Gli Angeli e il Natale |
Puntualmente, ogni anno, all'approssimarsi del 25 Dicembre, le forme angeliche appaiono, come acces¬sori di poco conto, in tutte le attività della ricorrenza della Nascita del Signore. È stato scritto che non c'è niente di più penoso che il modo irrispettoso con cui si trattano gli Angeli durante il periodo natalizio: è come se ci fosse una cospirazione commerciale per denigrarli e ridurli ad effigi di cartone argentato, pigiate nello sfondo della vetrina di un grande magazzino, probabilmente, se non fosse per i canti natalizie per il presepe cattolico, gli Angeli della Natività e la loro missione, verrebbero dimenticati dalla grande massa dei cristiani. Dobbiamo con amarezza prendere atto che né i laici scettici né i cristiani liberali (e ve ne sono tanti anche tra il clero), credendo che gli Spiriti celesti siano al massimo metafore ... ... e al minimo superstizioni ereditate dai tempi passati, non hanno mai preso sul serio la loro esistenza. Anche se gli Angeli vengono nominati negli Inni religiosi, nella Bibbia e a Natale vengono rappresentati da figurine di cartone, accanto al prese¬pe, essi non hanno una realtà sostanziale per la quasi totalità della gente. Anzi, il buon senso comune e pratico li mette insieme con le fate, gli gnomi, i fantasmi, gli spettri, le ondine, e tutti gli altri esseri fantastici, ritenendoli creature che sono frutto dell'immaginazione umana. I veri cristiani credono negli Angeli da lungo tempo, considerandoli abitanti particolarmente importanti dell'universo. Alcuni studiosi riportano 1'angelologia al profeta per¬siano Zaratustra, in realtà vi sono importanti prove che 1'angelologia biblica non solo è più antica ma è anche di natura diversa, infatti mentre gli Amesha Spenta, della religione Zoroastriana, sono astrazioni più o meno personificate di varie virtù, gli Angeli della Bibbia non hanno nulla di allegorico. Il Nuovo Testamento non fa nulla per minimizzare la realtà dell'esistenza e azione nel mondo degli Spiriti celesti, anzi l'intera storia di Gesù narrata nel Vangelo avviene tra due parentesi angeliche: gli Angeli annuncia¬rono sia la Nascita del Cristo sia la Sua Resurrezione. I Padri della Chiesa ci hanno presentato i tempi precedenti al Natale di Gesù come quelli che seguiranno un aumento della potenza dei diavoli. Scrive Origene: "Prima della venuta di Cristo, i buoni Angeli potevano ben poco per l'utilità di coloro che erano loro affidati". San Giovanni Crisostomo aggiungeva: "Quando tanti innumerevoli mali erano per¬petuati dai cattivi demoni e dal loro capo, su tutta la terra senza che nessuno degli Angeli preposti fosse capace di opporsi, il Signore dell'universo, per ordine dell'agape del Padre, quando la razza che gli è cara, precipitava negli abissi dell'iniquità, mandò dapprima dei deboli raggi della sua luce per mezzo del profeta Mosè e di coloro che lo hanno preceduto. Ma, poiché nessun uomo fra coloro che vennero dopo di lui, recava alcun rimedio ai mali della vita e poiché l'attività del demonio andava aumentando il Salvatore stesso venne verso gli uomini come medico, recando aiuto ai suoi stessi Angeli per la salvezza degli uomini". Il Cardinale Danielou, nel suo celebre scritto sulla missione degli Angeli, afferma che il mistero angelico del Natale è anzitutto quello degli Angeli delle Nazioni che circondano il Dio-bambino, venuto in aiuto dei popoli pagani, che erano loro affidati e presso i quali essi dispensavano le loro prati¬che. É opportuno leggere il brano dei Vangelo di San Luca che ci presenta la nascita di Gesù a Betlemme: "Alcuni pastori vegliavano facendo la guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: - Non temete, ecco io vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato, nella città di Davide, un Salvatore che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia -. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama" (Lc. 2,8-14). Commentando il brano di San Luca, Origene interpreta il ruolo degli Angeli, non più come Angeli delle Nazioni, ma con la funzione di milizie celesti, discese con Cristo, per servirlo e scrive: "Quando gli Angeli videro il principe della milizia celeste dimorare sulla terra, presero la via che egli aveva aperta, seguendo il loro Signore e ubbidendo alla volontà di Colui che li distribuisce come custodi a coloro che credono in Lui. Gli Angeli sono al servizio della tua salvezza eterna. Essi sono stati concessi al Figlio di Dio per seguirlo. E si dicono fra loro: Se Egli è disceso in un corpo, se ha assunto una carne mortale, non restiamo inoperosi! Andiamo, Angeli, discendiamo tutti dal cielo. È così che c'era una moltitudine della milizia celeste che lodava e glorificava Dio quando Cristo è nato. Tutto è pieno di angeli". San Gregorio Nazianzeno chiamava gli Angeli della Natività con l'appellativo de "gli iniziati dell'incarnazione", perché è a questi Spiriti celesti che il mistero nascosto in Dio da tutta l'eternità è stato rivelato per la prima volta. È evidente che gli Angeli appaiono nella veste di messaggeri che preparano la via a Gesù, che dovrà venire al mondo, e, così, creano la disponibilità nell'intimo degli esseri umani che nel Natale del Cristo vedono finalmente il compimento di tutte le attese messianiche. Nel Vangelo di Luca, l'Angelo Gabriele porta alla Madonna l'annuncio che Ella diventerà Madre del Messia e riceve la risposta positiva di Maria "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Le. 1,38). Nel Vangelo di Matteo, un Angelo del Signore si rivela in sogno a Giuseppe e lo invita a sposare Maria e un'altra volta l'Angelo, sempre in sogno, gli appare e lo invita a mettersi in salvo in Egitto con il bambino e sua madre. Sempre nel Vangelo di Luca, è ancora un Angelo che comunica ai pastori la nascita del Messia "Non temete, perché, ecco, io vi annunzio una grande gioia per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Messia, Signore" (Le. 2,10-11) e con questi Spiriti beati apparve anche una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio. A qualcuno che si chiedeva perché siano così numerosi gli interventi angelici riguardo all'incarnazione del Verbo, sia prima che dopo la sua attuazione, è opportuno rispondere, riferendoci alla concezione biblica, secondo la quale gli Angeli svolgono il compito di mediatori tra la sfera divina e quella terrestre. A Natale vi è il momento in cui si realizza la massima comunicazione tra Dio e l'umanità, al punto che Dio diventa uomo senza perdere la propria divinità, per cui il ruolo dei mediatori diventa particolarmente importante. Sono quindi gli Angeli a ristabilire il contatto con Dio e a comunicare la sua Parola, proprio per preparare l'avvento al vero e definitivo mediatore tra il cielo e la terra, che è Gesù Cristo. È doveroso spendere qualche riga sul rappor¬to tra gli Angeli e i pastori di Betlemme. Origene considera allegoricamente i pastori della Natività come gli Angeli delle Nazioni. Così scrive Origene: "I pastori possono essere considerati come Angeli, ai quali sono affidati gli uomini. Tutti avevano bisogno di aiuto, affinché le Nazioni loro affidate fossero governa¬te bene. È a loro che l'Angelo é venuto per annunciate la nascita del veto Pastore". L'Angelo che comunica la nascita di Gesù ai pastori è un messaggero di gioia e messaggero di pace sono tutti gli altri Angeli che lodano Dio sotto il cielo di Betlemme. "Non temere", aveva detto l'Angelo Gabriele a Maria, turbata da un annuncio così sorprendente. "Non temete" dice l'Angelo ai pastori spaventati. Talvolta, 1' incontro con gli Angeli spaventa coloro presso i quali si portano, ma gli Spiriti celesti, a meno che non vengano per realizzare la giustizia divina, rassicurano sempre le persone alle quali si manifestano. Quan¬to l'Angelo ebbe tranquillizzato i pastori partì un annuncio buono e non cattivo, cioè che il Salvatore dell'umanità era venuto. Due pastori che, secondo la tradizione, si erano purificati, a causa della loro solitudine, avevano bisogno che qualcuno li riportasse in comunione con Dio, poiché il sangue delle vittime sacrificali non poteva redimerli. L'Angelo aveva reso noto che la Redenzione era finalmente possibile, poiché con Gesù il Salvatore aveva visitato il suo popolo, portando la salvezza, Non dimenti¬chiamo mai che i pastori sono gente povera e socialmente insignificante e sono proprio questi poveri a sentire per primi parlare del pastore di Israele: "E tu, Betlemme, terra di Giudea, non sei il più piccolo capoluogo di Giudea: da te infatti nascerà un capo che pascerà il mio popolo, Israele " (Mt. 2,6). Nel Medioevo, la notte del venticinque dicembre era spesso ritenuta come una notte di grande sofferenza per le anima dannate e per i diavoli. La notte della Natività del Signore aveva profondamente amareggiato le potenze delle tenebre: quello che essi avevano perduto, per loro colpa, per sempre, la presenza di Dio, ora nella pienezza dei tempi, si stava realizzando nell'umanità. Dio si era incarnato nel genere umano e, tale evento salvifico, non poteva più essere cancellato e, da allora, la storia sarà divisa in due grandi parti prima e dopo la nascita di Cristo. Natale è veramente una notte di gioia e di pace incontenibile. Ma il Natale è anche l'inizio del pericolo per quelli che stanno dalla parte del Bambino divino. I Re Magi, giunti dall'Oriente, vogliono onorare il Bambino Gesù ma la loro venuta ingenera terrore e gelosia nel re Erode che vive a Gerusalemme. Il re malvagio l'interroga sulla stella e poi li manda a Betlemme, dicendo loro di tornare con delle informazioni: in realtà, Erode vuole uccidere il Bambino. Gesù, Giuseppe e Maria avevano bisogno dell'intervento angelico per salvarsi dall'odio del re. Gli Angeli del Natale si manifestano anche dove c'è i1 rischio della morte tragica. È assai sapiente sottolineare che, coloro che riescono a vedere gli Angeli, riescono anche a vedere, in un neonato venuto al mondo da gente miserabile e senza alcun peso sociale o economico, il Messia, il Signore dell'universo. Gli Angeli della Natività sono dei grandi docenti, ma insegnano solo a coloro che hanno l'umiltà di riconoscere ciò che è già in mezzo a noi. Che ciascuno di noi, a Natale e sempre, possa farsi discepolo di tali celesti maestri! Santi Angeli del Natale pregate per noi affinché come i pastori ed i magi possiamo incontrare il Messia. Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |
< Prec. | Pros. > |
---|