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RENATO BARON E LA VISIONE DEL PARADISO Di don Marcello Stanzione PDF Imprimir E-Mail
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martedì, 17 de settembre de 2024
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RENATO BARON E LA VISIONE DEL PARADISOPietro Renato Baron nacque a Schio il 7 dicembre 1932 ed è deceduto, sempre a Schio, il 2 settembre 2004, dopo lunga e dolorosa malattia. La famiglia gli diede una solida formazione cristiana. Conseguì il diploma di perito industriale con i corsi serali. Lavorò per alcuni anni in officine meccaniche tessili, poi fu impiegato al casello autostradale a Piovene Rocchette con competenze sugli sviluppi autostradali; finché, nel 1989, andò in pensione. Il 5 maggio 1962 si era sposato con Margherita Menin. Più volte, dal 1960, fu eletto consigliere nel Comune di Schio e dal 1970 al 1975 fu assessore ai lavori pubblici della città. Era stato anche Presidente della Scuola Materna della sua frazione, e, fino al 1985, segretario di una sezione della Democrazia Cristiana di Schio. ...

 
Era un uomo concreto, dotato di molto buon senso, stimato dai colleghi di lavoro, dai dirigenti e dagli amici. Fu il depositario di numerose presunte apparizioni mariane ed in esse si parla anche di una particolare visione del Paradiso che ricevette dalla Vergine. Renato Baron riguardo al Paradiso dichiara: “Gesù sul Monte Tabor si è trasfigurato, come spiega il Vangelo, e così, per darvi un’idea, ho visto le persone nel Paradiso: trasfigurate. Si vive in un’atmosfera straordinaria, in luoghi che non hanno riscontro su questa terra: è uno spettacolo, un mondo meraviglioso nella luce, senza confini, veramente celestiale, in quanto lo si può immaginare come una spianata senza limiti, sotto e sopra la quale non c’è che cielo. Si prova un pieno benessere che è musica, che sono suoni, parole…che è tutto! Mi è molto difficile spiegare questo perché noi non l’abbiamo mai provato in nessun momento della nostra vita; ad esempio, la musica che si sente, non si può definire simile alla nostra perché non ci sono i nostri suoni. Questo benessere che si notava sui volti delle persone, si sprigionava dalle loro anime, e lo si percepiva stando lì: è veramente eccezionale questa vita preparata da Dio per le sue creature!

Guardando in alto e in basso, da tutti i lati, non vedevo che cielo, ma non mi sentivo nel vuoto, né appoggiato su qualcosa di materiale: mi sentivo solo dentro ad un’atmosfera di gioia, di pace, di grande soddisfazione. Questa vita non è più basata su cose materiali; non si pensa più alle difficoltà che si erano provate su questa terra: tutto è dimenticato! E’ una vita completamente nuova nella quale si sta tutti assieme in piena armonia. E’ una vita talmente nuova, che per immaginarcela non c’è che la possibilità di vederla, prima, e poi ritornare indietro e confrontarla con la nostra terrena. E io ho potuto, per grazia di Dio, fare questo. Quelle anime sono pienamente staccate dal mondo materiale, vivono solo nello Spirito, eppure devono sentire le nostre invocazioni di quaggiù perché ci sono Santi che fanno miracoli, e la Chiesa, infatti, parla di “comunione dei Santi”. Il Signore permette, sì, la loro intercessione, ma non è che quelle anime soffrano perché vedono le nostre sofferenze e sentano le nostre preghiere di aiuto: la loro è già piena beatitudine, e questa è già preghiera per noi, è lode a Dio e ringraziamento. In questa armonia meravigliosa, le persone non si riconoscono, come qui sulla terra, per i diversi lineamenti fisici, come ho visto nel Purgatorio; quelle anime eteree sono tutte uguali. E’ come avessero tutte lo stesso nome, la stessa età, la stessa gioia, lo stesso colore. Mi è particolarmente difficile spiegare questo: è tutta una cosa nuova, meravigliosa. I volti sono angelici, mentre le braccia e le gambe non le ho viste veramente: è proprio una cosa inspiegabile. Si prova una grande gioia nel guardare quei volti, quel cielo, e tutto quello che c’è attorno, ma non so se quello che loro vedono sia uguale a quello che io ho visto; so solo che è tutta una cosa meravigliosa, nella quale il nostro modo di pensare non si ritrova. Ad esempio, non si pensa che si è lì in eterno, e quindi si gioisce per questo, oppure che si è giunti in questo luogo ma si sa che poi si dovrà tornare indietro (come è stato per me). Questo perché con la morte cessa la coscienza del tempo. Certo, per noi che siamo nel tempo, è difficile esprimere ciò che è eterno. Fuori dal tempo, Dio credo non ti conceda di pensare che tutto questo possa o debba finire; vivi così, nella gioia e basta, senza più acciacchi ed anni da vivere: c’è solo l’eternità. Ho provato anche, in quel luogo, una particolare sensazione, e cioè quella di essere stato notato da quelle anime, perché, rigirandomi, mi è sembrato che mi guardassero, anche se non si sono rivolte a me con la parola. Devo dire, però, che, avendo sempre la Madonna vicino, può darsi che quelle anime guardassero Lei e non me. Non ho riconosciuto alcuna persona, perché, per me, erano anime trasfigurate. Avranno ancora il loro nome, perché il nome è scritto nel cielo, e questo rimane, ma descrivere questa trasfigurazione è una cosa impossibile, perché esula dai nostri comuni sensi: è una cosa così grande, al confronto della quale noi capiamo di essere niente, solo pulviscolo, di fronte alla grandezza che Dio ci riserva quando, e se, saremo là. Ho detto che questa era la prima volta che vedevo il Paradiso così; in effetti, in passato, c’è stata un’altra visione, durante la quale la Madonna mi aveva accompagnato lungo una strada in salita, al termine della quale c’era una grande luce che ci attendeva, e lungo il percorso vedevo ritornare indietro molte anime. Quella volta, però, non ero entrato in quel luogo di luce, mentre questa volta ho visto proprio l’interno. Questo è avvenuto durante l’intervento operatorio. Mi sono trovato che tenevo per mano la Madonna, mentre lei mi parlava. La Vergine sapeva delle sofferenze che io avrei patito una volta ultimata l’operazione e mi stava preparando a questo”.

 
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