I CONSIGLI DI MARIA SIMMA PER AIUTARE LE ANIME PURGANTI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
giovedì 31 ottobre 2024 | |
Ecco i consigli della mistica austriaca MARIA SIMMA, che è nata il 5 febbraio 1915 a Sonntag (Vorarlberg) ed è morta a Sonntag il 16 marzo 2004, su come aiutare le anime del purgatorio: 1) Soprattutto con il sacrificio della Messa, che nulla potrebbe supplire. 2) Con delle sofferenze espiatorie: ogni sofferenza fisica o morale offerta per le anime. ...
3) Il Rosario, è dopo il santo sacrificio della Messa, il mezzo più efficace per aiutare le anime del purgatorio. Ogni giorno numerose anime sono liberate per mezzo del Rosario, altrimenti avrebbero dovuto soffrire lunghi anni ancora. 4) Anche la Via Crucis può portar loro grande sollievo. 5) Le indulgenze sono di un valore immenso, dicono le anime. Esse sono un’approvazione della soddisfazione offerta da Gesù cristo a Dio, suo padre. Chiunque, durante la vita terrena, guadagni molte indulgenze per i defunti, riceverà pure, più degli altri nell’ultima ora, la grazia di guadagnare interamente l’indulgenza plenaria accordata ad ogni cristiano “in articulo mortis”. E’ una crudeltà non mettere a profitto questi tesori della Chiesa per le anime dei defunti. Vediamo! Se ci trovasse davanti a una montagna piena di monete d’oro e si avesse la possibilità di prenderne a piacimento per soccorrere dei poveretti incapaci di prenderne, non sarebbe crudele rifiutare loro questo servizio? In parecchie località l’uso delle preghiere indulgenziate diminuisce di anno in anno, e così anche nelle nostre regioni. Bisognerebbe esortare maggiormente i fedeli a questa pratica di devozione. 6) Le elemosine e le buone opere, soprattutto i doni in favore delle missioni, aiutano le anime del purgatorio. 7) L’ardere delle candele aiuta le anime: prima perché quest’attenzione d’amore dà loro un aiuto morale; poi perché le candele sono benedette e rischiarano le tenebre in cui si trovano le anime. Un bambino di undici anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero le candele che bruciavano sulle tombe e per avere rubato la cera per divertimento. Le candele benedette hanno molto valore per le anime. Il giorno della Candelora Maria Simma dovette accendere due candele per un’anima, mentre sopportava per essa delle sofferenze espiatorie. 8) Il gettare dell’acqua benedetta mitiga le pene per i defunti. Un giorno, passando, Maria Simma gettò dell’acqua benedetta per le anime. Una voce le disse: “Ancora”. Tutti i mezzi non aiutano le anime nella stessa maniera. Se durante la sua vita qualcuno ha avuto poca stima per la Messa, non ne approfittava molto quando è in purgatorio. Se qualcuno ha mancato di cuore durante la sua vita, riceve poco aiuto. Coloro che peccarono diffamando gli altri devono espiare duramente il loro peccato. Ma chiunque abbia avuto buon cuore in vita riceve molto aiuto. Un’anima che aveva tralasciato di assistere alla Messa, poté domandare otto Messe per suo sollievo, poiché durante la sua vita mortale aveva fatto celebrare otto messe per un’anima del purgatorio. Maria, è, per le anime del purgatorio, la Madre della Misericordia. Quando il suo nome echeggia in purgatorio, le anime provano una grande gioia. Un’anima disse che Maria, alla sua morte, aveva domandato a Gesù di liberare tutte le anime che si trovavano nel purgatorio il giorno dell’Assunzione, e che Gesù aveva esaudito la preghiera di sua Madre. Il giorno dell’Assunzione queste anime avevano accompagnato Maria in cielo, poiché ella era stata incoronata come Madre di Misericordia e Madre della Grazia Divina. Al purgatorio Maria distribuisce le grazie secondo la volontà divina: Ella passa sovente in purgatorio. Ecco ciò che vide Maria Simma. Durante la notte di Ognissanti un’anima le disse: “Oggi, giorno di tutti i Santi, moriranno al Voralberg due persone che sono in gran pericolo di dannazione. Queste non possono essere salvate se non si prega con insistenza per loro”. Ella pregò: fu aiutata da altre persone. La notte seguente un’anima venne a dirle che le due anime erano scampate dall’inferno ed erano arrivate nel purgatorio. Uno dei due malati si era fatto amministrare i Santi Sacramenti, l’altro li aveva rifiutati. Secondo ciò che dicono le anime del purgatorio, molti andrebbero all’inferno perché si prega troppo poco per loro. Si potrebbero salvare dall’inferno molte anime se mattino e sera si recitasse questa preghiera indulgenziale con tre Ave Maria per coloro che muoiono il giorno stesso: “O Misericordioso Gesù, che bruciate di un sì ardente amore per le anime, Vi scongiuro , per l’agonia del Vostro Santissimo Cuore e per i dolori della Vostra Madre Immacolata, di purificare con il Vostro Sangue tutti i peccatori della terra che sono in agonia e che devono morire oggi stesso. Cuore agonizzante di Gesù, abbiate pietà dei morenti”. Maria Simma vide un giorno numerose anime sulla bilancia fra l’inferno ed il purgatorio. Le anime del purgatorio si preoccuparono molto di noi e del regno di Dio. Ne abbiamo la prova da certi avvertimenti che esse diedero a Maria Simma. Quelli che seguono sono stati presi dalle sue note: “Non bisogna lamentarsi dei tempi che attraversiamo. E’ necessario dire ai genitori che essi ne sono i principali responsabili. I genitori non possono rendere un peggiore servizio ai loro figli che assecondando tutti i loro desideri, dando loro tutto ciò che vogliono, semplicemente perché siano contenti e non gridino. L’orgoglio può così prendere radice nel cuore del bambino. Più tardi, quando il bambino comincia ad andare a scuola, non sa né recitare un Pater, né fare un segno di croce. Di Dio, alle volte, non sa assolutamente nulla. I genitori si discolpano dicendo che questo è il dovere del catechista e dei maestri di religione. Là dove l’insegnamento religioso non comincia dalla più tenera età, la religione più tardi non tiene. Insegnate ai bambini la rinuncia! Perché oggi c’è questa indifferenza religiosa? Questa decadenza morale? Perché i bambini non hanno imparato a rinunciare! Essi diventano più tardi dei malcontenti e degli uomini senza discrezione che prendono parte a tutto e vogliono aver tutto a profusione. Ciò provoca tante deviazioni sessuali, le pratiche e l’assassinio anticoncezionali. Tutti questi fatti gridano vendetta al cielo! Chi non ha imparato da bambino a rinunciare, diventa egoista, senza amore, tirannico. Per questo motivo oggidì c’è tanto odio e mancanza di carità. Vogliamo vedere dei tempi migliori? Cominciamo dall’educazione dei bambini. Si pecca in maniera spaventosa contro l’amore del prossimo, soprattutto con la maldicenza, l’inganno e la calunnia. Da dove comincia? Nel pensiero. Bisogna imparare queste cose fin dall’infanzia e cercare di scacciare immediatamente i pensieri contrari alla carità. Si combattano subito tutti i pensieri contro la carità, e non si arriverà a giudicare gli altri senza carità. Per ogni cattolico l’apostolato è un dovere. Alcuni lo esercitano con la professione e altri con il buon esempio. Ci si lamenta che molti sono corrotti dai discorsi contro la morale e contro la religione. Perché dunque gli altri tacciano? I buoni devono pur difendere le loro convinzioni e dichiararsi cristiani. Nel corso della storia della Chiesa la salute delle anime e della civiltà cristiana non è forse state per i laici un dovere più urgente e più imperiosi che ai giorni nostri? Ogni cristiano dovrebbe rimettersi a ricercare il regno di Dio ed a cercare di farlo progredire, altrimenti gli uomini non saranno più in grado di riconoscere il governo della Provvidenza. La preoccupazione dell’anima non deve essere soffocata da quella esagerata del corpo. Il 22 giugno 1955, durante la notte, sentii distintamente: “Dio esige un’espiazione!”. Ed è con sacrifici volontari, accettati con la preghiera, che si può espiare maggiormente, ma se questi sacrifici non si accettano di buona voglia, Dio li esigerà con la forza. Perché è necessaria un’espiazione”. Riassumendo, si tratta nel caso di Maria Simma, d’una vocazione speciale in favore delle anime del purgatorio. Ciò è chiaramente espresso in una nota del 21 novembre 1954. si legge: “Mi son domandata sovente come avrei potuto inviare ad una persona un’anima del purgatorio. Mi dicevo: “Perché esse non si rivolgono direttamente ai loro parenti? Sarebbe molto più semplice per me che annunciarglielo”. Allora venne un’anima che mi fece questo rimprovero severo: “Non peccare contro le decisioni divine! Dio distribuisce le grazie a chi vuole. Tu non avresti mai il potere d’inviare un’anima ad un’altra persona. Non è per i tuoi meriti che Dio ti accorda queste grazie. Considerando i meriti, molti altri potrebbero essere preferiti a te. E’ vero, tu hai già dall’infanzia portato molto soccorso alle anime: ma anche questa era una grande grazia. Questa grazia sarebbe stata messa a miglior profitto di quello che hai fatto tu. Vicino ai santi che hanno fatto dei grandi miracoli in terra ce ne sono stati di più grandi ancora che non avevano questo potere, ma che hanno raggiunto tuttavia una santità ancora maggiore di quelli a cui Dio ha dato il potere di operare dei miracoli. Non bisogna dimenticare: SI esige di più da colui che riceve più grazie. Dio vuole che gli domandiamo le grazie; una buona preghiera perseverante oltrepassa le nuvole: essa è esaudita nella maniera che vale di più per colui che la fa”.
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