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L'Arcangelo della buona morte PDF Stampa E-mail

L'Arcangelo della buona morteUn apostolo di San Michele, l'abate Fierville, canonico di Bayeux, morì, o piuttosto ad addormentarsi piamente nella pace del Signore, per risvegliarsi nella gloria eterna, in compagnia degli Angeli di cui era stato sulla terra un devotissimo servitore. Prendiamo le considerazioni successive dal suo bel mese a San Michele. "Ispirandosi a Sant'Agostino, l'abate Soyer fa giudiziosamente notare che un'anima perduta o dannata è come una sconfitta per San Michele, ed una vittoria definitiva per lo Spirito maligno. Anche un grande vescovo egli disse, parlando della nostra morte, che essa è una lotta tra San Michele ed il demonio, che l'Arcangelo raddoppia gli sforzi per respingere gli attacchi del nemico della nostra salvezza, poiché egli ama le nostre anime e sa che gli eletti contribuiscono in cielo alla gloria di Dio.

Secondo un Dottore della Chiesa, Clodoveo si raccomandava, ogni giorno, fin dal suo battesimo, al glorioso Arcangelo, patrono della buona morte, e gli rivolgeva questa preghiera: O San Michele, che siete il più potente aiuto dei cristiani nell'ora della morte, pongo in voi la mia fiducia; datemi una morte preziosa davanti a Dio. Nel XIII secolo, San Pantaleone affermava che la funzione attribuita a San Michele di proteggere i morenti era un privilegio secolare e riconosciuto da tutti. Questa è l'opinione che aveva emessa precedentemente San Gerolamo quando diceva che San Michele assisteva le anime, fin dalla loro apparizione sulla terra, e soprattutto in quell'ora temibile del passaggio dalla vita all'eternità.

Poggiandosi su San Tommaso, Bellarmino e Suarez dichiarano che San Michele è l'Angelo patrono della buona morte, e che chiunque si raccomanda sinceramente a lui non morirà nello stato di peccato mortale, ma sarà salvato, grazie alla sua potente protezione, in quel momento supremo dell'agonia. D'altronde i sovrani Pontefici hanno autorizzato ed arricchito di indulgenze diverse confraternite che sono state erette sotto il nome di confraternite di San Michele della Buona Morte. Se crediamo ad un rapportatore degno di fede, ventinovemila parrocchie erano arruolate nel secolo scorso in queste confraternite. La Rivoluzione francese e, in altri paesi, l'indifferenza, hanno fatto dimenticare queste salutari pratiche di devozione. Nondimeno, questa credenza non è ancora completamente scomparsa, ed anche che da qualche tempo essa si diffonde e si sviluppa, grazie alle benedizioni ed alle indulgenze con cui i Sovrani Pontefici Pio IX e Leone XIII si sono degnati di arricchire l'Arciconfraternita di San Michele, arciconfraternita il cui scopo è di ottenere dal santo Arcangelo non solamente la preservazione da una morte subitanea ed imprevista, ma soprattutto la grazia di una buona morte. San Michele del resto, ha risposto alla fiducia dei suoi devoti servitori manifestando in modo miracoloso e visibile la sua potenza quasi sovrana sulle anime all'ultimo stadio della vita, secondo l'espressione di Gregorio di Tours.

Ben morire, ecco l'importante, ecco l'unico affare, ecco quello che deve essere l'oggetto di tutte le nostre preoccupazioni. In effetti, che servono all'uomo tutti i beni della terra, tutti i vantaggi fisici ed intellettuali, se, al termine della vita, egli cade nei fuochi eterni dell'inferno? ... Quando si pensa che la morte può colpirci in ogni istante;  che la salute, la forza, la giovinezza, le precauzioni più grandi non potrebbero metterci al riparo dai suoi colpi imprevisti, si rimane meravigliati di incontrare degli uomini abbastanza ciechi per vivere come se la morte non dovesse mai colpirli, od almeno come se essa non dovesse colpirli che in un futuro ben lontano. Eppure quanti esempi, quante sorprese, quanti avvertimenti quasi quotidiani ben adatti a farci riflettere!  Non è dunque sorprendente che i santi abbiano avuto a cuore di raccomandarsi a San Michele, al fine di ottenere la grazia di una buona morte, e che essi insistono tanto perché ogni cristiano gli confidi quell'ultima ora così importante per la sua glorificazione eterna.

Abbiamo spesso sulle nostre labbra quella bella preghiera che Sant'Anselmo faceva ogni giorno prima di celebrare l'augusto sacrificio della messa: "San Michele, Arcangelo di Dio, custode del cielo, venite in mio aiuto nel momento della mia morte; siate mia difesa contro lo spirito maligno, e conducete la mia anima nella gloria del Paradiso".

Tratto da "L'Angelo Custode" n° 7, Novembre 1896, pp. 217-222

 
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