LA MADONNA, GLI ANGELI E LO SPIRITO SANTO Di don Marcello Stanzione |
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Written by Amministratore | |
mercoledì, 16 aprile 2025 | |
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L’evangelista ci mostra dapprima il sacerdote Zaccaria nel santuario del Tempio che riceve l’apparizione solenne dell’angelo Gabriele verso il lato destro dell’altare, in mezzo alle volute di incenso (Lc 1,11). Il carattere grandioso di questa manifestazione non bastante a convincere il sacerdote celebrante, l’arcangelo deve accreditare la sua parola operando un prodigio (Lc 1,20). Nell’annuncio fatto a Maria, è tutto differente: Gabriele non le appare, ma entra rispettosamente a casa di lei dalla porta (Lc 1,28). Così, non la scuote. ...
Egli non la sorprende per quello che è o fa, ma unicamente attraverso il messaggio che le reca da parte di Dio. Ora, la primissima parte di quel messaggio la riguarda direttamente, poiché si tratta della rivelazione del suo nuovo nome: “la Graziata” (Kekharitômenệ in greco; Hasidtâ in aramaico). E’ questo e soprattutto questo che meraviglia dapprima l’umile Vergine e la sconvolge. Ella crede immediatamente quello che le rivela l’inviato di Dio su di lei, ma, sapendo come ogni figlio di Israele che un nome scelto da Dio svela l’essere intimo e la vocazione propria, ella si chiede quello che un tale nome possa ben significare per lei nella sua condizione di giovane Israelita, già fidanzata, ed il cui avvenire sembra già tutto tracciato. Benché sconvolta, ella rimane comunque nella pace, poiché l’angelo le conferma anche quello che lei ha vissuto fino a quel giorno e che lei risente ancor più ora “Il Signore è con te!” (Lc 1,28). Nel corso di quella stessa visita angelica, una profezia è data che permette di comprendere in quale maniera Maria intrattiene una dolce familiarità e particolare unione col mondo angelico. Gabriele in effetti le dice: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Lc 1,35). Dopo il suo libero Fiat, Maria si trova come sposata dallo Spirito Santo. Questa prossimità assolutamente unica di una creatura col suo Creatore la pone per il fatto stesso al di sopra di tutti gli angeli, che sono anche essi, ma ad un grado ed una qualità minore, degli sposati dello Spirito. I Padri della Chiesa sostengono che gli spiriti angelici sono stati creati “ad immagine dello Spirito Santo” e che è dunque normale che portino in qualche modo il suo nome. Gli angeli condividono una stessa caratteristica con la terza persona della Trinità: l’annullamento estremo nel servizio dell’opera di Dio. Gli spiriti angelici sono talmente rivolti verso il Padre e le sue volontà che al limite, essi non augurano essere scorti né riconosciuti come tali dalle creature. Essi sono letteralmente trasparenti allo Spirito, raggianti di Spirito e partecipanti della sua infinita santità che sorpassa ogni misura creata. Come la loro missione li obbliga malgrado tutto a manifestarsi individualmente ad una creatura, essi mettono subito in applicazione il bel motto di Giovanni Battista: “Bisogna che Lui (il Cristo) cresca e che io diminuisca! (Gv 3,30). Ora, il più bell’esempio di questa attitudine di servizio di Cristo nell’annullamento e l’adorazione si trova presso la Vergine Maria stessa che è, anche per questa ragione, la degna Regina degli angeli: “fate tutto quello che Lui (Cristo) vi dirà!” dichiara ai servitori delle nozze di Cana (Gv 2,5). Più tardi, la Liturgia romana si compiacerà nel mettere sulle sue labbra le parole anticotestamentarie della sapienza divina: “Io porto lontano la Sua luce e diffondo l’istruzione come una profezia; la trasmetto alle generazioni future: - vedete, non è per me che lavoro!” (Sir 24,32). Più vicino a noi ed in questo stesso spirito, la Vergine dichiarò un giorno a santa Brigida di Svezia (XIV sec.): “Figlia mia, se tu vuoi essermi gradita, ama con tutto il tuo cuore mio Figlio Gesù!”. Così, come i suoi invisibili amici angelici, Maria, loro Regina, si cancella davanti al Re dei re ed il Signore dei signori. San Tommaso d’Aquino, nel suo Commento dell’Ave Maria, annota che prima dell’Annunciazione, non si era mai inteso dire che un angelo si fosse mai inchinato davanti ad una creatura umana. Se l’arcangelo Gabriele lo fece davanti a Maria salutandola, è che questa creatura gli era superiore con la sua pienezza di grazia, la sua familiarità con Dio e la sua dignità di futura Madre di Dio. Ancora là è dunque sottolineato in quale maniera Maria merita di regnare sugli angeli al fianco di Cristo Re e Signore del mondo angelico. |
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