SAN FRANCESCO D’ASSISI E IL DIAVOLO Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
domenica 29 settembre 2024 | |
Negli scritti di S. Francesco viene accentuato ciò che il diavolo opera nei confronti dei frati e quindi si richiamano i modi e i mezzi difensivi da utilizzare contro le sollecitazioni demoniache. Si parla “istigazioni del diavolo” per indurre alla fornicazione oppure di “istigazioni del nemico per un peccato mortale”.[1] Si descrive la caduta di Adamo per “suggestione del diavolo”; mentre si dice di Cristo che i demoni non lo crocifissero, ma noi lo abbiamo crocifisso e lo crocifiggiamo ancora nel dilettarci nei vizzi e nei peccati. ... Nella Lettera a tutti i fedeli si parla di coloro che commettono i peccati, seguono la concupiscenza si abbandonano ai vizzi e alle preoccupazioni mondane; costoro con la mente servono il diavolo, sono ciechi, poiché non vedono il vero lume, il Signore nostro Gesù Cristo. Ugualmente quelli che non muoiono nella penitenza “saranno figli del diavolo, di cui sono collaboratori; e andranno nel fuoco eterno”. [2] Di fronte agli inganni del demonio, S. Francesco invita i frati a sapersi difendere e a lottare con la fede e la preghiera. Nelle Fonti francescane viene evidenziata l’azione del Santo contro Satana, ritraendolo uomo forte e lottatore straordinario sia a difesa della propria persona sia di quella degli altri. È rimasto celebre il racconto ambientato nel palazzo del cardinale Leone a Roma, ove S. Francesco era ospite e fu attaccato violentemente dal demonio fino a essere quasi mezzo morto. Gli attacchi non erano solo a livello morale o spirituale, ma erano diretti anche contro il corpo, in modo da tormentarlo fisicamente e farlo molto soffrire. Ma egli, munito di fede, si faceva tanto più forte e fervente nella preghiera quanto più violento era l’assalto dei nemici. I demoni non sono altro che strumenti nelle mani di Dio per la purificazione dell’anima. Le battaglie sembrano aumentare man mano che cresce la perfezione del Santo, diventano più acute e tormentose ma, S. Francesco era consapevole che alla fine la vittoria è di colui che resta fedele a Cristo, non a satana. Per questo motivo egli si rimette alla volontà di Dio con grande umiltà, sconfiggendo l’arroganza dei demoni, sostenendo che il loro potere possono esercitarlo solo nella misura in cui la mano di Dio lo concede; i demoni non sopportano una simile forza d’animo e si ritiravano sconfitti. La gioia spirituale è un’arma potente contro Satana e i frati devono usarla. S. Francesco evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di tutti i mali, tanto che correva il più presto possibile all’orazione, appena ne sentiva qualche accenno nel cuore. Alle volte Satana non potendo toccare il cuore gioioso del Santo, si serviva dei suoi compagni per suscitare in essi la malinconia e togliere la letizia; ma se i frati rimanevano nella gioia, Satana si ritirava sconfitto. Le Fonti riportano anche molti episodi in cui S. Francesco ha debellato il maligno che si era impossessato di creature umane o che le turbava fisicamente; ritenendo che il demonio poteva essere sconfitto vivendo conformemente al vangelo.
|
< Prec. | Pros. > |
---|