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Si può fare una consacrazione a San Raffaele Arcangelo? PDF Stampa E-mail

Si può fare una consacrazione a San Raffaele Arcangelo?Certamente! Anzi, si tratta di un atto d’una forte fede nel soprannaturale, come pure di una saggia e concreta religiosità cattolica! Nella storia della salvezza, ogni consacrazione ha la sua origine in Dio: è Lui che sceglie l’uomo e lo chiama al Suo servizio per unirlo a sé. Poiché, però, Dio desidera unirsi alla creatura con un patto d’amore, questa consacrazione esige la libera risposta d’amore della creatura. In tale senso, anche la risposta dell’uomo a Dio può essere chiamata “consacrazione”. Con l’atto di consacrazione una persona o un oggetto viene sottratto all’uso profano e posto al servizio di Dio. Inoltre, per i cristiani, la consacrazione ai Santi Angeli è un patto che si fonda sulla consacrazione a Cristo nel sacramento del Battesimo. Nel Battesimo rinunciamo agli angeli caduti e diciamo “Sì” a Cristo. Questo “Sì” a Cristo e all’unione con Lui comporta non solo l’unione con gli altri membri umani della Chiesa ...

..., ma anche la comunione con i Santi Angeli (cfr Eb 12,22 ss.), poiché Cristo non solo è il Capo degli uomini ma anche degli Angeli (cfr Summa Theologiae III, 8, 4, c; Col 2,10). Questo vale anche per San Raffaele, uno dei tre Angeli che la Chiesa venera con il suo nome. PREMESSA 12 Conosciamo San Raffaele dal Libro di Tobia nell’Antico Testamento. Il suo nome significa: “Medicina di Dio”. Egli è “uno dei sette Angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tb 13,7). La Chiesa cattolica lo riconosce uno degli Arcangeli dei quali conosciamo il nome.

Veneriamo San Raffaele anzitutto come guaritore, guida dei viaggiatori, ma anche compagno nel nostro cammino spirituale, cioè nello sviluppo dell’amicizia personale con Dio, guida spirituale nel discernimento vocazionale, sia per trovare il partner giusto per il matrimonio, sia per la vocazione sacerdotale e religiosa; ci aiuta infine contro la lussuria, personificata nel demone Asmodeo. Perché, quindi, noi veneriamo questo grande personaggio del mondo celeste? Prima di tutto, possiamo affermare che tra gli Arcangeli che nei nostri confronti hanno il “vantaggio” di aver un nome riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, San Raffaele è colui che meglio rappresenta il mondo angelico sotto l’aspetto dell’interesse verso l’umanità. Infatti, “non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?” (Eb 1,14). Questo interesse verso l’umanità è cristocentrico: ciò significa che gli Angeli Santi, che sono gli Angeli di Cristo (cfr CCC 331), seguono il loro Signore che si è fatto uomo per partecipare alla sua opera salvifica. Così, nella venerazione speciale PREMESSA 13 a San Raffaele, egli si mostra per noi come garante dell’aiuto angelico nella nostra vita, ci fa consapevoli della presenza degli Angeli tra noi e fa sì che diventiamo persone colme di gratitudine, gioia e serenità davanti al grande Signore degli eserciti celesti.

La venerazione speciale a San Raffaele, inoltre, ci aiuta a mantenere salda la nostra fede cattolica, ricordandoci sempre dell’esistenza di esseri spirituali, della grazia e del Cielo, che è nostra patria eterna. San Raffaele, guaritore: il suo nome, come abbiamo detto, significa Medicina di Dio. “Egli, infatti, toccò gli occhi di Tobia, quasi in atto di medicarli, e dissipò le tenebre della sua cecità. Fu giusto dunque che venisse chiamato ‘Medicina di Dio’ colui che venne inviato a operare guarigioni” (San Gregorio Magno, PL 76, 1251). San Raffaele, compagno: tutto il racconto del Libro di Tobia è pieno d’insegnamenti sulla delicatezza e prudenza dell’Angelo accompagnatore. Si può dire che il buon Dio manda i suoi Angeli a guidare gli uomini di buona volontà “dalla croce alla luce”. “Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini!” (Sal 106, 8). San Raffaele, guida spirituale: così possiamo capire ciò che è successo visibilmente con la famiglia di Tobia, cioè che la testimonianza della fede e la pratica della pietà, con l’aiuto celeste, giovano sempre per il bene dell’uomo. Ciò si può applicare con ancora più ragione alla vita spirituale, cammino attraverso una viPREMESSA 14 ta aspra verso le consolazioni divine che, da parte loro, ci preparano a sopportare ulteriori croci. “Felice l’uomo che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché Egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana” (Gb 5, 1718). I devoti di San Raffaele, quindi, per mano dei loro Santi Angeli Custodi saranno capaci di fare velocemente progressi nella loro vita spirituale, alla scuola della sapienza della Croce di Cristo.

San Raffaele, custode dei nostri tesori: un aspetto meno ricordato del Libro di Tobia è quello del tesoro che San Raffaele riuscì a riportare alla casa del padre Tobi. Anche noi cristiani abbiamo un tesoro da accumulare, custodire e portare alla nostra patria celeste, cioè le buone opere. Dice Gesù: “Accumulatevi … tesori nel cielo … Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,20). Come è bello e fruttuoso meditare spesso su come gli Angeli ci spingano incessantemente a compiere delle buone opere: opere di misericordia! Sono sempre loro che ci preparano questi tesori nel cielo e fanno da nostri intercessori presso Dio insieme con Maria, loro Regina. Infatti possiamo affermare che chi crede negli Angeli e li venera possiede una spiritualità più ricca e fruttuosa, forte della devozione alla Madre di Dio. Nell’Opera dei Santi Angeli c’è una bella preghiera che accenna alla spiritualità che dovrebbe ispirare tutti quelli che venerano San Raffaele: PREMESSA 15 “San Raffaele Arcangelo! Tu freccia d’amore e medicina dell’Amore di Dio, ti supplichiamo, ferisci il nostro cuore con l’ardente Amore di Dio e fa che questa ferita non si chiuda mai, affinché anche nella vita d’ogni giorno possiamo rimanere sempre sulla via dell’Amore, e superare tutto con l’Amore! Amen”.

Padre Joachim Welz, ORC Ordine dei Canonici Regolari della Santa Croce

 
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