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Le incursioni diaboliche PDF Print E-mail
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Le incursioni diaboliche1. Satana e la Provvidenza. Gli attacchi dei demoni contro gli uomini fanno parte, anch'essi, del piano provvidenziale. Una delle più grandi abilità di Satana è di essere riuscito a farsi dimenticare dalla maggioranza dei cristiani. Questi non negano la sua esistenza, - ed ancor più non ne vedrebbero che una personificazione del male - ma la sua azione nel mondo è per essi favola circoscritta, leggenda medievale, mancanza di senso critico. I nostri avi avevano la tendenza nel vedere il diavolo dappertutto, nell'interpretare troppo facilmente, in questo senso, dei fenomeni suscettibili di spiegazione naturale; per eccesso di criticismo e di razionalismo, noi cadiamo oggi nell'eccesso opposto. Nonostante ciò l'intervento degli Angeli decaduti rimane una verità dogmatica. Basta aprire la Bibbia, consultare la Tradizione: dal Paradiso terrestre alla tentazione di Cristo, il demonio è là, bugiardo ed omicida. Limitiamoci nel segnalare, a questo riguardo, due fonti particolarmente abbondanti: ...

...  Dapprima l'insegnamento ascetico di tutti i maestri dai Padri del monachesimo, fino a San Francesco di Sales. I Padri del deserto mettono, continuamente, i loro discepoli, in guardia contro le insidie del demonio; Sant'Ignazio scrive le sue Regole per il discernimento degli spiriti; San Francesco di Sales vi ritorna spesso nei suoi consigli di direzione. Poi, e soprattutto, la Liturgia. L'acqua, l'olio, i ceri sono benedetti per mettere in fuga lo spirito maligno; il Battesimo contiene diversi esorcismi; e tra le preghiere dell'Ufficio, l'Ora di Compieta insiste sul pericolo infernale: Fratelli, siate sobri e vegliate, perché il demonio gira intorno a voi come un leone ruggente che cerca una preda da divorare ...Pt.5,8). Signore, custoditemi come la pupilla del vostro occhio. 

Proteggeteci all'ombra delle vostre ali. Signore, degnatevi di visitare questa casa e di allontanarne tutte le insidie del nemico; che i vostri Santi Angeli vi abitino, e che essi ci custodiscano nella pace. Da parte del demonio, nulla di stupefacente di una simile guerra. Fissato, per sempre, nel suo odio di Dio, egli si sforza di raggiungerlo, se non in se stesso, almeno nella sua opera di salvezza; in più il demonio è invidioso, egli è geloso della nostra sorte; il suo orgoglio lo fa opporre al piano divino, fin quanto lo può; da ciò questa volontà tenace ed assoluta di nuocere. Ma perché Dio autorizza questi attacchi che, dopo la prima catastrofe del Paradiso terrestre, sembra contrariare la sua azione salvatrice e rendere il Sacrificio di suo Figlio inutile per i dannati? Non è per rincorrere una parte di responsabilità, nella caduta delle vittime, esposte ad un nemico così potente? Obiezione tanto più grave che il demonio non fa che quello che Dio gli permette; cane incatenato, egli non può superare la lunghezza della sua catena. E' il perpetuo problema del male che si pone di nuovo. Bisogna dirci, nella fede, con tutta la Chiesa: Nessuna ingiustizia è commessa, perché l'uomo resta libero e riceve i soccorsi appropriati.  

Al contrario, è un accrescimento di amore che Dio reca e che ci è richiesto. Il peccato di Adamo ci è valso l'Incarnazione redentrice; Cristo è vicinissimo a noi nella prova, con la sua grazia, con la sua Chiesa ed i suoi Sacramenti; felix culpa! canta allora la Liturgia.  O beata colpa che ci è valsa un tale Redentore! (Messale Romano. Pasqua: Exsultet). La tentazione diabolica, stessa, ha il potere di mantenerci nell'umiltà, di obbligarci a gridare aiuto:  Ecco il nome del Signore, fuggite nemici! (Rituale Romano. Esorcismo di Leone XIII). Tutto concorre al bene di quelli che amano Dio (Rom.8,28). Anche il peccato, aggiungeva Sant'Agostino. Anche l'azione del demonio, oseremmo aggiungere ancora. Nulla sfugge al piano di Dio, nulla sfugge al fine voluto da Dio che è di conformare tutto in definitiva alla sua bontà ed alla sua saggezza.

2. La tentazione. La tentazione, cioè la prova davanti al peccato, costituisce la forma normale dell'azione demoniaca nel mondo. Noi non diciamo che tutte le tentazioni e le colpe provengono direttamente da Satana.Questi ci influenza in vari modi. Con la sua ribellione, egli ha dato il segnale del rifiuto d'amore che è al principio di ogni peccato. E, facendo cadere i nostri progenitori, egli ha favorito tutti i peccati della nostra razza. Non riceviamo forse, ora, dalla loro eredità, una carne appesantita e ribelle, che inclina al male la nostra volontà? Comunque, la sola concupiscenza basta nello spiegare molto delle nostre difficoltà interiori, senza che vi sia bisogno di fare appello ad un'azione nuova e diretta del demonio. L'azione diabolica diretta non  rimane meno frequente e formidabile; decaduto dal suo stato soprannaturale, l'Angelo cattivo custodisce, intatte, le forze della sua natura e conserva tutte le possibilità che noi abbiamo riconosciute ai puri Spiriti. Le apparizioni esteriori, troppo brutali, sembrano rare. I prestigi e le illusioni, per azione diretta sul senso, sembrano anche poco frequenti. 

Ma l'immaginazione offre un vasto campo all'influenza diabolica: sogni, ricordi, immagini insidiose od ossessionanti sono dei pasti, tanto più pericolosi, che il demonio si nasconde dietro il gioco normale delle leggi psicologiche; egli ci pone in uno stato fisiologico che favorisce l'esplosione delle nostre passioni e la capitolazione della nostra volontà. A fianco della tentazione inferiore, ossessionante, sensuale, segnaliamo anche le occasioni di peccato, gli incontri in apparenza fortuiti, e, sul piano più vasto, i turbamenti sociali e politici dove si commettono tanti crimini e da dove nascono tante guerre. La parte del demonio vi è difficile da riconoscere; ma come dubitare ch'egli è all'opera? Egli semina zizzania ovunque può. Trionfa negli odi, nelle gelosie, nelle discussioni, nelle guerre.

3. Il Principe dei demoni. Più che il demonio, noi diciamo i demoni numerosi ed organizzati. Essi chiamano loro stessi legione (Mc.5,9). Sono gelosi tra di loro, ma si intendono per fare l'assedio di un'anima (Lc.11,24). Al di sopra di essi regna il loro Principe, il grande Dragone (Mt.12,24; Apoc.12). Questa intesa nel male si spiega facilmente: l'odio li unisce, se non i cuori, almeno gli sforzi; e, in più, la caduta non ha distrutto tutti i legami esistenti tra gli Angeli ribelli. Quanto al piano d'attacco, esso ci sfugge. Demone individuale, attaccato ad ogni uomo allo stesso titolo dell'Angelo custode? Demone specializzato in un dato vizio? Tante ipotesi da prendere come tali e che, in fondo, importano poco. Più certa è l'esistenza di un capo unico, che i Padri hanno chiamato Lucifero, applicandogli dei passi di Isaia (14,2-32) ed Ezechiele (28,1-19). Una opinione molto estesa ne fa il più perfetto degli Angeli caduti dal vertice della Creazione; il suo esempio, la sua influenza avrebbero trascinato la defezione generale. 

Così, da una parte, la Città di Dio, composta dagli Angeli fedeli e dagli eletti, riuniti in una comune lode. Dall'altra, la Città del Male, formata dai demoni e dai dannati, riuniti in un odio comune; tra le due, la massa galleggiante degli uomini, ancora sulla Terra, sottomessi alle influenze contrarie dei due partiti, già orientati in un senso o nell'altro dallo stato di grazia o di peccato, ma il cui destino non sarà fissato che alla morte. E dominando gli avvenimenti , la Provvidenza, giusta e saggia, che fa tutto convergere, il bene come il male, verso la più grande gloria di Dio.

4. La possessione. L'azione diabolica riveste altre forme, meno frequenti, ma tanto più istruttive. La storia dei Santi offre il racconto delle vessazioni fisiche ch'essi ebbero a soffrire da parte del demonio; la Sferza rendeva la vita dura al Curato d'Ars. Altre volte sono, dal lato morale, delle vere ossessioni, pensieri di disperazione; ma il paziente si difende contro l'invasione diabolica che non raggiunge il fondo dell'anima. Più violenta è la possessione propriamente detta in cui il demonio  sottomette un'anima che si vende a Lui, od in modo più normale, s'impadronisce di un corpo umano, facendolo agire a modo suo ed in lui, comunicandogli una strana forza. Malgrado gli sforzi di certi critici, è impossibile trasformare gli indemoniati del Vangelo in semplici ammalati; a Cafarnao (Mc.1,23), a Gerasa (Lc.8,26), ai confini di Tiro (Mc.7,24), ai piedi del Tabor (Lc.9,37), Cristo caccia i demoni con autorità, invoca questo potere come segno caratteristico della sua missione, lo dona ai suoi Discepoli; e la Chiesa, fedele al pensiero del suo Maestro, lo confida, a sua volta, a degli esorcisti istituiti a questo scopo. 

Dio permette questi casi estremi; talvolta essi sono la punizione di una colpa; spesso costituiscono una lezione per il vicinato; quasi sempre essi finiscono in una vittoria pubblica di Cristo e dei suoi ministri, ai quali il demonio è costretto a cedere. Si devono accogliere con prudenza le parole che gli Spiriti maligni profferiscono dalla bocca dei posseduti, in particolare durante gli esorcismi: essi sono così abili nel mentire! Ma talune illustrano troppo esattamente la dottrina per non trovar posto in teologia.

5. Il Principe di questo mondo sarà gettato fuori (Gv.12,31). Malgrado un'opinione abbastanza diffusa nei primi secoli, il demonio non aveva acquisito, sull'uomo, un diritto vero che sarebbe venuto a saldare Cristo. Ma l'idea metteva in rilievo la sua potenza così reale e così manifesta nell'antichità. Dall'Incarnazione, e soprattutto in Paesi cristiani, Satana ha perduto una parte del suo impero; la luce del Vangelo, una effusione più abbondante di grazia, un'atmosfera di preghiera paralizzano la sua azione; i riti dei Misteri cristiani si mostrano particolarmente efficaci contro di lui.

6. Magia e spiritismo. C'è un ultimo aspetto dei rapporti con l'aldilà infernale: la magia, o più esattamente la magia diabolica. Mettere la potenza del demonio al proprio servizio, dominarla od almeno utilizzarla, quale tentazione per l'orgoglio e l'ambizione dell'uomo! Così potrà - almeno egli lo crede - penetrare il segreto del futuro e dei cuori, trarre vendetta di un nemico, realizzare effetti meravigliosi. Che simili tentativi siano stati fatti, non vi è dubbio. Quale ne fu l'esatto risultato? Il dibattito non è chiuso. I prodigi operati dai maghi del Faraone (Es.7), se furono autentici, sembrerebbero dover essere attribuiti ad un intervento ultraterreno; San Cipriano e Sant'Agostino affermano l'esistenza, al loro tempo, di fenomeni dello stesso tipo; essi furono universalmente ammessi nel Medio Evo e nei grandi processi di stregoneria. Un esame prudente ed attento di ogni caso rimane comunque necessario. Ma che esse riescano o meno, tali pratiche sono gravemente colpevoli. Che pensare dal punto di vista cristiano, delle pratiche più moderne che pretendono spesso di costituire delle vere scienze? Magnetismo ed ipnotismo si vantano in effetti di risultati sorprendenti: lettura del pensiero, soluzione da parte di un ignorante delle questioni più difficili, parlare lingue sconosciute, diagnosi infallibile di malattie, previsione del futuro.

Quanto allo spiritismo, allo stato puro ed originale, il suo profeta francese lo presenta come una dottrina morale e filosofica fondata sull'esistenza, le manifestazioni e l'insegnamento degli Spiriti, un nuovo Vangelo, un'ultima rivelazione (Allan KARDEC, il Libro dei Medium; Il Vangelo secondo lo Spiritismo; Il Cielo e l'Inferno), contraddicendo, di fatto, il dogma cristiano, in particolare sull'esistenza dei demoni e le pene della vita futura. Sotto la forma corrente, le tavole girevoli, per esempio, esso fa, ancora direttamente, appello a delle comunicazioni ultraterrene.

Dobbiamo vedervi un'azione diabolica? I fenomeni, una volta registrati, e riconosciuti esenti da illusione e da frode, - il che non è sempre facile, essendo date le condizioni delle esperienze -, bisognerebbe che facessero la parte delle leggi naturali, ancor meno note, ma che non sorpassano il quadro della scienza vera. Ma, almeno per lo spiritismo, come lo proclamava il secondo Concilio di Baltimora (1866): Si può appena mettere in dubbio che certi fatti non siano dovuti all'intervento diabolico, ogni altra spiegazione sembrerebbe insufficiente. In alcuni casi è un errore attribuire agli spiriti un potere che essi non hanno o che Dio non può permettere loro di esercitare. Quasi sempre vi è pericolo per i cervelli, turbati dal desiderio eccessivo di sperimentare e di conoscere, per l'attesa febbrile del meraviglioso; pericolo per la morale spesso offesa od acerba; pericolo soprattutto di fornire al Maligno con queste pratiche od altri simili una così bella occasione di lavorare ai suoi affari; pericolo di affidarsi ciecamente a dei segni ch'egli può provocare. E non gli basta, senza intervenire direttamente, di orientare le anime verso delle chimere per distaccarle così poco a poco da Dio, da Cristo e dalla Chiesa? I veri cristiani permarranno sempre in guardia ed obbediranno alla Chiesa che vieta ogni evocazione degli spiriti.

Piccolo trattato di angelologia (Paul Benois D'Azy - Benedettino)

 
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