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Convegno di Crescita e di Formazione Cristiana
LA MERAVIGLIA DEGLI ANGELI A NATALE Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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sabato 14 dicembre 2024

LA MERAVIGLIA DEGLI ANGELI A NATALEA Natale gli angeli sono sconcertati e meravigliati dall’incarnazione, dicono alcuni testi patristici. E’ rivelato agli angeli un altro Dio diverso da quel Dio in maestà che essi conoscevano. Questo Dio non viene più nella potenza e la gloria, ma nella kenosis cioè nell’abbassamento e nell’umiltà, e la sua rivelazione si compirà nella morte ignominiosa di Gesù sulla croce. E si potrebbe facilmente mostrare che, in molti testi scritturistici dove si parla degli angeli, interviene questa meraviglia degli angeli, meraviglia celeste che fa eco alla meraviglia degli uomini. ...

 

La missione degli angeli si ferma così sulla soglia dell’ultima rivelazione di cui essi non possono essere i messaggeri, poiché è Dio che la realizza diventando un uomo ed assumendo l’umiltà della carne. Questa rivelazione, gli angeli stessi ne sono stupefatti e come interdetti, poiché è esattamente inaudita: Dio è quell’uomo umiliato, disprezzato e crocifisso. Davanti ad una tale rivelazione, gli angeli non possono che essere stupefatti e diventare come muti, come gli stessi uomini rimarranno increduli davanti ad un tale gesto di Dio. Tutt’al più gli angeli potranno incessantemente ripetere quello che hanno visto e sentito, come i primi discepoli a loro volta lo faranno. Poiché di quel Dio là, imprevedibile e sconcertante, non si può dire nulla. In una muta adorazione, l’uomo e l’angelo tacciono. Dio ha dato il suo ultimo messaggio, il messaggio perfetto che dice che la parola che si fa carne, la parola che vale come atto, la parola che è Dio stesso. Non vi è più nulla da dire, e gli angeli tacciono quando la parola si fa carne e che la carne diventa parola.

Al di là di ogni discorso e di ogni messaggio, è ancora l’arte che tradurrà al meglio quello sconvolgimento operato dall’evento dell’incarnazione, aprendo nuove vie agli angeli in mezzo agli uomini.

 A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, si può vedere una natività di Giotto. La vergine Maria è distesa sul suo letto, guardando il bambino Gesù che una donna le presenta. Giuseppe è seduto ai piedi del letto, immerso in una profonda meditazione. L’asino ed il bue, le pecore sono là, che circondano la sacra famiglia. Un po’ in disparte, a destra, i pastori sono giunti ed offrono il loro omaggio silenzioso al bambino. Nella parte superiore del quadro, un po’ come fregio o un cielo, passa un treno di angeli, apparentemente pressati. Passando al di sopra della madre e del bambino, ogni angelo s’inchina profondamente, con le mani giunte, e scompare immergendosi nell’angolo superiore destro del quadro.

Una strana pace emana da questo quadro. Il mondo si è come fermato, fissato in una stupefacente stabilità. Una volta per tutte, il centro del mondo è là, nella figura di quella madre che guarda teneramente suo figlio. In quello sguardo amoroso, tutte le parole tacciono, definitivamente. Il Verbo di Dio è diventato carne, ed in quella carne, tutto è rivelato dall’Eterno Padre, fino alla fine del mondo.

Anche gli angeli messaggeri hanno finito il loro lavoro. Un’ultima volta, essi sfilano davanti al bambino, s’inchinano profondamente e scompaiono. L’opera che essi annunciavano è realizzata, la storia è finita, aperta sull’infinito, il regno di Dio è là, in mezzo a noi, ed esso è diventato nostro compito. Una volta per tutte, tutto è detto, quello che è stato già detto e che sarà ripetuto fino alla fine del mondo.

E’ detto, definitivamente, che Dio è il cuore del mondo, e che i suoi messaggeri l’annunceranno fino alla fine del mondo agli uomini di buona volontà. E’ detto che quei messaggeri angelici non sono che l’irradiazione luminosa di Dio oltre che allo stesso tempo la prefigurazione dell’uomo futuro, quell’uomo che è già là, nello sguardo amoroso della madre. Quei messaggeri sono stati inviati e sono venuti, ed ora sono chiamati a cancellarsi, a scomparire davanti alla realizzazione di Dio nella carne dell’uomo, davanti allo Spirito divino diventato carne, che annuncia e chiama la realizzazione dell’uomo in Dio, la spiritualizzazione della carne.

Così le vie angeliche sono vie della discesa di Dio in mezzo agli uomini, vie d’incarnazione, e vie di accesso dell’uomo verso Dio, vie di risurrezione e di divinizzazione. E gli angeli sono diventati, definitivamente, custodi delle vie degli uomini, vie del Figlio dell’Uomo e vie dei Figli d’uomo.

 
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