirituali diventa preziosa rivelazione del suo essere non solo corpo, ma anche spirito, e della sua appartenenza a un progetto di salvezza veramente grande ed efficace, entro una comunità di esseri perso-nali che per l'uomo e con l'uomo servono il disegno provvidenziale di Dio. Notiamo che la Sacra Scrittura e la Tradizione chiamano propriamente angeli quegli spiriti puri che nella fondamentale prova di libertà hanno scelto Dio, la sua gloria e il suo regno. Essi sono uniti a Dio mediante l'amore che scaturisce dalla beatificante visione, faccia a faccia, della Santissima Trinità. Lo dice Gesù stesso: "Gli angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli". Quel "vedere sempre la faccia del Padre" è la manifestazione più alta dell 'adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella "liturgia celeste", compiuta a nome di tutto l'universo, alla quale incessantemente si associa la terrena liturgia della Chiesa la quale, ogni giorno e ogni ora, nel mondo intero, nella santa messa, si richiama "agli angeli e agli arcangeli " per cantare la gloria di Dio.

Gli angeli sono chiamati da Dio ad avere la loro parte nella storia della salvezza degli uomini. Sempre secondo la Rivelazione, gli angeli, che partecipano alla vita della Trinità nella luce della gloria, sono anche chiamati ad avere la loro parte nella storia della salvezza degli uomini, nei momenti stabiliti dal disegno della divina provvidenza. "Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?", domanda l'autore della Lettera agli Ebrei. E questo crede e insegna la Chiesa, in base alla Sacra Scrittura, dalla quale apprendiamo che compito degli angeli buoni è la protezione degli uomini e la sollecitudine per la loro salvezza. Troviamo queste espressioni in diversi passi della Sacra Scrittura, come ad esempio nel Salmo 90 (91): "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede". Gesù stesso, parlando dei bambini e ammonendo di non dar loro scandalo, si richiama ai "loro angeli". Egli attribuisce inoltre agli angeli la funzione di testimoni nel supremo giudizio divino sulla sorte di chi ha riconosciuto o ha rinnegato il Cristo: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli angeli di Dio...; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio". Queste parole sono significative perché se gli angeli prendono parte al giudizio di Dio, sono interessati alla vita dell'uomo. Interesse e partecipazione che sembrano ricevere un 'accentuazione nel discorso escatologico, nel quale Gesù fa intervenire gli angeli nella Parusia, ossia nella definitiva venuta di Cristo, alla fine della storia.

Gli angeli sono immortali e, quindi, non soggetti alle leggi della corruttibilità. Dio creò fin dal principio entrambe le realtà: quella spirituale e quella corporale, il mondo terreno e quello angelico. Tutto ciò egli creò insieme in ordine alla creazione dell'uomo, costituito di spirito e di materia e posto secondo la narrazione biblica nel quadro di un mondo già stabilito secondo le sue leggi e già misurato dal tempo. Assieme all 'esistenza, la fede della Chiesa riconosce certi tratti distintivi della natura degli angeli. Il loro essere puramente spirituale indica prima di tutto la loro non materialità e la loro immortalità. Gli angeli non hanno "corpo" (anche se in determinate circostanze si manifestano sotto forme visibili in ragione della loro missione a favore degli uomini), e quindi non sono soggetti alla legge della corruttibilità che accomuna tutto il mondo materiale. Gesù stesso, riferendosi alla condizione angelica, dirà che nella vita futura i risorti "(non) possono più morire, perché sono uguali agli angeli". Tre arcangeli, Michele, Gabriele, e Raffaele: significato dei nomi e loro missione.

La Chiesa onora con culto liturgico tre figure di angeli, che nella Sacra Scrittura sono chiamati per nome. Il primo è Michele arcangelo. Il suo nome esprime l'atteggiamento essenziale degli spiriti buoni. "Mica-El" significa infatti: "Chi come Dio?". In questo nome si trova, dunque, espressa la scelta salvifica grazie a/la quale gli angeli "vedono la faccia del Padre" che è nei cieli. Il secondo è Gabriele: figura legata soprattutto al mistero dell'incarnazione del Fi-glio di Dio. il suo nome sign41ca: "la mia potenza è Dio", oppure "potenza di Dio", quasi a dire che al culmine della creazione, l'incarnazione è il segno supremo del Padre onnipotente. Infine, il terzo arcangelo si chiama Raffaele. "Rafa-El" significa: "Dio guarisce". Egli si è fatto conoscere dalla storia di Tobia nell'Antico Testamento; così significava l'affidamento agli angeli dei piccoli figli di Dio, sempre bisognosi di custodia, di cura e di protezione.

La Chiesa con l'annunzio del regno di Dio è sempre vittoriosa sul maligno, contro cui è continuamente in lotta. Come testimonia l'evangelista Luca, nel momento in cui i discepoli tornavano dal Maestro pieni di gioia per i frutti raccolti ne/loro tirocinio missionario, Gesù pronuncia una frase che fa pensare: "Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore". Con queste parole il Signore afferma che l’'annuncio del regno di Dio è sempre una vittoria sul diavolo, ma, nello stesso tempo, rive/a anche che l’edificazione del Regno è continuamente esposta alle insidie dello spirito del male. Interessarsene, come intendiamo fare con la catechesi di oggi, vuoi dire prepararsi alla condizione di lotta che è propria della vita della Chiesa in questo tempo ultimo della storia della salvezza (così come afferma il Libro dell'Apocalisse). D 'altra parte, ciò permette di chiarire la retta fede della Chiesa di fronte a chi la stravolge, esagerando l'importanza del diavolo, o di chi ne nega o ne minimizza la potenza malefica. La potenza di Satana è limitata, tollerata da Dio, e sempre concorre al bene, poiché Dio guida la storia.
La fede della Chiesa ci insegna che la potenza di Satana non è infinita. Egli è solo una creatura, potente in quanto spirito puro, ma pur sempre una creatura, con i limiti della creatura, subordinata al volere e al dominio di Dio. Se Satana opera nel mondo per il suo odio contro Dio e il suo Regno, ciò è permesso dalla divina provvidenza che con potenza e bontà dirige la storia dell'uomo e del mondo. Se l'azione di Satana

certamente causa molti danni, di natura spirituale e, indirettamente di natura anche fisica, ai singoli e alla società, egli non è tuttavia in grado di annullare la definitiva finalità cui tendono l'uomo e tutta la creazione: il Bene. Egli non può ostacolare l'edificazione del regno di Dio, nel quale si avrà, alla fine, la piena attuazione della giustizia e dell'amore del Padre verso la creatura, eternamente "predestinata" nel Figlio Verbo, Gesù Cristo. Possiamo anzi dire con san Paolo che l'opera del maligno concorre al bene e che serve a edificare la gloria degli "eletti". Il Cristo è venuto a sconfiggere il diavolo e la Chiesa riceve da lui lo stesso potere. Tutta la storia dell'umanità si può considerare in funzione della salvezza totale, nella quale è iscritta la vittoria di Cristo sul "principe di questo mondo". "Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui SOLO adorerai", dice perentoriamente Cristo a Satana. In un momento drammatico del suo ministero, a chi lo accusava in modo sfacciato di scacciare i demoni perché alleato di Beelzebul, capo dei demoni, Gesù risponde con queste parole severe e confortanti insieme: "...E se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il Regno di Dio". Le parole pronunciate da Cristo a proposito del tentatore trovano il loro compimento storico nella croce e nella risurrezione del Redentore. Come leggiamo nella lettera agli Ebrei, Cristo si è fatto partecipe dell'umanità fino alla croce "per ridurre all 'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo... e liberare così quelli che... erano tenuti in schiavitù". Questa è la grande certezza della fede cristiana: "il principe di questo mondo è stato giudicato"; "il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo", come ci attesta san Giovanni. Dunque, il Cristo crocifisso e risorto si è rivelato come quel "più forte" che ha vinto "l'uomo forte", il diavolo; e lo ha spodestato. Alla vittoria di Cristo sul diavolo partecipa la Chiesa: Cristo, infatti, ha dato ai suoi discepoli il potere di cacciare i demoni. La Chiesa esercita tale potere vittorioso mediante la fede in Cristo e la preghiera, che in casi specifici può assumere la forma dell'esorcismo.

Con l'aiuto degli angeli, lottiamo contro il maligno, per il trionfo del bene, verso la vittoria finale: la parusia. In questa fase storica della vittoria di Cristo si inscrive l'annuncio e l'inizio della vittoria finale, la parusia, la seconda e definitiva venuta di Cristo alla conclusione della storia, verso la quale è proiettata la vita del cristiana Anche se è vero che la storia terrena continua a svolgersi sotto l'influsso di "quello spirito che, come dice san Paolo, ora opera negli uomini ribelli , i credenti sanno di essere chiamati a lottare per il definitivo trionfo del Bene: "la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti".

Con l'aiuto degli angeli e dei santi, si compirà la vittoria del bene anticipata nel mistero pasquale di Cristo. La lotta, man mano che se ne avvicina il termine, diventa in certo senso sempre più violenta, come mette in rilievo specialmente l'Apocalisse, l'ultimo libro del Nuovo Testamento. Ma proprio questo libro accentua la certezza che ci è data da tutta la Rivelazione divina: che cioè la lotta si concluderà con la definitiva vittoria del bene. In quella vittoria, precontenuta nel mistero pasquale di Cristo, si adempirà definitivamente il primo annuncio del libro della Genesi, che con termine significativo è detto protoevangelo, quando Dio ammonisce il serpente: "Io porrò inimicizia tra te e /a donna" In quella fase definitiva, Dio, completando il mistero della sua paterna provvidenza, "libererà dal potere delle tenebre" coloro che ha eternamente 'predestinati in Cristo" e li "trasferirà nel regno del suo Figlio diletto". Allora il Figlio sottometterà al Padre anche l'intero uni-verso, affinché "Dio sia tutto in tutti".

Dio ha creato gli angeli per la sua gloria e come aiuto agli uomini. In maniera progressiva e organica abbiamo potuto ammirare stupefatti il grande mistero dell'intelligenza e dell 'amore di Dio, nella sua azione creatrice, verso il cosmo, verso l'uomo, verso il mondo degli spiriti puri. Di tale azione abbiamo considerato la matrice trinitaria, la sapiente finalizzazione alla vita dell'uomo, vera "immagine di Dio", a sua volta chiamato a ritrovare pienamente la sua dignità nella contemplazione della gloria di Dio. Abbiamo ricevuto luce su uno dei massimi problemi che inquietano l'uomo e pervadono la sua ricerca di verità: il problema della sofferenza e del male. Alla radice non sta una decisione errata o cattiva di Dio, ma la sua scelta, e in certo modo il suo rischio, di crearci liberi per averci amici. Dalla libertà è nato anche il male. Ma Dio non si arrende, e con la sua saggezza trascendente, predestinandoci ad essere suoi figli in Cristo, tutto dirige con fortezza e soavità, perché il bene non sia vinto dal male.

GLI ANGELI NELLA VITA DEI SANTI "Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore o pastore, per condurlo alla vita". san Basilio di Cesarea "I più grandi santi e gli uomini di Dio hanno vissuto nella familiarità degli angeli, da ant'Agostino a J.K. Newman". card. J. Danielou Nella vita dei mistici e dei santi gli "incontri angelici" sono frequenti. Ecco alcuni esempi significativi: SAN FRANCESCO D'ASSISI (1182-1226) La devozione di San Francesco per gli angeli è descritta da san Bonaventura in questi termini: "Con inseparabile vincolo d 'amore era unito agli angeli, a questi spiriti che ardono d'un fuoco meraviglioso e, con esso, pene frano in Dio e infiammano le anime degli eletti. Per devozione verso di loro, a cominciare dalla festa dell 'Assunzione della Vergine santissima, digiunava per quaranta giorni, dedicandosi continuamente alla preghiera. Era particolarmente devoto a san Michele arcangelo". SAN TOMMASO D 'AQUINO (1225-1274) Durante le sua vita ebbe numerose visioni e comunicazioni con gli angeli, oltre a dedicare loro particolare attenzione nella sua Summa teologica (S Th. I, q.50-64). Ne parlò con così tanta acutezza e penetrazione e seppe esprimersi nella sua opera in maniera così convincente e suggestiva, che già i suoi contemporanei lo definirono "Doctor Angelicus", Dottore Angelico. Esseri di natura puramente immateriale e spirituale, di numero incalcolabile, diversi per saggezza e perfezione, suddivisi in gerarchie, gli angeli, per lui, sono esistiti da sempre; ma furono creati da Dio, forse prima del mondo materiale e dell'uomo. Ogni uomo, sia esso cristiano o non cristiano, ha un angelo custode che non lo abbandona mai, neppure se è un grandissimo peccatore. Gli angeli custodi non impediscono che l'uomo faccia uso della sua libertà anche per compiere il male, tuttavia operano su di lui illuminandolo e ispirandogli buoni sentimenti. BEATA ANGELA DA FOLIGNO (1248-1309) Affermò di essere stata inondata di gioia immensa alla vista degli angeli: "Se non l'avessi sentita, non avrei creduto che la vista degli angeli fosse capace di dare una tale gioia". Angela, sposa e madre, si era convertita nel 1285; dopo una vita dissoluta, aveva iniziato un cammino mistico che l'aveva portata a divenire perfetta sposa di Cristo che le era apparso più volte insieme agli angeli. SANTA FRANCESCA ROMANA (1384-1440) La santa più conosciuta e amata dai romani. Bella e intelligente, avrebbe voluto essere sposa di Cristo, ma per obbedire al padre acconsentì al matrimonio con un patrizio romano e fu madre e sposa esemplare. Rimasta vedova si dedicò completamente alla vocazione religiosa. È fondatrice delle Oblate di Maria. Tutta la vita di questa santa è accompagnata da figure angeliche, in particolare sentiva e vedeva accanto a sé sempre un 'angelo. il primo intervento dell'angelo è del 1399 salvando Francesca e sua cognata che erano cadute nel Tevere. L'angelo si presentava come un bambino di 10 anni con i capelli lunghi, gli occhi splendenti, vestito di una tunica bianca; fu soprattutto vicino a Francesca nelle numerose e violente lotte che ella dovette sostenere con il diavolo. Questo an gelo fanciullo rimase accanto alla santa per 24 anni, poi fu sostituito da un altro molto più risplendente del primo, di gerarchia superiore, che restò con lei fino alla morte. Francesca fu amatissima dal popolo di Roma per la straordinaria carità e le guarigioni che otteneva. PADRE PIO DA PIETRELCINA (1887-1968) Devotissimo all 'angelo. Nelle battaglie numerose e durissime che dovette sostenere con il maligno, un personaggio luminoso, certo un angelo, gli fu sempre vicino per aiutarlo e dargli forza. "Che l'angelo ti accompa-gni" diceva a chi gli chiedeva la benedizione. Una volta disse: "Pare impossibile quanto siano obbedienti gli angeli!". TERESA NEUMANN (1898-1962) Nel caso di un'altra grande mistica del nostro tempo, Teresa Neumann, contemporanea di Padre Pio, troviamo un contatto quotidiano e sereno con gli angeli. Essa nacque nel paesino di Konnersreuch in Baviera nel 1898 e qui morì nel 1962. Il suo desiderio sarebbe stato quello di farsi suora missionaria, ma nefu impedita da una grave malattia, conseguenza di un incidente, che la rese cieca e paralizzata. Per anni rimase a letto, sopportando serenamente la propria infermità e fu poi improvvisamente guarita prima dalla cecità poi dalla paralisi, per l'intervento di Santa Teresa di Lisieux di cui la Neumann era devota. Ben presto incominciarono le visioni della passione di Cristo che accompagnarono Teresa per tutta la vita ripetendosi ogni venerdì, in più, gradualmente, si manifestarono le stigmate. In seguito Teresa avverti sempre meno il bisogno di nutrirsi, poi smise completamente di mangiare e di bere. Il suo digiuno totale, controllato da apposite commissioni nominate dal vescovo di Ratisbona, durò ben 36 anni. Riceveva quotidianamente solo i 'Eucaristia. Più di una volta le visioni di Teresa ebbero come oggetto il mondo angelico. Del proprio angelo custode percepiva la presenza: lo vedeva alla propria destra e vedeva anche l'angelo dei suoi visitatori. Teresa riteneva che il suo angelo la proteggesse dal demonio, la sostituisse nei casi di bilocazione (ella fu vista spesso contemporaneamente in due luoghi) e l'aiutasse nelle difficoltà. Per avere altre testimonianze di santi sull'esistenza e sul loro rapporto con gli angeli rimandiamo al capitolo "Preghiere all'angelo custode". Tuttavia, oltre ai santi riportati in questo volume, molti altri hanno vissuto episodi significativi legati a questi messaggeri celesti tra cui: san Felice di Noia, Santa Margherita da Cortona, San Filippo Neri, Santa Rosa da Lima, Santa Angela Merici, Santa Caterina da Siena, Guglielmo di Narbona, Benedetta la veggente del Laus ecc. 

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)

 
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