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San Michele difensore dei Papi PDF Imprimir E-Mail
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San Michele difensore dei PapiUna credenza generale, fondata sulla storia del popolo ebreo, su quella della Chiesa cattolica e di ognuno dei successori di San Pietro, assegna sempre San Michele per Angelo custode al Pontefice regnante. Così, da San Pietro fino a Leone XIII, i papi hanno reso al Principe della milizia celeste un culto di predilezione, per ottenere, con la sua potente intercessione, la luce ed il coraggio di cui essi avevano bisogno nel governo della Chiesa. Nostro Signore Gesù Cristo ascendendo gloriosamente in cielo non ha rimasto i suoi discepoli orfani; ha perpetuato la sua presenza nell'Eucarestia e nel Pontefice romano. Nell'ostia, noi lo ritroviamo come alimento e come vittima; nel papa, come dottore infallibile e supremo pastore, divinamente assecondato dall'Arcangelo San Michele.

Nella terribile e perpetua lotta di Lucifero contro il Papato, il successore di Pietro non è dunque mai solo per sostenere la spaventosa lotta? No, risponde San Basilio, perché Dio ha costituito San Michele come Angelo custode del Capo visibile della Chiesa, Angelo custode che, nel seguitare dei tempi, ci apparirà sempre il protettore, il consigliere ed il vendicatore del papato. San Michele asseconderà sempre il Vicario di Cristo, combatterà per lui e con lui, lo sosterrà nelle sue prove, lo farà trionfare dei suoi nemici. Gli annali della Chiesa ci forniscono delle prove evidenti di questa protezione. In origine, San Michele custodisce il papato in mezzo alla persecuzione della spada, persecuzione brutale della forza materiale, che avrebbe annegato la Chiesa in rivoli di sangue, se la mano di Dio non avesse guidato la barca di Pietro.

Da quel momento, si vedono realizzarsi tutti i calcoli del nemico di Cristo; i potenti del secolo formano dei complotti per fermare i progressi del Vangelo e spegnere i germi della sacra dottrina. Le prigioni più oscure, le catene messe con cura alle mani  ed ai piedi dei confessori, le guardie scelte in mezzo alle più feroci e più agguerrite, le spade meglio affilate, le promesse più seducenti e le minacce più terribili, nulla è risparmiato per assicurare il trionfo di Satana e dei suoi accoliti. Ma l'Angelo del papato è là. Egli aspetta la vigilia del giorno in cui gli spiriti delle tenebre devono consumare la loro opera di iniquità. Ed allora, alla preghiera dei fedeli, egli penetra nella prigione in cui Pietro è prigioniero e caricato di catene; colpisce con accecamento gli emissari di Erode, dice al Pontefice: alzati e seguimi. E subito tutti gli ostacoli scompaiono e Pietro è reso alla libertà! La Chiesa è piena di gioia, ed è con pena se essa crede alla sua felicità. Ma è impossibile negarlo; è ben il papa che è liberato dalla sua prigione. Egli può di nuovo far sentire la sua voce a tutte le nazioni. Il suo Angelo cadetto come una volta: Chi è simile a Dio?

Di più; i carnefici diventano vittime; quelli che dovevano immolare il papa sono sottomessi alla domanda e consegnati a morte. Erode spaventato prende la fuga e fissa la sua dimora lontano dal soggiorno di Pietro. Non è mai impunemente che ci si attacca alla roccia stabile sulla quale Cristo ha costruito la sua Chiesa. Ecco l'intrepido Leone Magno di fronte al terribile Attila. Chi dunque fa indietreggiare alla sua voce il flagello di Dio? Il barbaro ha visto vicino a Leone un celeste guerriero che brandisce una spada e che lo minaccia di morte, se non obbedisce al Pontefice disarmato. Lui solo lo ha visto, lui stesso lo dichiara ai suoi ufficiali, sorpresi da una simile obbedienza. Nel IX secolo, i Saraceni invadono l'Italia e vogliono fare di Roma una città mussulmana, ma il sovrano Pontefice Leone IV trionfa dell'invasione, grazie alla protezione di San Michele. ed è per attestare questo che egli fa costruire, in Vaticano, un tempio dedicato all'Arcangelo delle lotte. Notiamo ancora l'appoggio che San Michele diede a Gregorio VII nelle sue lotte contro Enrico IV, l'iniquo imperatore di Germania. Roma era minacciata dal fuoco, dalla fame e dal saccheggio, quando vede accorrere i Normanni che la liberano. Il loro capo visibile era Ruggero il Guiscardo, ma la loro guida celeste era il Principe degli Angeli.

Occorrerebbe riesumare la vita di ognuno dei papi, da San Pietro fino a Leone XIII gloriosamente regnante, se volessimo riportare tutti gli effetti della meravigliosa protezione dell'Arcangelo San Michele, in favore dei sovrani Pontefici e della Chiesa. Ecco perché i papi gli hanno eretto tanti santuari e li hanno arricchiti di così preziose indulgenze; perché gli hanno consacrato tanti inni e preghiere; perché hanno raccomandatoli suo culto tanto più insistente quanto più la Chiesa era più minacciata. Nei giorni di scisma e di persecuzione, nell'ora dei più furiosi assalti del mondo e dell'inferno, essi si rifugiano sempre sotto lo scudo di San Michele, vincitore di Satana. Quanto, per esempio, Pio IX, di santa memoria, ha sollecitato ed ottenuto dei favori segnalati per intercessione dell'Angelo custode dei papi! Non è questo celeste protettore che favorì così meravigliosamente la sua fuga a Gaeta, poi il suo rientro trionfale a Roma, e che, fino alla morte del Pontefice, la difese contro i suoi nemici frementi? Egli era disarmato, prigioniero, e nonostante ciò sempre potente, sempre rispettato. San Michele era là per proteggere il Vicario di Cristo. Lo stesso accade per il suo augusto successore Leone XII. Possa egli, come Leone Magno, respingere i nuovi barbari, come ha già gettato sulla fine del nostro secolo, ad esempio di Leone XI, uno splendore così grande, che la storia potrà chiamare il XIX secolo, il secolo di Leone XIII !

Sì, San Michele continua la sua missione; egli vigila giorno e notte. Se permette a Satana di annodare i suoi intrighi, gli impedisce di trionfare. La prova è talvolta lunga e dolorosa. Il coraggio indebolisce un grande numero di anime; Gesù sembra sonnecchiare e la barca di Pietro è violentemente agitata dalle onde; ma la barca della Chiesa non sarà mai sommersa, poiché il suo divin pilota comanda ai venti ed alle maree. Dio è paziente, perché è eterno; la Chiesa soffre per molto tempo, perché è immortale. In questo mese consacrato in modo speciale a San Michele, preghiamo questo potente Angelo custode del nostro Santo Padre il Papa, di vegliare più particolarmente su di lui, di fortificarlo, di consolarlo, nell'ora in cui egli è sbattuto dalle onde e dai tranelli dei suoi nemici. Che trionfi dell'inferno, per la più grande gloria di Dio e della sua Santa Chiesa !

Tratto da "L'Angelo Custode" n° 5, Settembre 1896, pp. 146-151

 
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