I nove Cori Angelici |
Ci occorre cercare nella Scrittura stessa l'indicazione di una specie di distinzione nel mondo angelico o di gerarchia che sfocerebbe nei "nove cori degli Angeli" di cui Sant'Ambrogio parla per la prima volta nel IV secolo. Quando San Paolo nelle sue lettere fa riferimento a tradizioni rabbiniche parlando di Arcangelo (1 Tess. 4,16), di Principato, Potenza, Virtù, Dominazione (Ef. 1,21), titoli ai quali si aggiunge quello dei Troni (Col. 1,16), è per affermare che Cristo con la sua stessa divinità domina ogni creatura angelica per quanto perfetta la si possa immaginare, e che "tutto è stato creato da lui e per lui". Insegnamento prezioso non solamente per dare a Cristo il posto che è il suo ma per distinguere il mondo angelico, interamente in potere del suo Creatore, dal mondo degli spiriti, demoni ed altri semidei; essi agiscono per loro proprio conto, e talvolta in rivolta vittoriosa contro le divinità più potenti delle leggende pagane. La devozione agli angeli ripartì gli spiriti celesti in nove cori, unendo ... ... i cherubini ed i serafini alle potenze angeliche provviste dei sei titoli prestigiosi già enumerati dall'Apostolo Paolo ed aggiunse come ultimo coro gli Angeli senza particolare titolo. RIFERIMENTI BIBLICI: Genesi 3,24 : Cherubini CLASSIFICAZIONI DEGLI ANGELI: Secondo San Tommaso d'Aquino, è in una maniera gerarchica, graduata ed ordinata che la luce divina è comunicata agli Angeli, dalle prime gerarchie fino alle ultime. "La parola <<gerarchia>> significa <<Principato sacro>>; la parola <<principato>> comprende due cose: il principe stesso e la moltitudine ordinata sotto di lui. Il "Principato sacro", inteso nel suo pieno significato e perfetto, designa tutta la moltitudine delle creature ragionevoli e chiamati a partecipare alle cose sante sotto il governo unico di Dio, Principe supremo e Re sovrano di tutta questa moltitudine". Nessuna classificazione uniforme nella Chiesa sui nove cori degli Angeli. Quelle di Dionigi l'Areopagita e del papa san Gregorio rimangono il riferimento. Classificazione di Dionigi l'Areopagita (VI secolo) Serafini - Cherubini - Troni Classificazione del papa San Gregorio (VI secolo) Serafini - Cherubini - Troni Classificazione di Sant'Ambrogio (Vescovo di Milano, IV secolo) Serafini - Cherubini - Troni Classificazione di Jan Van Ruysbroec (XIV secolo) Serafini - Cherubini - Troni Classificazione dei cristiani ortodossi orientali Serafini - Cherubini - Potenze Le letterature ebraiche ed apocrife propongono altre classificazioni. Clemente di Alessandria distingue sette cori. La pietà popolare ne ha anch'essa trattenuti sette per molto tempo. Termini variabili della gerarchia: Dominazioni = Signorie; Principati = Arconti; Potenze = Autorità (il termine Potenze è anche associato alle Virtù). RAPPRESENTAZIONI: La Prima Gerarchia: Serafini - Cherubini - Troni. Essa rappresenta Dio nelle sue perfezioni intime: ardente amore, viva luce, inalterabile santità. La Seconda Gerarchia: Dominazioni - Virtù - Potenze. Essa rappresenta Dio nella sua sovranità sulle creature: potere senza limiti, forza irresistibile, giustizia immutabile. La Terza Gerarchia: Principati - Arcangeli - Angeli. Essa rappresenta Dio nella sua azione: saggio governo, sublimi rivelazioni, costanti testimonianze di bontà. Don Marcello Stanzione |
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