Trattato di Angelologia - Dottrina teologica |
Tali sono i dati della Rivelazione, abbastanza forniti sui rapporti degli Angeli con gli uomini, più poveri sugli Angeli stessi. Simile situazione, lungi dal paralizzare il lavoro teologico, non poteva che stimolarlo, aprendogli un vasto campo d'azione. Il saggio scopre con gioia la traccia di Dio nella prodigiosa varietà dei corpi e sonda con le ipotesi la profondità della materia; lo psicologo, il sociologo, il filosofo studiano la società umana nei suoi membri o nel suo funzionamento d'insieme. Per conoscere il mondo angelico il cercatore deve rimpiazzare l'esperienza diretta con la Rivelazione; ma questa una volta ammessa ed utilizzata come base, l'opera della ragione comincia. Cercare le convenienze dei gesti divini, riunire gli elementi sparsi, ricostituire per analogia con il paesaggio umano i tratti di questo paesaggio puramente spirituale dove si riflette maggiormente Dio che è Spirito: Tanti lavori proposti al teologo. a) Saggi e sintesi. Fin dal III° secolo, lo spirito potente di Origene tenta ... ... più con vigore che con sicurezza una vasta sintesi del mondo soprannaturale dove gli Angeli, gli uomini ed i demoni trovano ognuno il proprio posto. Sant'Agostino (IV° - V° secolo) studia le apparizioni degli Angeli nell'Antico Testamento ed approfondisce il loro modo di conoscenza di Dio e dell'universo. Dottore latino del Corpo Mistico egli descrive l'unica Città di Dio dove gli Angeli e gli uomini si riuniscono sotto l'autorità di Cristo. Lo Pseudo-Dionigi (V°-VI° secolo) dà per primo una teoria completa della società angelica. Interpretando i differenti vocaboli sotto i quali la Scrittura designa gli Angeli, egli li divide in nove Cori e tre Gerarchie; tra l'uomo e Dio prende posto una gamma ascendente di perfezioni sempre crescenti, mentre che da una via inversa le divine illuminazioni si trasmettono di grado in grado fino a noi. San Gregorio Magno (fine del VI° secolo) più romano, dunque più pratico, si attacca maggiormente alle differenti funzioni degli Angeli nei confronti degli uomini; Dopo la notte dell'alto Medio Evo il lavoro riprende in nuove direzioni più adatte alle preoccupazioni dell'epoca: stato primitivo, caduta e ricompensa degli Angeli sono studiati più specialmente. Ecco nel XIII° secolo le grandi sintesi teologiche da cui emerge quella di San Tommaso d'Aquino, il Dottore Angelico. In uno speciale opuscolo e nella Somma contro i Gentili, egli tratta, ispirandosi alla fisica ed alla filosofia aristotelica, il problema delle sostanze separate od intellettuali; nella Somma teologica egli ha l'arditezza di assimilare le sostanze separate, di cui parla Aristotele, agli Angeli della Tradizione giudaico-cristiana. I concetti aristotelici, indubbiamente, abbandoneranno quello che hanno di pagano per integrarsi armoniosamente in una sintesi cristiana. Nella stessa epoca, San Bonaventura, in un insegnamento teologico meno vasto, utilizza dei dati filosofici differenti. Il quadro è tracciato. Scoto e Suarez lo rispetteranno, lassi ad introdurre altre soluzioni. I commentatori lo seguiranno fedelmente. Nel XVII° secolo Petau raggrupperà intorno ad esso le diverse soluzioni patristiche; ed i nostri moderni trattati di teologia si sforzeranno più o meno felicemente di ringiovanirlo. Bisogna confessare che questa sintesi potrebbe essere completa? Essa ci mostra certamente il mondo angelico che fuoriesce da Dio e che ritorna al suo Autore; ma tra Dio ed il mondo si pone Cristo, Capo e Centro di tutta la Creazione che attraverso di Lui fa ritorno al suo Principio. Se i rapporti tra Cristo e noi sono stati molto studiati, i problemi analoghi relativi agli Angeli sono lungi dall'essere stati abbastanza approfonditi. Non che la questione non sia stata trattata; essa costituisce anche un campo di battaglia tra le diverse scuole; ma ci si augurerebbe un vasto quadro d'insieme, che sposa i contorni della Rivelazione, dove i punti controversi sarebbero messi al loro posto, che non è il primo. b) Principi direttivi. L'Angelo puro spirito creato, occupa un posto intermedio tra l'uomo e Dio; da ciò per studiarlo una duplice via: risalire al di sopra delle perfezioni umane; discendere dalle perfezioni divine a quello che ne è il più esatto riflesso. Così a partire dalla Rivelazione si distaccano i principi direttivi della teologia angelica. Essa è anche una scienza utile, checché Cartesio abbia detto nella sua lettera a Moro; da essa noi apprendiamo a meglio conoscere il piano di Dio, i misteri della grazia e del peccato, le leggi dello spirito; e da una devozione accresciuta verso i nostri ausiliari celesti, che ci facilitano la nostra propria salvezza. Che comunque il teologo si guardi dal dimenticare la raccomandazione prudente di Ugo di Saint-Victor: Quando non possiamo avere in questa materia una certezza completa, è meglio non spingere troppo la nostra ricerca, perché se l'ignoranza non è una colpa, la presunzione ne è una (I Sacramenti, I, I, P., V, 31). Piccolo trattato di angelologia (Paul Benois D'Azy - Benedettino) |
< Prec. | Pros. > |
---|