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Dal 4 al 6 aprile 2025 - ritiro spirituale guidato da don Marcello Stanzione
SANT’ ALBERTO MAGNO E IL DIAVOLO Di don Marcello Stanzione PDF Print E-mail
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sabato, 15 marzo 2025
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SANT’ ALBERTO MAGNO E IL DIAVOLOI maestri di teologia domenicani inserirono la filosofia aristotelica nella teologia del medioevo. Il primo tentativo fu fatto da Alberto Magno, che ha commentato tutto il corpus aristotelico, perché fosse accettato dai pensatori cristiani. L’opera fu completata in modo definitivo dal suo discepolo Tommaso d’Aquino. I due frati dell’Ordine dei Predicatori rappresentano l’espressione massima della genialità, non solo all’interno della scuola domenicana, ma in senso più vasto per tutto il pensiero del XIII secolo. Il grande teologo domenicano sant’Alberto Magno parla dei demoni in due opere principali, nel Commento alle Sentenze e nella Somma teologica esponendo alcuni concetti ripresi da Anselmo, Agostino e Gregorio Magno. ...

 

Afferma che gli angeli sono stati creati in stato di grazia e Dio non poteva crearli cattivi. Essi hanno peccato poco dopo la loro creazione e non hanno potuto prevedere la loro colpa.[1]

Il primo peccato del diavolo fu l’orgoglio, poiché ha avuto un desiderio indebito della propria dignità. Il male non sta nell’aver aspirato alla perfezione o beatitudine, ma nell’aver creduto di poterla raggiungere con le proprie forze, senza la grazia di Dio.

Il diavolo ha scelto di anteporre la sua volontà a quella di Dio, la sua potenza a quella divina; ha preteso di possedere la totale podestà su sé stesso come la possiede Dio.

Lucifero apparteneva senza dubbio agli angeli superiori o semplicemente era superiore a tutti. Molti lo hanno seguito, lo hanno stimato degno di essere uguale a Dio e di possedere la potestà di governare sé stesso e gli altri. Dunque sono precipitati dal cielo per la loro libera volontà, destinati all’inferno, sebbene attualmente abitano nell’aria tenebrosa, presso gli uomini per tentarli in ragione del loro ufficio, fino al giorno del giudizio.

Dopo la colpa, Alberto dice che i demoni possiedono ancora il libero arbitrio e hanno anche una scienza naturale e acquisita, con cui possono conoscere in qualche modo le cose future. Lucifero persiste nel suo errore e si compiace di esso, anche se ha orrore nella pena che subisce. In forza di questa ostinazione, egli vuole e fa soltanto male, non avendo in sé alcuna virtù.

Circa la corporeità dei demoni, Alberto afferma che non sono sostanze spirituali e neppure corpi uniti alle anime. Infine dichiara che solo Dio conosce il numero degli angeli caduti e il numero degli eletti destinati a rimpiazzarli.

 

 



[1] Commento alle Sentenze 3,4

 

 
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