San Michele, Arcangelo del giudizio |
Nell'ultimo alito del moribondo non è collegato né l'ultimo atto, né l'ultimo bisogno dell'anima umana. Vi è ancora per ella la vita futura: il cielo con le sue divine allegrezze, o l'inferno con i suoi orribili supplizi.L'anima ha dunque bisogno di soccorso per presentarsi con fiducia davanti al Sovrano Giudice che gli deve chiedere conto esatto di tutte le sue azioni. Quale sarà il suo avvocato, il suo potente intercessore presso Dio, in questo momento temibile del giudizio che deciderà della sua eternità beata o disgraziata? La Chiesa ci risponde nelle sue preghiere liturgiche e con la voce dei suoi santi dottori. Nell'ufficio di San Michele, noi leggiamo queste consolanti parole: Egli non abbandona le anime fino a che non le abbia condotte davanti al tribunale di Gesù Cristo. Michele, mio Arcangelo, dice il Signore, io ti ho stabilito principe su tutte le anime che devono essere ricevute nel mio regno. E nella preghiera degli agonizzanti la Chiesa prega San Michele di prendere sotto la sua ... ... protezione l'anima che sta per uscire da questo mondo. E' dunque a questo principe del cielo che Dio ha confidato la cura delle anime che passano dal tempo all'eternità. Ascoltiamo i Santi. "Quando l'anima ha spezzato i legami che la univano al corpo, dice San Tommaso, ella si invola naturalmente e forzatamente verso Dio, suo principio e suo fine, ella appare necessariamente davanti al tribunale del suo Giudice supremo; ma non vi sale sola, poiché San Michele non si accontenta di assistere i cristiani sul loro letto di morte, li accompagna anche in questa circostanza critica, dopo averli assegnati a comparire davanti a Cristo". "E' certo, dichiara San Dionigi, che dopo la nostra morte, ognuna delle nostre opere sarà minuziosamente esaminata; ma è ancora a San Michele, il grande difensore o piuttosto il liberatore delle anime che cercano la salvezza, che incombe questa nobile e gloriosa funzione. Egli pesa, in effetti, le nostre anime, mostra a Dio quanto valgono le nostre azioni per il cielo, tiene tra le sue mani le bilance misteriose che decidono dell'eternità. "O San Michele, egli continua, quando penso a quell'ora che mi agghiaccia di spavento, a quell'ora di giudizio ove tutto mi abbandonerà, a quell'ora in cui comparirò davantia Dio in tutta la mia nudità, voi sarete lì per presentarmi al mio giudice, mi rassicuro, poiché vi ho tanto amato, che vi ricorderete di me e mi riparerete sotto le vostre ali per nascondere la mia confusione". San Bonaventura a sua volta dice: "Cristiani, pregate San Michele, consacratevi a lui, ricordandovi che l'Altissimo, in riconoscenza per il suo zelo e la sua devozione, gli ha dato il potere straordinario di far inclinare la bilancia dal lato buono in favore dei suoi devoti servitori ". Sant'Alfonso dei Liguori aggiunge: "Quand'anche San Michele non avesse ricevuto da Dio il favore di attenuare alcune colpe dei suoi devoti servitori, egli potrebbe ancora venire in loro aiuto nella circostanza solenne e decisiva del giudizio, facendo salire verso il Signore le sue potenti suppliche. Il risultato sarebbe lo stesso, poiché la preghiera dell'Arcangelo ha una tale efficacia che può, così come lo canta la Chiesa, condurre l'anima che a lui si confida, nelle ineffabili delizie del regno dei cieli". E' per mostrarci in quale modo meraviglioso San Michele protegge, nel giudizio, tutti quelli che durante la loro vita hanno implorato il suo soccorso sempre efficace, che l'arte cristiana ha sovente rappresentato questo potente Arcangelo avente la bilancia della giustizia divina per pesare le anime, e, con la Santa Vergine, imprimendo al sigillo della bilancia un movimento che assicura il vantaggio alle opere buone compiute da questa povera anima che subisce la temibile prova del giudizio particolare. "Non vedete in questo quadro, dice l'eminente cardinale Deschamps, una viva immagine della grande scena del giudizio dell'anima dopo la sua morte? San Michele vi continua sempre la sua opera; vi esercita la sua meravigliosa protezione per la natura umana, sempre in urto ai tranelli ed alle accuse del suo perfido avversario; vi fa scoppiare la sua prodigiosa potenza per quanto lo permette l'equità e, forse ancor più, fin quando la misericordia divina gliene dona la libertà, per sottrarre ai rigori del giudizio particolare le anime che sono state sinceramente devote al suo culto così fecondo in grazie di predilezione. Che in quell'ora di passaggio spaventoso dalla vita all'eternità, sarà bene avere per protettore certo quello stesso che deciderà la nostra sorte e ci verrà in aiuto per rendere le nostre buone opere più preziose davanti a Dio". Vogliamo meritare la potente protezione di San Michele, nell'ora così temibile del nostro giudizio? Eccitiamoci ad una devozione sincera e fervente verso questo glorioso Arcangelo, moltiplichiamo le nostre buone opere, santifichiamo le azioni che ci sembrano indifferenti, facendole per amore di Dio, distruggiamo i nostri peccati con la frequenza del sacramento di penitenza, e mettiamo tutte le nostre cure nell'acquisire un importante capitale di virtù, praticando con zelo tutti i doveri di un buon cristiano. Le ricchezze, i talenti, la scienza, la nobiltà, tutte le grandezze del mondo non saranno capaci di far pendere in nostro favore la bilancia di San Michele, quanto il buon uso che ne avremo fatto, vale a dire se vi siamo giunti, col compimento dei doveri della religione, un'ampia messe di opere meritorie agli occhi di Dio. Tratto da "L'Angelo Custode" n° 11, Marzo 1896, pp. 363-367 . |
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