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Atteggiamenti pastorali di fronte al fenomeno del Satanismo PDF Stampa E-mail

Atteggiamenti pastorali di fronte al fenomeno del SatanismoDa tempi antichissimi, nell’essere umano, per uno spirito di curiosità verso il trascendente, sorse l’interesse per le cosiddette forze del male. Le antiche religioni ci parlano di divinità buone e cattive, all’interno di una specie di demonologia nella quale esistevano particolari esseri intenti a compiere il male, o semplicemente a tormentare l’essere umano. La fede della Chiesa riguardo all’esistenza e all’azione malefica del demonio, si basa sulla testimonianza della Bibbia, che è parola di Dio, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. Gesù si è presentato costantemente come il Vincitore di Satana e dei demoni: egli infatti, nel Vangelo, affronta personalmente Satana e riporta su di lui la vittoria (Mt 4,11; Gv 12,31). Ormai gli esorcismi si faranno nel nome di Gesù (Mt 7,22; Mc 9,38). Cristo, mandando in missione i suoi discepoli, comunica loro il potere di sconfiggere i demoni (Mc 6,7-13). Questo sarà per tutti i secoli. E ancora oggi, uno dei segni che accompagna la predicazione del Vangelo è ...

... la presenza degli esorcisti in seno alla Chiesa. Satana è diventato così l’antagonista di Dio che si oppone in tutti i modi al suo Regno, tentando gli uomini al male. La tentazione è una suggestione che egli esercita sulle facoltà superiori dell’uomo, e soprattutto sulla fantasia: di fronte alla tentazione, l’uomo conserva intatta la propria libertà e responsabilità. In certi rari casi, che devono essere scientificamente accertati, il diavolo, permettendolo Dio, può disturbare anche il corpo dell’uomo con malattie e danni di vario genere. La vittoria contro il demonio si raggiunge soltanto in Cristo, che è il vincitore di Satana. L’azione del demonio, sebbene tutta protesa ad offendere Dio ed a danneggiare l’uomo, è tuttavia controllata dal potere divino, che lo utilizza per esercitare l’uomo nella virtù ed aumentare così lo splendore della gloria divina.

Il demonio non danneggia l’uomo tanto quanto vorrebbe, ma solo fin dove la Provvidenza divina glielo consente, al fine di provare l’uomo nella virtù e condurlo proprio a quella salvezza che il demonio non vorrebbe. Il demonio, invece, gode di una maggiore libertà di nuocere se è l’uomo stesso che, con il suo peccato, gli lascia spazio per agire. In tal caso, è chiaro allora che l’azione di Satana perde la sua utilità ai fini della salvezza e diventa, al contrario, un grave pericolo per la vita attuale ed eterna. Il demonio intende danneggiare l’uomo sia nel corpo che nello spirito. Egli arreca il danno fisico o di propria iniziativa, ed è il caso del fenomeno della cosiddetta possessione ed ossessione diabolica, oppure può arrecare danno fisico, ed abbiamo allora la stregoneria o magia nera che, da parte dell’uomo che commette tale azione, costituisce un grave peccato di superstizione. La tentazione del demonio non è facile da riconoscere, ma la Sacra Scrittura ci comanda espressamente di guardarci dalle tentazioni diaboliche e di vigilare (1Pt 5,8-9). Il demonio, in qualche modo, ci parla, ci suggerisce dei pensieri o contro la fede o contro la morale. Non è quindi difficile distinguere la tentazione diabolica dalle nostre debolezze o dai suggerimenti che ci vengono dagli uomini cattivi.

I pensieri suggeriti dal demonio li avvertiamo come provenienti da un altro io, diverso dal nostro, e cioè da un’altra personalità che, di sua iniziativa, ci propone idee e progetti che avvertiamo come estranei alle nostre abitudini e inclinazioni. I suggerimenti del demonio suscitano nel nostro io una certa reazione, anche se il nostro io formula delle obiezioni, l’altro io, del quale avvertiamo la presenza, risponde in un modo per noi imprevisto e inaspettato, a volte con molta insistenza e con metodo seducente, facendo leva sui nostri lati deboli e sulle nostre cattive tendenze. Satana è già uno sconfitto in partenza, egli non può ostacolare il piano divino della salvezza, perciò non deve essere sopravvalutato. Il Papa Paolo VI, nel famoso discorso tenuto nell’Udienza del mercoledì 15 novembre 1972, ebbe a dire: “Il male non è più soltanto una deficienza, ma anche una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore”.

L’atteggiamento del demonio ci aiuta anche a capire meglio il nostro peccato e la nostra responsabilità. Gesù afferma: “Chi opera il peccato diventa schiavo del peccato” (Gv 8,34). Se non ci riprendiamo spiritualmente, diventerà sempre più difficile dire di sì alla luce ed all’amore di Dio, di qui l’impe3gno nostro di educare la mente ed il cuore alla scelta di Dio mediante la preghiera e cercando di vivere la sua parola. Il Cristianesimo, quindi, non può essere la religione dell’angoscia o della paura del diavolo, ma è la religione della pace, della gioia e dell’amore che scaccia ogni timore (1 Gv 4,18). È da ribadire, comunque, che l’azione di Satana nel mondo moderno è certamente aumentata rispetto al passato. La scelta di fede oggi non è condizionata dall’ambiente, dalle istituzioni civili o dalle tradizioni, ma diventa sempre più l’effetto di una libera e spesso coraggiosa scelta personale, pensata e sofferta. La fede perciò oggi, in quelli che ce l’hanno, è più matura ed interiore. La Chiesa e gli uomini di buona volontà si santificano sempre di più, mentre il mondo diviene, sotto il dominio di Satana, sempre più perverso. Il demonio istiga a tutti i peccati che maggiormente si oppongono allo Spirito Santo: disobbedienza alla Chiesa, superbia, impenitenza, fino a quello che Cristo chiama il peccato contro lo Spirito Santo. Il peccato più caratteristico del demonio è la ribellione a Dio. Peccato satanico è generalmente la ribellione contro tutto ciò che è sacro, assoluto, trascendente e divino: l’incredulità, la bestemmia, l’eresia, la falsificazione della parola di Dio, l’ipocrisia nella sua forma più grave, cioè il fingere di essere santi.

Vi possono essere tra di noi alcuni individui che, a causa di una profonda perversione, si sottomettono a Satana, con un  vincolo particolarmente stretto e diventano, in qualche modo, i suoi intimi collaboratori e seguaci. Come la persona consacrata ed il sacerdote si sottomettono a Dio secondo uno speciale legame di fedeltà attraverso i voti di povertà, castità ed obbedienza, così coloro che la Scrittura chiama “figli del diavolo” (1 Gv 3,10; Mt 13,38) sono coloro che, in vista di vantaggi terreni o comunque per dare sfogo alla loro malvagità, si mettono in modo speciale a disposizione di Satana come docili strumenti della sua azione malefica contro la Chiesa e contro l’umanità. Satana diventa in un certo modo il loro dio e padre (Gv 8,44). I figli del diavolo, secondo la Scrittura, si contrappongono a quelli che essi chiama i “figli della luce” od i “figli del regno”; questi ultimi sono i seguaci di Cristo che vivono nella sua grazia e sono guidati dallo Spirito Santo (Rom 8,14). Tra Satana ed i suoi figli esiste dunque una differenza: mentre il demonio è irreparabilmente dannato, al contrario anche il peggiore dei suoi figli, finchè vive quaggiù, ha sempre la possibilità di convertirsi, perciò bisogna operare e pregare perché i suoi adepti si pentano e si salvino.

Don Marcello Stanzione

 
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