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Il Catechismo Romano e le Tentazioni PDF Stampa E-mail

Il Catechismo Romano e le TentazioniI Vangeli parlano di un tempo di solitudine di Gesù nel deserto, immediatamente dopo che ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni: «Sospinto» dallo Spirito nel deserto, Gesù vi rimane quaranta giorni digiunando; sta con le fiere e gli angeli lo ser-vono. Terminato questo periodo, Satana lo tenta tre volte cercando di mettere alla prova la sua disposizione filiale verso Dio. Gesù respinge tali assalti che ricapitolano le tentazioni di Adamo nel Paradiso e quelle d'Israele nel deserto, e il diavolo si allontana da lui «per ritornare al tempo fissato» (Luca 4, 13). Gli evangelisti rilevano il senso salvifico di questo misterioso avvenimento. Gesù è il nuovo Adamo, rimasto fedele mentre il primo ha ceduto alla tentazione. Gesù compie perfettamente la vocazione d'Israele: contrariamente a coloro che in passato provocarono Dio durante i quarant'anni nel deserto, Cristo si rivela come il Servo di Dio obbediente in tutto alla divina volontà. Così Gesù è vincitore del diavolo:egli ha «legato ...

...  l'uomo forte» per riprendergli il suo bottino. La vittoria di Gesù 5ul tentatore nel deserto anticipa la vittoria della passione, suprema obbedienza del suo amore filiale per il Padre. 540 -La tentazione di Gesù manifesta quale sia la messianicità del Figlio di Dio, in opposizione a quella propostagli da Satana e che gli uomini desiderano attribuirgli. Per questo Cristo ha vinto il tentatore per noi: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (Ebrei 4,15). La Chiesa ogni anno si unisce al mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima.

Non ci indurre in tentazione 2846 -Questa domanda va alla radice della precedente, perché i nostri peccati sono frutto del consenso alla tentazione; Noi chiediamo al Padre nostro di non «indurci» in essa. Tradurre con una sola parola il termine greco è difficile: significa «non permettere di entrare in», «non lasciarci soccombere alla tentazione». «Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male» (Giacomo 1,13); al contrario, vuole liberarcene. Noi gli chiediamo di non lasciarci prendere la strada che conduce al peccato. Siamo impegnati nella lotta «tra la carne e lo spirito».

Questa richiesta implora lo Spirito di discernimento e di fortezza. 2847 -Lo Spirito Santo ci porta a discernere tra la prova, necessaria alla crescita dell'uomo interiore in vista di una «virtù provata» (Romani 5,3-5) e la tentazione, che conduce al peccato e alla morte. Dobbiamo anche distinguere tra «essere tentati» e «consentire» alla tentazione. Infine, il discernimento smaschera la menzogna della tentazione: apparentemente il suo oggetto è «buono, gradito agli occhi e desiderabile» (Genesi 3,6), mentre, in realtà, il suo frutto è la morte. Dio non vuole costringere al bene: vuole esseri liberi... La tentazione ha una sua utilità. Tutti, all'infuori di Dio, ignorano ciò che l'anima nostra ha ricevuto da Dio; lo ignoriamo perfino noi. Ma la tentazione lo svela, per insegnarci a conoscere noi stessi e, in tal modo, a scoprire ai nostri occhi la nostra miseria e per obbligarci a rendere grazie per i beni che la tentazione ci ha messo in grado di riconoscere (Origene, De oratione, 29). 2848 -«Non entrare nella tentazione» implica una decisione del cuore: «Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore... Nessuno può servire a due padroni» (Matteo 6,21.24).

«Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito» (Galati 5,25). In questo «consenso» allo Spirito Santo il Padre ci dà la forza. «Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla» (1 Corinzi 10, 13). 2849 -Il combattimento e la vittoria sono possibili solo nella preghiera. E’ per mezzo della sua preghiera che Gesù è vittorioso sul Tentatore, fin dall'inizio e nell'ultimo combattimento della sua agonia. Ed è al suo combattimento e alla sua agonia che Cristo ci unisce in questa domanda al Padre nostro. La vigilanza del cuore, in unione alla sua, è richiamata insistentemente. La vigilanza è «custodia del cuore» e Gesù chiede al Padre di custodirci nel suo Nome. Lo Spirito Santo opera per suscitare in noi, senza posa, questa vigilanza. Questa richiesta acquista tutto il suo significato drammatico in rapporto alla tentazione finale del nostro combattimento quaggiù; implora la perseveranza finale. «Ecco, Io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante» (Apocalisse 16, 15).

Ma liberaci dal Male 2850 -L'ultima domanda al Padre nostro si trova anche nella preghiera di Gesù: «Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno» (Giovanni 17,15). Riguarda ognuno di noi personalmente; però siamo sempre «noi» a pregare, in comu-nione con tutta la Chiesa e per la liberazione dell'intera famiglia umana. La Preghiera del Signore ci apre continuamente alle dimensioni dell'Economia della salvezza. La nostra interdipendenza nel dramma del peccato e della morte diventa solidarietà nel Corpo di Cristo, nella «comunione dei santi». 2851 -In questa richiesta, il Male non è un'astrazione; indica, invece una persona: Satana, il Maligno, l'angelo che si oppone a Dio. Il «diavolo» («diabolos», colui che «si getta di traverso») è colui che «vuole ostacolare» il Disegno di Dio e la sua «opera di salvezza» compiuta in Cristo. 2852 -«Omicida fin dal principio», «menzognero e padre di menzogna» (Giovanni 8,44), «Satana, che seduce tutta la terra» (Apocalisse 12,9), è a causa sua che il peccato e la morte sono entrati nel mondo, ed è in virtù della sua sconfitta definitiva che tutta la creazione sarà liberata «dalla corruzione del peccato e della morte». «Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo nati da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno» (1 Giovanni 5,18-19).

Il Signore, che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe, è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del diavolo che è il vostro avversario, perché il nemico, che suole generare la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio, non teme il diavolo. «Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?» (Romani 8,31) (Ambrogio, De Sacramentir 5,30). 2853 -La vittoria sul «principe del mondo» (Giovanni 14,30) è conseguita, una volta per tutte, nell'Ora in cui Gesù si consegna liberamente alla morte per darci la sua Vita. Avviene allora il giudizio di questo mondo e il principe di questo mondo è «gettato fuori» (Giovanni 12,31). Si avventa «contro la Donna», ma non la può ghermire: la nuova Eva, «piena di grazia» dello Spirito Santo, è liberata dal peccato e dalla corruzione della morte (Concezione immacolata e Assunzione della Santissima Madre di Dio, Maria, sempre vergine). Allora si infuria «contro la Donna» e se ne va «a far guerra contro il resto della sua discendenza» (Apocalisse 12,17).

È per questo che lo Spirito e la Chiesa pregano: «Vieni, Signore Gesù» (Apocalisse 22,17.20); la sua venuta, infatti, ci libererà dal Maligno. 2854 -Chiedendo di essere liberati dal Maligno, noi preghiamo nel contempo per essere liberati da tutti i mali, presenti, passati e futuri, di cui egli è l'artefice o l'istigatore. In quest'ultima domanda la Chiesa porta davanti al Padre tutta la miseria del mondo. Insieme con la liberazione dei mali che schiacciano l'umanità, la Chiesa implora il dono prezioso della pace e la grazia dell'attesa perseverante del ritorno di Cristo. Pregando così, anticipa nell'umiltà della fede la ricapitolazione di tutti e di tutto in colui che ha «potere sopra la Morte e sopra gli Inferi» (Apocalisse 1, 18), «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!» (Apocalisse 1,8): Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

 
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