Trattato di Angelologia - Sacra Scrittura |
La Bibbia è in primo luogo la storia del popolo ebreo, di Cristo e della Chiesa. Ma attraverso questa storia traspare un mondo superiore ed invisibile, il mondo angelico. a) Gli Angeli del Messia. Già nell'Antico Testamento si manifestano a varie riprese degli Esseri personali, intelligenti, potenti, distinti da Dio e dagli uomini. Li si chiama Angeli, Inviati di Dio, così strettamente dipendenti dal loro Maestro che talvolta essi sembrano confondersi con Lui e cedergli la parola. Abramo, per esempio, sul punto di sacrificare suo figlio Isacco sente l'Angelo del Signore gridargli: Non portare la mano sul fanciullo. Io ora so che temi Dio e che non mi hai rifiutato il tuo unico figlio ... Poiché tu hai fatto questo, dice Yahvé, io ti benedirò, e nella tua discendenza saranno benedette tutte le Nazioni della Terra (Gen.22,12-18). Il senso degli interventi angelici si manifesta già: tutta la storia umana, ed in particolare la storia del popolo eletto, converge verso un evento centrale, nodo dei rapporti tra Dio e gli uomini: ... ... l'Incarnazione, la salvezza degli uomini in Cristo. E' essa che gli Angeli, strumenti della Provvidenza, prepareranno più o meno direttamente. Talvolta quest'orientamento messianico si fa più visibile: San Paolo ci dice che la Legge mosaica, pedagoga che conduce a Cristo (Gal.3,24), fu data dagli Angeli sul Sinai (Gal.3,19; Eb.2,2 e 5) in mezzo ad un'apparizione terrificante (Es.19). Taluni profeti, tra essi Daniele, ricevono il loro messaggio da un Angelo (Dan.9). L'Angelo del Signore annuncia il futuro ad Abramo (Gen.18 e 22) ed a Balaam (Num.22-24), realizza numerose figure come il passaggio del Mar Rosso (Es.12,20; 14,19; 1 Cor.10.1-11). Notiamo comunque che delle riserve si impongono sul senso dei testi come sulla loro interpretazione allegorica. Così Dio vigila coi suoi Angeli sugli avi umani di suo Figlio, sui corpi come sulle anime: Giacobbe ebbe un sogno: una scala era posata sulla Terra ed il suo vertice toccava il Cielo; e su di essa degli Angeli di Dio salivano e scendevano, ed in alto stava Yahvé. Egli disse: Ecco, io sono con te ... Tutte le Nazioni della Terra saranno benedette in te (Gen.29,12-15). Yahvé ordina ai suoi Angeli di custodirti in tutte le tue vie, sulle loro mani essi ti porteranno, per timore che il tuo piede non urti la pietra (Salmo 90,11-12). b) La Corte di Dio. A lato del servizio umano, transitorio e secondario, un altro si disegna, permanente ed essenziale, di cui il primo non è che la conseguenza: il servizio di Dio contemplato faccia a faccia, il servizio dell'adorazione e della lode. Io vedo il Signore seduto su di un trono elevato, e gli orli della sua veste riempivano il tempio. Dei Serafini stavano davanti a Lui. Essi gridavano l'uno all'altro e dicevano: Santo, Santo, Santo è Yahvé degli eserciti. Tutta le Terra è piena della sua gloria (Is.6,1-4). Io vidi la rassomiglianza dei quattro esseri viventi: ognuno aveva quattro volti e quattro ali ... Al di sopra delle loro teste era la rassomiglianza di un firmamento simile ad un cristallo lucente ... Al di sopra del firmamento, vi era come l'aspetto di una pietra di zaffiro e come l'aspetto di uno spirito di fuoco e del bagliore tutto intorno. Tale era la rassomiglianza della gloria di Yahvé (Ez.1). Così il salmista convoca spesso gli Angeli per cantare le lodi di Dio con gli uomini e l'intero universo: Lodate Yahvé dall'alto dei Cieli. Lodatelo nelle altezze! Lodatelo, voi tutti, suoi Angeli, Lodatelo, voi tutti, suoi eserciti (Salmo 148,1-2). Nello stesso tempo esplodono la sovrana calma della loro azione, la loro potenza sulla materia, la gioia di cui gioiscono e che essi vogliono condividere coi loro fratelli gli uomini; e talvolta dei testi ci permettono di intravedere un mondo ultraterreno con le sue leggi e la sua organizzazione propria. Io sono Raffaele, dice questi a Tobia, uno dei sette che stanno in presenza del Signore. La pace sia con voi! Non temete. Vi è parso che io mangiavo e bevevo con voi, ma io mi nutrivo di un alimento invisibile e di una bevanda che l'occhio umano non può raggiungere. Benedite il Signore e raccontate le sue meraviglia (Tob.12,15 e 20). c) Cristo ed i suoi Angeli. Il Verbo si fa carne; e davanti alla sua umanità santa rivestita della dignità stessa di Dio, gli Angeli s'inchinano. Cristo non è forse il loro Re, avendo autorità su di essi, Re degli Angeli come degli uomini, incaricato di riportare tutta la creazione a suo Padre? In Lui si uniscono le due parti del mondo soprannaturale, l'angelico e l'umano. A quale dei suoi Angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato? (Eb.1,5; Sal.2,7). Ed ancora: Io sarò per Lui un Padre ed Egli sarà per me un Figlio (Eb.1,6; Sam.7,14). E quando introdusse di nuovo nel mondo il Primogenito, Egli disse: Tutti gli Angeli di Dio Lo adorino (Eb.1,6; Sal.96,7). Riunire tutte le cose in Cristo Gesù, quelle che sono nei Cieli e quelle che sono sulla Terra ... (Ef.1,10). Mettere in luce il Mistero nascosto dall'inizio dei secoli affinché i Principati e le Potenze nei Cieli conoscano oggi in vista della Chiesa la saggezza infinitamente varia di Dio ... (Ef.3,9-10). Riconciliare col Cristo tutte le cose con Dio, quelle che sono sulla Terra e quelle che sono nei Cieli, facendo la pace col sangue di Cristo ... (Col.1,20). Che in Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei Cieli, sulla Terra e negli inferi e che ogni lingua confessi a gloria di Dio Padre che Gesù Cristo è Signore! (Fil.2,10). Intorno a Cristo si affrettano dunque i suoi Angeli, ministri, servitori, di cui dodici legioni possono intervenire al primo segnale (Dan.7,10; Mt.4,11;26,53). Gabriele viene ad annunciare a Zaccaria la nascita di Giovanni il Precursore (Lc.1,11). Poi c'è l'annuncio fatto a Maria, il consenso richiesto da parte di Dio alla futura Madre del Salvatore: scena centrale del dramma della Creazione dove si trovano riuniti tutti i personaggi (Lc.1,26-38). Oramai gli Angeli sono là, calmano l'inquietudine di Giuseppe o lo avvertono di fuggire in Egitto (Mt.1,20;2,13) descrivendo ai pastori il Bambino-Dio coricato in una mangiatoia e dando a tutti la chiave del Mistero dell'Incarnazione: la gloria di Dio e la pace resa agli uomini (Lc.2,9-15). Fin dall'inizio della vita pubblica, essi riappaiono nel Vangelo, circondando il nuovo e vero Giacobbe (Gv.1,51), servendo Cristo dopo la tentazione (Mt.4,1-11). Comincia la Passione; nell'ora più tragica, dove Gesù si piega sotto il dolore al punto di sudare il sangue, un Angelo viene a confortarlo ... (Lc.22,43). Ecco Pasqua, la Risurrezione. Se uno atterrisce le guardie e rovescia la pietra del sepolcro, gli altri vestiti d'un bianco gioioso annunciano la Buona Novella a Maddalena ed alle pie donne (Mt.28,1-7; Gv.20,11-13); ancora essi dopo l'Ascensione chiusero la missione terrena di Cristo ed inaugurano l'attesa della Chiesa: Uomini di Galilea, perché restate qui a guardare verso il Cielo? Questo Gesù che è stato elevato al Cielo, così ritornerà allo stesso modo che voi l'avete visto andarsene (Atti 1,11). Servitori di Cristo, sì, dunque suoi collaboratori nell'opera della Redenzione: Pietro liberato (Atti 10,36), Cornelio istruito (Atti 12,7-11). E in effetti: Non sono tutti degli Spiriti al servizio di Dio, Inviati come servitori per il bene di quelli che devono ricevere l'eredità della salvezza? (Eb.1,14). Servitori amanti e zelanti che si rallegrano con il Buon Pastore della pecora ritrovata (Lc.15,1-10). La Rivelazione non poteva chiudersi che con una prospettiva sulla consumazione finale dove non sussisteranno più che due città: Angeli ed Eletti da una parte, demoni e dannati dall'altra. Già Cristo aveva fatto dei primi i testimoni e gli esecutori dei suoi giudizi, incaricati di separare il buon grano dalla zizzania, i buoni pesci dai cattivi (Mt.13,24-30, 36-43, 47-56). In un linguaggio simbolico, l'Apocalisse li descrive uniti agli uomini nella comune ed eterna lode di Cristo e dell'Agnello: Io vidi ed intesi, intorno al trono, intorno agli animali ed ai vegliardi, la voce di una moltitudine di Angeli, ed il loro numero era di miriadi e moltitudine di migliaia. Essi dicevano con voce forte: l'Agnello che è stato immolato è degno di ricevere la potenza, la ricchezza, la forza, la saggezza, l'onore, la gloria e la benedizione (Ap.5,4-12). Da questo rapido scorcio si distacca l'impressione d'una rivelazione abbastanza frammentaria e molto incompleta; nessuna descrizione dettagliata del mondo angelico, nessun esposto sistematico dei suoi rapporti con Cristo ... La Bibbia, riprendiamo noi, non è un catechismo ma una storia: la storia dei rapporti dell'uomo con Dio, con l'Uomo-Dio. Essa è omocentrica e non angelocentrica. Essa non tocca i puri Spiriti che nella misura in cui questi intervengono per aiutarci nel nostro viaggio. Dio per segnare senza dubbio il carattere gratuito della nostra introduzione nel mondo soprannaturale si è accontentato di illuminare ai nostri occhi la strada che da Cristo conduce a Lui. Le frontiere del territorio angelico sono così per contrasto apparse più nette; i vertici ed alcuni versanti orientati verso di noi hanno ricevuto alcuni raggi che permettono di distinguere più o meno confusamente le grandi linee del rilievo; ma sul resto di questo vasto paese plana un'ombra che sola dissiperà completamente la luce di gloria che illumina le due parti del dominio divino. Piccolo trattato di angelologia (Paul Benois D'Azy - Benedettino) |
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