San Michele ed il Purgatorio |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Quante poche anime, in mezzo alle più sante, salgono dalla terra al cielo senza passare per le fiamme del Purgatorio? San Luigi Gonzaga stesso, questo angelo di purezza, questo martire di carità e di penitenza, temette nei suoi ultimi istanti di andare in quel luogo di espiazione.A quel grande numero di anime che la giustizia divina scarta ancora dalla soglia del Paradiso, poiché esse non hanno abbastanza illuminante biancore nella veste del loro battesimo, San Michele è particolarmente soccorrevole. Egli raddoppia la sollecitudine per consolarli, sollevarli ed affrettare la loro liberazione. "Simile ad un ministro plenipotenziario inviato in delegazione, dice il papa San Pio V parlando del ruolo ammirabile di San Michele di fronte alle anime del Purgatorio, questo potente arcangelo applica ed interpreta, secondo le circostanze, le volontà del suo sovrano; Egli grazia talvolta i colpevoli che hanno implorato la sua protezione, abbrevia la detenzione di talune altre; in una parola, ... ... egli è come il mediatore tra il capo supremo ed i suoi sudditi, ed anche, con la sua mediazione, egli ottiene delle grazie che la dignità del sovrano sembra non poter accordare senza un intermediario". Col dogma del Purgatorio, la Chiesa ci insegna che la pena più crudele che vi perdura è quella del danno, ossia l'orribile stato dell'anima che, violentemente strappata da questo mondo, si trova improvvisamente in mezzo ad un vuoto spaventoso in cui, tremante, essa rotola incessantemente attraverso turbini di fiamme livide, cercando il suo appoggio in Dio, che ella chiama con tutte le potenze del suo essere, ma da cui è respinta da una forze inesorabile. Sarebbe l'inferno, se non ci fosse la speranza di uscirne. San Michele ha pietà di questa sfortunata che egli ha forse strappata a Satana; la illumina, la consola nelle sue sofferenze, nella sua dolorosa attesa, ricordandole che dopo l'espiazione, egli la condurrà, gioiosa, e trionfante, nel celeste paradiso. Allora l'anima, riconfortata nella sua speranza, considera amorevolmente la grandezza, la santità di Dio, e benedice la sua misericordia, anche nel castigo della sua giustizia. Se è una grande gioia per l'infelice che giace in fondo ad un'oscura prigione, quella di ricevere sulla sua fronte alcuni raggi di luce, o per il marinaio perduto nell'oceano, in mezzo alla tempesta, percepire da lontano il faro del porto, quale dolce visione quella dell'arcangelo nel lamentevole soggiorno del purgatorio! La sua presenza illumina e dona a queste sante anime, come un riflesso della gioia del Paradiso. Ecco perché la Chiesa chiede, nelle sue preghiere liturgiche per i defunti, che San Michele faccia splendere alle loro anime quel dolce chiarore, la cui brillantezza va crescendo fino al momento in cui queste care prigioniere possono andare a rallegrarsi eternamente nel seno di Dio; A lato della pena del danno, vi è la pena del senso; nulla di sporco entra in cielo, ed il purgatorio non è che una buca in cui l'anima si spoglia da ogni alleanza impura. Ella ripassa, dice San Paolo, come attraverso il fuoco, ossia con una sofferenza in cui la giustizia di Dio impedisce alla sua misericordia di intervenire. Con le nostre preghiere e le nostre buone opere, noi possiamo diminuire l'intensità delle sofferenze delle anime del purgatorio ed anche liberarle dalle fiamme espiatici; ma San Michele e gli Angeli sono i primi ad addolcirne il rigore, con la loro presenza ed i loro incoraggiamenti. Sant'Alfonso, spiegando la preghiera dell'offertorio della messa dei defunti, dichiara che la tradizione è unanime nel riconoscere che San Michele scende nel purgatorio, per sollevare da se stesso e dai suoi Angeli le anime prigioniere in quel luogo di esilio e di espiazione. Sant'Anselmo dice anche: "Non possono accusarci di pia esagerazione, quando noi sosteniamo che il Principe della milizia celeste è onnipotente in purgatorio, poiché Dio lo ha così deciso, e che allora egli può consolare ed abbreviare le pene delle anime che la giustizia e la santità dell'Altissimo ritengono in quel luogo di supplizi. Vi regna da re, poiché è principe e padrone di tutte le anime che devono entrare nel regno dei cieli". Dopo la dolce Vergine Immacolata, bisogna dunque riconoscere a San Michele il più zelante e potere nel portare soccorso alle anime del Purgatorio. Ma ve ne sono certamente di privilegiati vicino al glorioso Arcangelo: sono quelle che, durante il loro pellegrinaggio terreno, lo hanno onorato in modo particolare con la loro fiducia, o che, con le loro preghiere e le loro buone opere, hanno dato sollievo alle anime del Purgatorio, ed hanno meritato dapprima i suoi favori. Sì, grida San Bernardo, chi è stato devoto a San Michele non rimane per molto tempo in purgatorio, poiché questo Arcangelo, facendo uso del suo privilegio, guiderà ben presto la sua anima nel celeste soggiorno". Chi non vorrebbe sforzarsi di essere un giorno in questo numero? Preghiamo sovente, preghiamo il più che possiamo per le anime del Purgatorio. Queste preghiere, molto gradite a San Michele, ci meriteranno, dopo la nostra morte, un potente soccorso e ben dolci consolazioni. Tratto da "L'Angelo Custode" n° 12, Aprile 1896, pp. 399-402 |
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