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15/16 Febbraio 2025 TORINO Giornate di studio su Santa Ildegarda di Bingen
L’ANGELO CUSTODE CONSERVA E PROTEGGE LA PUREZZA PDF Stampa E-mail
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giovedì 16 gennaio 2025

L’ANGELO CUSTODE CONSERVA E PROTEGGE LA PUREZZA“Un’anima pia, afferma san Bernardo, non è mai dimenticata dal suo Angelo protettore. Sapendo benissimo il tenero amore che Dio gli porta, egli vigila incessantemente nel conservargli la purezza, e non ha nient’altro a cuore che di presentarla a quel celeste Sposo, ancora vergine e senza macchia… Non avete letto nel Libro di Giuditta, la riconoscenza di questa santa donna per la protezione con cui il suo Angelo custode l’aveva ricoperta?”. “Via il Signore!, diceva lei, poiché il suo Angelo mi ha custodita alla mia uscita, durante il mio soggiorno nel campo di Oloferne e nel mio ritorno qui; di modo che io ritorno presso di voi con una purezza senza macchia” (San Bernardo, Sermone 39 in Cantico). ...

 

Ecco dei fatti che mostrano bene anche con quale cura l’Angelo custode vigila sulla virtù.

Lucio, proconsole a Costantinopoli, sotto il regno di Giustiniano, aveva una figlia chiamata Artellaide, d’una bellezza molto notevole. Un ufficiale, avendo vista questa ragazza presso suo padre, fece un grande elogio di lei all’imperatore. Questi, curioso di conoscerla, pregò suo padre di portargliela. Il proconsole, geloso con ragione della virtù di sua figlia, rispose con un rifiuto. Il principe ne fu ferito e diede ordine ad un ufficiale della sua guardia di prelevare Artellaide. Lucio, subito informato di questa tirannica misura, nascose così bene sua figlia che l’emissario dell’imperatore non potette scoprirla.

Artellaide, persuasa che Giustiniano avrebbe prescritto ricerche più attive, e che ella non avrebbe potuto sfuggirle per molto tempo, disse a suo padre ed a sua madre: “Miei cari genitori, tiratemi fuori di qui, vi scongiuro, e fatemi condurre da dei servi di fiducia presso mio zio, a Benevento”. Questo zio era il famoso Narsete, che comandava in Italia le truppe imperiali. Lucio, a cui quel consiglio apparve molto saggio, la fece partire immediatamente, sotto la protezione di tre devoti domestici, dicendole: “Andate, figlia mia, e che l’Angelo del Signore vi accompagni”. Giustiniano non apprese questa fuga che alcuni giorni dopo; ma ne fu talmente irritato, che ordinò alle sue guardie di ricercare Lucio e di tagliargli la testa. Lucio, avvisato del pericolo, si mise fuori attacco rifugiandosi presso il nipote dell’imperatore, che seppe sottrarlo a tutte le ricerche.

Artellaide, durante quel tempo, continuava il suo viaggio, quando, non lontano da Budna, città della Dalmazia, incontrò dei ladri; i suoi domestici fuggirono, lasciandola sola tra le loro mani. Detenuta sette giorni nel covo di quei ladri, ella dovette ad un’assistenza del tutto speciale del Cielo di non subire nessun oltraggio. L’ottavo giorno, un Angelo venne ad aprire la porta della sua prigione e la rimise alla guida dei suoi domestici. Questi, pieni di gioia, affittarono un bastimento che li portò a Siponto, città poco lontana da Benevento. Malgrado il suo desiderio di giungere immediatamente presso suo zio, la giovane vergine volle recarsi, in azione di grazie, sul monte Gargano (Luogo celebre per il suo santuario in onore di san Michele). La notte successiva, un Angelo, sotto l’aspetto di un anziano, apparve a Narsete e gli disse: “Alzatevi, mio generale, e andate incontro a vostra nipote Artellais, che viene a cercare vicino a voi un asilo alla sua innocenza; la troverete a Siponto”. Narsete partì subito, ricevette sua nipote con estrema benevolenza e la portò nella sua casa. Artellais divenne celebre a Benevento per le sue virtù ed i suoi miracoli; ma Dio non tardò a rapirla alla terra, poiché ella morì all’età di soli sedici anni, tre mesi ed otto giorni (Bollandisti, 3 marzo).

Traggo, dice Padre Coret, da un predicatore molto virtuoso e degnissimo di fede, il seguente fatto: In una città dell’Artois (regione francese), nell’anno 1640, un giovane gentiluomo, bello come un Angelo, venne a trovarmi per pregarmi di impedire al più presto che uno scolaro, molto raccomandabile per la sua virtù, non avesse a che fare la sua collusione con dei libertini che lo avevano invitato. Si tratta in effetti della sua purezza, se vi va sotto il pretesto della collusione, vi si  nasconde un disegno disgraziato ch’egli non sospetta”. Ebbi subito il pensiero che quegli che mi parlava fosse un Angelo; e mi sentii preso d’un tale timore misto ad una sì indicibile dolcezza, che le lacrime mi vennero agli occhi e che mi fu appena possibile rispondere. Quello che mi confermò, nel mio pensiero, è che il timore seguiti ad una simile gioia è il normale effetto dell’apparizione degli Angeli buoni. Ma ne acquisii maggior convinzione quando, dopo avergli chiesto con rispetto chi fosse, da come conoscesse quel fanciullo, come aveva appreso il tranello teso alla sua innocenza, egli si accontentò di rispondermi: “Questo scolaro è puro come un Angelo; Dio lo ama straordinariamente; il suo Angelo tutelare si sforza di conservare la sua innocenza, ed io so da fonte certa il disegno formato contro di lui. Per voi, non cercate affatto di sapere chi sono e da dove vengo; basti che riconosciate che Dio mi ha inviato per impedire un sì grande male. Del resto, siate persuaso che, come il demonio non dimentica niente, per corrompere la gioventù, così l’Angelo custode fa tutti i suoi sforzi per preservarla”. Dopo quelle parole, egli prese congedo dal Padre che, avendo avvisato lo scolaro ed i genitori di ciò che veniva dall’apprendere, percorse tutta la città, per ricercare quell’insigne benefattore, ma inutilmente, nessuno l’aveva mai visto (Catechismo in esempi, t. 1, p. 116). Pieno di fiducia nella protezione sempre efficace del mio Angelo custode, io voglio, come quella fervente figlia di santa Teresa, Eugenia del Santissimo Sacramento, “stabilirlo portinaio del mio cuore”.

 
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