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San Michele protettore della Chiesa PDF Stampa E-mail

San Michele protettore della ChiesaNel Libro dei Cantici, lo Spirito Santo dipinge la Chiesa militante come la sposa di Cristo, scortata da valenti soldati che la difendono contro i suoi nemici. I soldati sono gli Angeli sotto il comando di San Michele, loro capo; i nemici sono i demoni che, vinti in cielo nella loro lotta contro Dio, folgorati negli abissi infernali, si accaniscono in una odiosa guerra contro l'uomo e, nei loro neri complotti, contro la Chiesa di Cristo. Nel loro spaventevole castigo e la loro eterna vergogna, essi non gustano altra gioia che di pervertire i cuori e le intelligenze, al fine di avere dei complici contro Dio. San Giovanni aveva ben ragione, quando scriveva nell'Apocalisse: Guai alla terra, poiché il demonio vi si reca nella collera e la rabbia! Così, quelle orribili tracce di Satana o Dragone infernale nella storia del popolo di Dio e della Chiesa di Gesù Cristo! "Chi, dice un sapiente prelato, seduce l'uomo nel paradiso terrestre? Il Dragone. Chi precipita il popolo di Dio in quelle iniquità, causa lamentevole ...

... del diluvio? Chi riduce in schiavitù quel popolo fatto per essere libero? Chi spegne la sua luce per piombarlo nelle tenebre dello spirito e del cuore? Il Dragone, sempre il Dragone. - E nella legge nuova, fin dall'origine, chi carica di catene la Chiesa nella persona del suo capo? Il Dragone sotto i tratti di Erode. Chi accende i roghi ed anima il braccio dei persecutori? Chi provoca le eresie, gli scismi, tutte le negazioni, tutti gli odi, tutte le scaltrezze e tutte le violenze? Il Dragone, sempre il Dragone".

Ma Dio, che vuole la salvezza dell'uomo, ha limitato la potenza di Satana, ed ha incaricato San Michele di vigilare sul suo popolo e di proteggere la sua Chiesa. Con quale zelo, quale devozione, quale amore, il glorioso Arcangelo si è sempre impegnato in questo impiego divino! Egli ha riportato in qualche modo sulla sposa immacolata di Cristo, l'amore e la devozione che egli ha per il suo divin Sposo; la assiste, la serve, come un servo fedele serve e assiste la sposa del principe al quale ha votato la sua vita e presta giuramento di fedeltà. In tutte le epoche in cui il suo soccorso è necessario, egli prende la spada in mano per difendere la Chiesa di Dio e colpire i suoi persecutori. "All'origine del mondo, dice Mons. Germani, chi serva da guida all'infelice esiliato dall'Eden? San Michele. Chi è l'angelo che appare a Mosé per dare il segnale della liberazione? San Michele, il custode della Sinagoga e più tardi il patrono della Chiesa. Chi è, durante il giorno, quella nube oscura e , durante la notte, quella colonna luminosa che dirige gli Ebrei verso la terra promessa? San Michele. Chi dona loro, sul Sinai, quella luce della Legge che le umani passioni hanno, se non spenta, almeno oscurata? Ancora e sempre San Michele. Chi combatte con Gedeone e gli ottiene la vittoria?

Quando gli Ebrei, per lunghi anni, hanno pianto sulle rive dei fiumi di Babilonia, chi sollecita per essi ed ottiene la fine delle loro prove? Il profeta Zaccaria si è incaricato di risponderci: "Allora l'Angelo del Signore parlò e disse: Signore degli eserciti, fino a quando differirete di fare misericordia a Gerusalemme ed alle città di Giuda contro le quali si è levata la vostra collera? Ecco già il settantesimo anno della loro desolazione e della loro rovina". E quando infine i Maccabei intraprendono la loro lotta perennemente memorabile per l'indipendenza della patria, che accade? Centomila uomini sono alle porte di Gerusalemme. L'eroico Giuda corre alle armi: nel mentre che cammina sul nemico, si scorge nell'aria un cavaliere splendente di luce, che brandisce una spada. Questo cavaliere, dice sempre lo stesso interprete, è San Michele: Hic fuit Michael. Al suo aspetto, gli Israeliti si lanciano come dei leoni; essi tagliano i loro nemici a pezzi. La vittoria è loro.

Ma il tempo delle figure è passato. Il Figlio di Dio viene a sostituire la Chiesa alla Sinagoga. Senza dubbio, Gesù Cristo sarà sempre il capo che dirige questa Chiesa; lo Spirito Santo sarà l'anima che la vivifica; ma San Michele sarà il suo braccio, l'operaio dei divini trionfi. Guardate in effetti. La Chiesa è incatenata nella persona di Pietro. Dei secondini vegliano alla porta della sua prigione. Improvvisamente, la luce brilla nell'oscura prigione. Ecco l'angelo del Signore. "Presto, alzati, dice a Pietro". E le catene cadono dalle mani del prigioniero; e  Pietro è liberato. Chi è quest'Angelo? Cornelio la Pietra risponde: "Quest'Angelo fu probabilmente San Michele".

E' ancora San Michele che difende la Chiesa appena nata, e che l'inferno si sforza di spegnere nella sua culla ispirando la sua rabbia ai persecutori che vogliono cancellare finanche il suo nome nel sangue dei suoi figli. Armato dalla potenza di Dio, il principe degli eserciti celesti combatte per essa e con essa contro l'inferno ed i tiranni. Egli sostiene i martiri, li colma di una forza tutta divina, e, con l'ardore delle sue preghiere presso Dio, ottiene che il sangue dei martiri immolati per la fede divenga come una semenza divina, rendendo alla Chiesa più figli di quanti essa non ne avesse perduti, e come un celeste grano di senapa che, irrorato dal sangue di tanti eroi cristiani, comincia a levare il suo fusto e ad estendere i suoi rami verso l'Occidente.Subito, in queste regioni nuove in cui si impianta l'albero della croce, gli idoli crollano, i dragoni delle insegne pagane scompaiono per fare posto all'effigie di San Michele ed a quella di Cristo. Secondo la tradizione, il glorioso Arcangelo, immortale protettore della Chiesa, appare a Costantino, e, tenendo in mano il labaro ornato da una croce luminosa con queste parole: "In hoc signo vinces", egli cadetto a questo primo imperatore cristiano: "Sono io che, quando tu combattevi contro l'empietà dei tiranni, rendevo le tue armi vittoriose".

Oggidì, come nei primi secoli, San Michele assiste la Chiesa nella sua lotta contro Satana e gli empi. Il suo braccio non è meno forte, il suo cuore non ha meno amore per Gesù Cristo. Se egli non interviene sempre direttamente, è sempre là, ogni volta che un pericolo minaccia la Chiesa, come lo fa notare San Gregorio Magno, per impedire che le porte dell'Inferno non prevalgano contro di essa. Noi possiamo dunque unirci con fiducia al sacerdote che, dopo la messa, dice ai piedi dell'altare questa preghiera: San Michele Arcangelo ... Principe della milizia celeste, ricaccia nell'inferno, con la virtù divina, Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime. Amen.

L'Arcangelo San Michele si è sempre mostrato il potente protettore della Chiesa, se l'ha meravigliosamente assistita attraverso i secoli contro i persecutori, non la abbandonerà nella situazione presente in cui lo spirito del male si sforza di spegnere la torcia divina della fede, con tutti i mezzi che può inventare la rabbia satanica. No, San Michele non abbandonerà la Chiesa; la sosterrà nelle sue nuove lotte fino alla consumazione dei secoli, fino al giorno in cui, levandosi lui stesso un'ultima volta contro l'Anticristo, lo atterrerà con le stesse armi che atterrarono Lucifero in cielo. Il suo grido onnipotente: Quis ut Deus? Chi è simile a Dio?  Sarà ancora il colpo di fulmine che precipiterà nell'abisso infernale il nemico di Cristo ed i persecutori della sua Chiesa. Oggi, come milletrecento anni fa, si può ripetere quella parola di riconoscenza e di ammirazione di San Gregorio Magno per il glorioso Arcangelo: "Ogni volta che nella Chiesa si compie un atto di valenza, è a San Michele che lo si attribuisce".

Bossuet diceva più tardi: "Non bisogna affatto esitare nel riconoscere San Michele come il difensore della Chiesa ... Se il dragone ed il suo esercito infernale combattono contro di essa, non c'è affatto da stupirsi che San Michele ed i suoi angeli la difendano". Pio IX proclamava a sua volta, nel 1868, che "se, da una parte, gli empi del nostro tempo hanno osato mettere in onore il principe delle tenebre, di cui si sono fatti i figli e gli imitatori, i fedeli si sono, da parte loro, attaccati nel rilevare la venerazione e la fiducia che la Chiesa cattolica ha sempre posto nell'Arcangelo San Michele, il primo vincitore dello spirito maledetto". Lucifero, il primo massone, può dunque con tutti i suoi accoliti raddoppiare i suoi colpi contro la Chiesa di Cristo, urlare contro di essa in pieno giorno la bestemmia e l'insulto, sforzarsi di strappare la sua veste senza cucitura, di strappare i suoi figli dal suo seno, con delle persecuzioni non meno odiose quanto temibili, egli sarà vinto, come lo è sempre stato da diciotto secoli, poiché, secondo la parola dell'Arcangelo Gabriele al profeta Daniele, "Michele sta costantemente in piedi per la difesa del popolo di Dio".

Quando il feroce Attila, dopo aver seminato il terrore in mezzo alle nazioni, si fermò davanti ad un debole vecchio, il papa San Leone, alle porte di Roma, egli disse alle sue orde barbare: "Ho visto, ai fianchi del vecchio, un personaggio rivestito di abiti sacerdotali, con una spada snodata ed un'aria così terribile che ne sono rimasto spaventato". Questa misteriosa apparizione, era San Michele, Angelo custode del sovrano Pontefice e della Chiesa. Così sarà degli accoliti di Satana che, in questo momento, seminano lo spavento nella culla della Chiesa; essi saranno forzati a fermarsi nello loro marcia trionfante ed a ripetere, nei loro vani furori, il grido di rabbia e di disperazione di Giuliano l'Apostata: Nazareno, hai vinto! Sì, Cristo sarà vincitore in questa lotta terribile che l'inferno sostiene contro la Chiesa. Così pure il nostro cuore cristiano custodirà sempre, anche negli allarmi e nelle angosce, le sue inoppugnabili e supreme speranze, poiché noi sappiamo che nell'ora di Dio, San Michele farà sentire ancora il suo folgorante grido di guerra: Quis ut Deus?

Allora le orde sataniche ricadranno immediatamente nel fondo dell'abisso, l'errore e la menzogna saranno smascherate, l'empio sarà confuso, le falangi angeliche canteranno begli inni di allegrezza, di azioni di grazie, e la Chiesa conterà nuovi trionfi. Aspettando quel giorno di salvezza fissato da Dio, San Michele rimane nella Chiesa militante, come un generale sul campo di battaglia, portandosi più veloce del pensiero dappertutto ove il suo soccorso è necessario. E' lui che mantiene la purezza della fede, malgrado gli sforzi dell'empietà per oscurarla; è lui che dirige il capo visibile della Chiesa, ispirandogli le sue decisioni, suggerendogli i mezzi per svelare, combattere i neri complotti dell'inferno, con le sole armi della luce, della verità e della preghiera; è lui che, soprattutto nelle tristezze dell'ora presente, colma con inoppugnabile fermezza, con una divina energia, tanti religiosi e religiose che preferiranno subire, se occorre, una odiosa persecuzione piuttosto che dare a Cesare quello che appartiene a Dio.

O San Michele, glorioso capo della milizia celeste, il cui braccio ha conservato tutta la sua valenza, voi, pieno di bontà per i figli di Dio e di sollecitudine per la Chiesa di Gesù Cristo, degnatevi di soccorrerci nelle nostre prove e nei nostri dolori, svelate i complotti dell'inferno, coprite con la vostra protezione la Chiesa nostra madre, come uno scudo contro il quale verranno a sbattere tutti i trattati dei suoi nemici; consolate, fortificate, ispirate i nostri pontefici, i nostri religiosi e religiose; guidate le loro penne, dettate le loro parole, date loro quello spirito di fermezza, di forza e di sapienza che voi attingete in Dio, affinché la Chiesa trovi in ognuno di essi un ardente difensore della sua fede. O Santo Arcangelo, sosteneteci nelle lotte del Signore, ed affrettate, con la vostra potente intercessione, il felice giorno del trionfo del bene sul male, della Chiesa di Cristo sull'infernale persecuzione di Satana.

Tratto da "L'Angelo Custode" n° 7, Novembre 1895, pp. 219-223 & n° 8, dicembre 895, pp. 255-258.

 
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