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Dal 4 al 6 aprile 2025 - ritiro spirituale guidato da don Marcello Stanzione
GLI ANGELI EVOCATI NELL’OCCULTISMO Di don Marcello Stanzione PDF Print E-mail
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sabato, 15 marzo 2025
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GLI ANGELI EVOCATI NELL’OCCULTISMOLa diffusione così ampia di occultismo e magia nel mondo contemporaneo, la propaganda aggressiva dei singoli operatori dell’occulto così come dei gruppi esoterici, pone la Chiesa di fronte ad un grave problema pastorale. Oggettivamente la religione e l’occultismo sono due fenomeni distinti. Le differenze principali consistono innanzitutto in una diversa visione del mondo: globale e comunitaria nella religione; particolare e individualistica nella magia. La religione, inoltre, cerca l’esperienza del sacro per se stessa ed ha come termine di riferimento Dio. L’occultismo, invece, vuol dominare forze oscure, per manipolarle e metterle al proprio servizio.  ...

 

 

Si deve peraltro dire che soggettivamente religione e occultismo possono convergere per alcuni aspetti nella vita del credente.

Il pensiero magico è caratterizzato da due aspetti peculiari: il “sentimento del desiderio” (desiderare con tutta la propria forza qualcosa che non si possiede) e il “sentimento della paura” (per cui si è spinti a proteggersi da pericoli, reali o immaginari, mediante forze occulte). Proprio perché l’origine della magia non è nella ragione, ma nel sentimento, anche nel credente si possono creare pericolose sovrapposizioni tra vera religione e pensiero magico, infatti con la ragione egli è consapevole di porre in atto dei gesti cristiani nei quali sa che opera Dio e la sua Grazia, ma sul piano del sentimento ciò che sta funzionando in lui può essere un’attitudine di tipo magico, legata solo al desiderio di ottenere qualcosa o di sfuggire ad una forza impersonale di cui ha paura.

Tra gli occultisti e i maghi dell’epoca rinascimentale, erano assai di moda i cosiddetti grimori, cioè dei testi magici che contenevano corrispondenze astrologiche, liste di angeli e demoni, istruzioni per creare incantesimi, preparare medicine e pozioni, invocare entità soprannaturali disincarnate e fabbricare talismani. I grimori possono essere suddivisi in tre categorie: quelli che trattano soltanto di «magia nera» e il cui scopo è l’invocazione di entità inferiori o sataniche; quelli che trattano soltanto di teurgia − pratica religiosa propria della religione greco-romana pre-cristiana che consiste nell’evocazione delle divinità per mezzo della telestiké, ovvero di rituali atti ad inserire la divinità in un essere inanimato, o di tecniche estatiche aventi lo scopo di far incarnare per un determinato tempo la divinità in un essere umano − che insegnano quindi come richiamare sulla terra le entità buone o angeliche, e − infine − quelli compositi, che trattano ambedue le forme di magia rituale.

Nel contesto della nostra trattazione può essere utile analizzare uno di questi testi di magia, il cui scopo prefisso è quello di favorire il contatto con gli angeli. Ci soffermeremo così qualche istante su un rituale contenuto nel Lemegeton Clavicula Salomonis (noto anche come Clavicula Salomonis o «Piccola chiave di Salomone») − attribuito leggendariamente al biblico re Salomone −, il cui autore è ignoto. Il Lemegeton è un grimorio seicentesco – anche se taluni studiosi sostengono che il testo ha avuto una certa circolazione nei secoli precedenti, anche se in maniera segreta e occulta −, la cui gran parte del contenuto deriva da testi del secolo precedente e dove si possono rintracciare chiare influenze cabalistiche e della mistica musulmana. La quarta sezione illustra come costruire l’Almadel, ovvero una tavola di cera su cui vengono disegnati simboli protettivi o sigilli, posizionandovi quattro candele. La sezione illustra i colori, i materiali e i rituali necessari alla fabbricazione dell’Almadel e delle candele, ma tratta pure degli angeli da invocare, sottolineando che è lecito chiedere ad essi solo cose ragionevoli e giuste, accennando anche alle date e agli aspetti planetari più indicati per invocare gli angeli in questione.

Gli angeli invocati dal rituale dell’Almadel sono gli enti preposti ai quattro punti cardinali: ciascuno di essi ha caratteristiche, funzioni e proprietà specifiche, cui il mago può appellarsi per ottenere benefici diversi, di ordine sia spirituale che materiale. Per invocare gli angeli, il mago deve fare uso di uno speciale talismano − l’Almadel, appunto − da fabbricarsi appositamente per la cerimonia, e di un rituale di «magia delle immagini», così detto perché prevede la necessità, da parte dell’occultista, di costruirsi ben chiara in mente la figura dell’entità invocata della quale i grimori, rifacendosi alle immagini magiche cabalistiche, offrono una dettagliata descrizione. La pratica della «magia delle immagini» per evocare gli angeli consiste nel plasmare, agendo con la forza del pensiero, una particolare figurazione simbolica in quella dimensione che gli occultisti chiamano luce astrale, cioè un superiore piano delle realtà soggettivo-oggettiva in cui gli atti di volontà, dinamizzati dal rito, assumono un potere direttamente creativo. Secondo gli occultisti, un’immagine formata in questo modo, sulla base di particolari figurazioni tradizionali, diviene un simulacro di un’entità sovrasensibile. A tale entità sono attribuite particolari virtù, a seconda degli influssi astrali cui è soggetta. Lo spirito angelico può anche essere evocato con la forza del pensiero e della fantasia del mago che lo ha plasmato nella luce astrale e lo spirito angelico sarebbe quindi sia creazione soggettiva dell’evocatore, sia manifestazione oggettiva di forze trascendenti dotate di esistenza per se stesse. Ovviamente, per fare tutto questo, gli occultisti avvertono che non è sufficiente disegnare una semplice figura magica su un talismano. L’Almadel è considerato dagli occultisti un rituale di magia teurgica, grazie al quale uno spirito angelico, dominante un punto cardinale, può essere evocato e messo a disposizione dell’evocatore. L’origine dell’Almadel è ebraica e − diversamente da altri rituali che si diffondono in Europa sia nel Medioevo che nel Rinascimento − in esso non vi sono in senso stretto interpolazioni pseudo-cristiane. Il mago deve avere con sé il mastice in polvere, da usare come incenso e paramenti dello stesso colore del coro angelico che vuole invocare. L’occultista, dopo che ha fabbricato l’Almadel e i sigilli, può invocare gli angeli che desidera, governanti l’ora ed il giorno in cui si svolge l’azione magica.

 

 

 
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