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L'Azione degli spiriti sulle anime PDF Stampa E-mail

L'Azione degli spiriti sulle animeL'anima umana non può agire direttamente senza intermediario su di un'altra anima umana. Ancora una verità di senso comune che tutti i sofismi del mondo non potrebbero strappare. Io ho del bello nel voler comunicare il mio pensiero a cotale persona; la mia volontà non basta ad operare questa comunicazione. Come l'anima agisce sui corpi estranei con l'intermediazione del proprio corpo, e di quell'ammirabile strumento che si chiama mano; così essa si mette in relazione con le anime, sue sorelle, unite come essa ad un corpo, per intermediazione di quell'altro strumento più meraviglioso ancora che si chiama la voce e la parola. Presso l'uomo, essere composto di spirito e di materia, bisogna che il pensiero si materializzi nella voce, o generalmente in un segno qualsiasi, perché essa possa trasmettersi. Questo ci richiama alla memoria i bei versi del poeta, parlando delle anime: E i pianti ed i canti sono le voci immortali di queste figlie di Dio che ...

...  si chiamano tra di loro. I pensieri si esprimono con la parola, semplice, ritmata o cantata; i sentimenti si esprimono, in mancanza della parola, con i pianti e col sorriso. Il corpo diviene così allo stesso tempo l'interprete e lo specchio dell'anima.

Come l'Angelo, essere incorporeo, comunica il suo pensiero? Occorre ch'egli possa comunicarlo spiritualmente, direttamente, senza intermediario; ed è in effetti quello che la teologia ci insegna a riguardo di questi puri Spiriti. Uno di essi vuol trasmettere il suo pensiero ad un altro, gli basta che lo diriga verso di lui con uno sforzo di volontà, perché questi lo riceva e ne prenda conoscenza. E quando noi diciamo sforzo, noi non intendiamo un atto penoso, ma solamente un atto deliberato e voluto. Così si fa una comunicazione di pensieri; vi è, come dice San Paolo, una lingua ad uso degli Angeli; lingua viva come un incrocio di luce, limpida come uno sguardo reciproco, profonda come una mutua intuizione. Gli Angli possono racchiudere i loro pensieri in se stessi, ed allora esso è impenetrabile agli altri Angeli. Per manifestarlo, basta loro volerlo; ed essi lo manifestano a chi vogliono. Ma quale sarà il loro modo di comunicazione con gli uomini? L'uomo non può affatto ricevere comunicazione diretta del pensiero di un Angelo, così come il pensiero di uno dei suoi simili. La sua intelligenza è impotente a percepire un pensiero, che non gli sia presentato sotto una forma sensibile. Essa non può entrare nel concerto intellettuale degli Spiriti angelici.

Come l'Angelo farà dunque per entrare in relazione con l'anima umana? Si servirà di parole sensibili ch'egli formerà nell'aria, come Dio faceva risuonare agli orecchi di Mosé ed anche di tutto il popolo d'Israele? No, questa forma esteriormente sensibile del linguaggio umano non s'impone a lui. Egli potrà rivolgersi direttamente all'immaginazione dell'uomo, e formarvi delle immagini e dei segni che saranno il veicolo del suo pensiero. Notiamo, in effetti, la costituzione, se così si può parlare, dell'anima umana. Vi è in effetti una parte che sorpassa il corpo: è la parte intellettuale, intelligenza e volontà. Vi è una parte che confina col corpo: è la parte sensibile, immaginazione e sensibilità. La parte superiore ed intellettuale è assolutamente chiusa agli Angeli: Dio solo può mettere direttamente un pensiero nella nostra intelligenza, toccare e cambiare direttamente e di primo acchito la nostra volontà. L'Angelo non ha accesso che nella parte sensibile dove si formano le rappresentazioni, le immaginazioni ed i sogni.

Ed ancora notiamo subito ch'egli non penetra, propriamente a parlare, neanche in questa parte dell'anima; egli si insinua per la sottilità della natura in quello che nel corpo tocca più da vicino l'anima, e da ciò egli fomenta in essa certe rappresentazioni immaginative che costituiscono un vero linguaggio, non già di suoni articolati, ma impressioni abilmente calcolate.Questo procedimento non ha niente che debba sorprenderci, se notiamo quello che accade in noi. Le immagini delle cose esterne, che noi riceviamo per via dei sensi, vanno a dipingersi nel cervello; i suoni rappresentativi delle idee vanno ugualmente, dopo aver colpito le nostre orecchie, ad imprimersi nell'organo cerebrale. Il cervello è dunque un repertorio completo di impressioni immaginative e di segni fonetici corrispondenti a delle idee; è una clava con cui tutte le note strappano l'immaginazione e da qui si ripercuotono nell'intelligenza. Cosa di stupefacente che l'Angelo, essere spirituale, venga a toccare questa clava interna, ed ecciti così nella nostra anima un mondo di sentimenti e di idee! Questo ci fa comprendere le tentazioni che provengono dagli spiriti maligni, essi possono in un colpo d'occhio eccitare una tempesta interiore, essi sconvolgerebbero la nostra anima se Dio non vi mettesse ordine; un artista abile riesce bene a trasportare, ed anche talvolta a riempire il suo ascoltatore, nient'altro che agendo sull'organo dell'udito! Sentiamo il bisogno di appoggiare su di una autorità la dottrina che esponiamo. San Tommaso ce la fornisce. Egli dice espressamente che gli Angeli agiscono in noi con delle scosse impresse agli spiriti vitali ed agli umori, "per motum localem spirituum et humorum". Al posto di questi termini antichi, mettete le espressioni della scienza moderna che in fondo significano la stessa cosa; dite che gli Angeli strappano il sistema sensoriale, agiscono sulla sostanza cerebrale, e da ciò eccitano l'immaginazione e rimuovono le idee: voi avete il pensiero di San Tommaso in conferma della nostra tesi.

La Sacra Scrittura fornisce a questa tesi un appoggio decisivo, quando essa ci dice, per esempio, che un Angelo apparve in sogno a San Giuseppe (Mt.1,20). Ecco un Angelo che eccita un sogno, che si mischia ad un sogno, che appare in sogno, cioè che si manifesta all'immaginazione interiormente. Questa apparizione implica evidentemente un'azione sottilissima sull'anima. Quest'azione può essere qualificata contemporaneamente interiore ed esteriore; essa è interiore, in quello ch'essa produce all'interno di noi stessi e senza colpire i sensi esteriormente; e tuttavia essa è esteriore all'anima, in quello che non esce dal di dentro dell'anima, ma proviene da immagini che le sono presentate.  Ricordiamo bene questa distinzione. L'Angelo non agisce direttamente nella nostra anima e sulla nostra anima; ma ci parla un linguaggio semplificato che si rivolge alla nostra immaginazione senza passare per i nostri sensi. Se egli può parlarci in questo modo, può ugualmente eccitare le nostre passioni. Da questo punto di vista il suo potere è molto formidabile. Ma noi riprenderemo nel parlarne, quando tratteremo delle tentazioni.

AZIONE DIVINA, AZIONE ANGELICA, AZIONE UMANA Secondo quello che abbiamo detto, l'azione angelica sfiora da un lato con l'azione divina, dall'altro con l'azione umana. L'azione divina è interiore agli spiriti come ai corpi; l'azione angelica è interiore ai corpi, ma esteriore agli spiriti; l'azione umana è esteriore ai corpi come agli spiriti. Alcune nuove spiegazioni faranno cogliere meglio ancora queste distinzioni essenziali da conoscere. Dio, Creatore e Padre degli spiriti, secondo la bella espressione delle Scritture, pur trattandole col più grande rispetto, esercita su di essi un dominio assoluto. Esso è loro interiore, ed agisce in essi come gli piace. Fa sentire direttamente la sua presenza, ed applica immediatamente la sua azione alle facoltà padrone della nostra anima, all'intelligenza ed alla volontà. Esso illumina talvolta l'intelligenza con una parola che Santa Teresa chiamava sostanziale, e che ella diceva marcata da un segno d'autorità così assoluto, che non si può confondersi sulla sua origine e sulla sua natura. Esso tocca la volontà, senza farle violenza, nel suo sensibile più intimo; e nessuna volontà, per dura che possa essere, può sottrarsi alla sua azione, quando gli pace di renderla efficace. E' così che Dio afferma i suoi diritti inalienabili e manifesta la sua potenza infinita. Egli è la luce primordiale e la vita degli spiriti, così come è l'Autore di ogni esistenza. Circa lo spirito increato, tutti gli spiriti creati sono per così dire sulla stessa linea, ancorché Egli abbia in mezzo ad essi tutta una gerarchia di funzioni e di presenza. Noi vogliamo dire da ciò che il più umile degli spiriti sono per Lui dei fratelli e non dei padroni. Essi non possono agire direttamente in lui, né penetrare nel santuario intimo dei suoi pensieri e dei suoi affetti. Dio solo ne ha la chiave, egli non la comunica a nessuno, e si può anche dire ch'essa non è comunicabile. Supponiamo in effetti due spiriti che si svelano vicendevolmente i loro pensieri più segreti; essi cono in comunione l'uno con l'altro con certe immagini spirituali, e non per il fondo stesso del loro essere. Non si dirà mai di due spiriti ch'essi sono l'uno nell'altro, come Dio è nei buoni Angeli e come i buoni Angeli sono in Dio, come Egli è nelle anime sante e come le anime sante sono in Lui.

E' dunque il privilegio di Dio di essere interiore agli spiriti; tra di essi gli spiriti non si compenetrano che dai loro atti, dalle loro facoltà, affatto per la loro essenza. Questa dottrina è molto ricca in conseguenze ed in deduzioni consolanti; questo faccia a faccia, questo cuore a cuore con Dio solo, nostro unico bene, nostra sola vera e sovrana beatitudine, ha in ogni tempo rapito le anime sante. Nessuno spirito creato può tenere il posto di questo Dio la cui dolcezza è infinita. I buoni Angeli vigilano alla porta del santuario dove si consuma l'unione dell'anima con Lui. Essi non si penetrano, ed essi dicono alle creature: "Fate silenzio e non turbate la Sposa nel suo sonno!" (Cantico dei Cantici 8,4). Quanto allo spirito maligno, egli nondimeno abita nell'anima, anche nell'anima peccatrice, Essa è vuota, ed è precisamente questo vuoto che fa la sua disgrazia e la sua dannazione.  Che pensare ora di quei pretesi sapienti che dicono che un'anima può agire direttamente su di un'altra anima, ed in qualche modo sopprimere la sua volontà? Questo fenomeno in se stesso sarebbe di ordine divino. In realtà esso è semplicemente diabolico; perché se il diavolo non può agire direttamente sull'intelligenza e sulla volontà, egli può impressionare l'immaginazione, e da ciò suggerire ad un soggetto sottomesso alla sua azione taluni pensieri e taluni atti. Questo ci porta a stabilire ben nettamente la distinzione tra l'azione angelica e l'azione umana.

Dio solo è assolutamente superiore al corpo; e questa superiorità permette alla sostanza spirituale di agire al di dentro della sostanza corporale, non già senza dubbio così intimamente come Dio stesso, e tuttavia d'una maniera molto penetrante e molto sottile. In virtù di questa superiorità dello spirito sulla materia, l'anima che è il più umile degli spiriti anima e vivifica il corpo; in virtù di questa stessa superiorità, gli altri spiriti, Angeli o demoni, penetrano dappertutto, e mettono in gioco le forze più intime della natura. Solamente l'anima, con la sua unione sostanziale al corpo, si trova priva di questa facoltà di penetrazione di fronte agli altri corpi: non è lei che agisce, è il composto, è l'uomo; e l'uomo, non essendo un puro spirito, non può agire che esteriormente. Un corpo non può agire in effetti su di un altro corpo che per via d'un contatto esterno. Ecco dunque la linea di demarcazione tracciata tra l'azione umana e l'azione angelica. La prima, emanando da un essere composto di corpo e di anima, è assoggettata alle leggi che determinano l'azione dei corpi gli uni sugli altri; la seconda è affrancata da queste leggi, essa non è legata al tempo ed allo spazio, essa non è fermata dall'impenetrabilità reciproca delle sostanze materiali; essa giunge fino alla composizione della molecola elementare, fino al punto di giunzione del corpo e dell'anima. Essa vi giunge, diciamo noi, come motore e non come principio di vita. Perché l'Angelo non ha potenza di vivificare; ed è in questo che la sua azione, anche sui corpi, resta infinitamente al di sotto dell'azione divina che dona l'essere dove c'è l'essere, espande la vita dove c'è la vita, infonde l'intelligenza laddove c'è l'intelligenza, chi è inferiore ad ogni essenza tutto restandone inimmischiabile ad ogni cosa.

 
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