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Convegno di Crescita e di Formazione Cristiana
SAN FRANCESCO D’ASSISI E LA REGINA DEGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione PDF Print E-mail
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lunedě, 02 settembre 2024
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SAN FRANCESCO D’ASSISI E LA REGINA DEGLI ANGELIIl lezionario romano delle messe in onore della Beata Vergine Maria edito nel 1986, non ha previsto alcuna celebrazione particolare in onore della Regina degli angeli, ma ne propone una in onore della regina dell’universo. Nel Prefazio di questa messa, si può del resto leggere: “Padre santissimo, tu hai innalzato la Vergine Maria al di sopra degli angeli, dove regna gloriosa e intercede per tutti gli uomini, avvocata di grazia e regina dell’universo”. ...

 

Converrà anche menzionare i luoghi di culto del mondo dedicati alla Regina degli angeli. Mi si permetta di citarne almeno uno: la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, detta anche la Porziuncola, culla di fondazione dell’Ordine francescano. In questo luogo il poverello d’Assisi affermava di percepire quasi fisicamente una presenza fortissima degli spiriti celesti.

A S. Maria degli Angeli, grembo mariano del francescanesimo, il nostro Santo intraprese con la guida di Maria SS. la sua opera di restaurazione spirituale: qui fondò l’Ordine dei Minori, qui accolse S. Chiara dando inizio alle Povere Dame d’Assisi, a questo luogo fu sempre legato da un affetto tenerissimo, qui concluse i suoi giorni, facendosi reclinare sulla nuda terra, spoglio di tutto come il Crocifisso, al quale si era identificato con la stigmatizzazione della Verna. Nelle Fonti Francescane diversi luoghi attestano questo legame profondo tra il nostro Santo e S. Maria degli Angeli, in relazione alla Madonna degli Angeli, di cui Ella è Regina. Nella Vita Prima di S. Francesco scritta da Tommaso da Celano (tra il 1228 e il 1229 e pertanto uno dei testimoni più autorevoli della vita del Santo perché la più antica), leggiamo la seguente testimonianza:

 

E per divino volere avvenne che quell’anima santa, liberata dell’involucro corporale, volasse al cielo proprio nel luogo in cui, mentre era nel corpo, aveva ricevuto la prima rivelazione delle verità soprannaturali e aveva capito la divina chiamata. Sapeva certamente che il regno di Dio è in ogni parte della terra e credeva veramente che ovunque gli eletti possono ricevere la grazia divina; ma l’esperienza gli aveva insegnato che quel luogo, che conteneva la chiesetta di Santa Maria della Porziuncola, era favorito da una più abbondante grazia e onorato da frequenti visite di spiriti angelici.

Pertanto diceva spesso ai frati: “Guardatevi, figli miei, dal non abbandonare mai questo luogo. Se ne foste cacciati da una parte, rientratevi dall’altra, perché questo luogo è veramente santo e abitazione di Dio. Qui, quando eravamo pochi, l’Altissimo ci ha moltiplicati; qui ha illuminato con la luce della sua sapienza i cuori dei suoi poverelli; qui ha acceso il fuoco del suo amore nelle nostre volontà. Qui, chi pregherà con devozione, otterrà ciò che avrà chiesto, e chi lo profanerà sarà maggiormente punito. Perciò, figli, stimate degno di ogni onore questo luogo, dimora di Dio, e con tutto il vostro cuore, con voce di esultanza e di lode qui inneggiate al Signore”» (FF 503).

 

Dopo aver riparato la chiesa di S. Pietro, S. Francesco si recò alla Porziuncola, dove vi rimase ben volentieri in ragione della frequente presenza degli spiriti angelici. S. Bonaventura è testimone qualificato dell’amore di S. Francesco a questa piccola chiesetta, piccolo grembo materno di S. Francesco, nel quale partorì il suo Ordine, identificandosi con la Santa Genitrice di Dio, che partorì nel suo seno l’intera Chiesa. Così scrive S. Bonaventura nella Leggenda maggiore:

 

«Riparata anche questa chiesa, andò finalmente in un luogo chiamato Porziuncola, nel quale era stata costruita anticamente una chiesa dedicata alla beatissima Vergine che allora era, però, abbandonata e non curata da nessuno. Quando l’uomo di Dio la vide così abbandonata, spinto dalla sua fervente devozione per la Regina del mondo, incominciò a dimorare in quel luogo, con l’intento di ripararla.

Sentendo che là vi erano frequenti apparizioni di angeli, come indicava il nome della chiesa stessa chiamata fin dall’antichità Santa Maria degli Angeli, decise di restarvi, a causa della sua venerazione per gli angeli e del suo preminente amore per la Madre di Cristo.

Questo luogo il santo amò più di tutti gli altri luoghi del mondo. Qui, infatti, umilmente incominciò; qui virtuosamente progredì; qui felicemente arrivò al compimento. Questo luogo, al momento della morte, raccomandò ai frati come il luogo più caro alla Vergine (FF 1048).

 

 

Anche lo Specchio di perfezione (composto nella forma attuale non prima del 1318 ma che raccoglie notizie citate anche da fonti precedenti), compilazione di varie memorie del nostro Santo, attesta l’importanza unica di questo luogo per S. Francesco, la sua centralità nella mens fondazionale del Santo assisiate, perché luogo santissimo in ragione delle frequenti visite degli spiriti celesti. Per questa ragione i frati non dovranno mai abbandonare questo luogo. Riportiamo due pericopi interessanti di questo Speculum, che tratteggiano i legami angelici tra questo luogo e la vita del Serafico d’Assisi:

 

«Il beato Francesco sapeva che il regno dei cieli si estende ad ogni località della terra ed era convinto che la grazia divina può essere elargita agli eletti di Dio dovunque; aveva tuttavia sperimentato che il luogo di Santa Maria della Porziuncola era colmo di una grazia così copiosa, ed era frequentato dalla visita degli spiriti celesti.

Per questo diceva spesso ai frati: “Guardate, figli, di non abbandonare mai questo luogo! Se vi cacciano via da una parte, voi tornateci dall’altra, poiché questo luogo è santo: è l’abitazione di Cristo e della Vergine sua madre. Fu qui che quando noi eravamo in pochi, l’Altissimo ci ha moltiplicati; qui ha illuminato l’anima dei suoi poveri con la luce della sua sapienza; qui ha acceso le nostre volontà con il fuoco del suo amore. Chi pregherà con cuore devoto, otterrà qui quanto domanderà; ma le offese saranno punite più severamente. Per questo, figli, considerate con riverenza e onore questo luogo così degno, come si addice all’abitazione di Dio singolarmente prediletta da lui e dalla madre sua. E qui, con tutto il cuore e con voce di esultanza e di ringraziamento, glorificate Dio Padre e il Figlio suo, il Signore Gesù Cristo, nell’unità dello Spirito Santo”». (FF 1780)

 

Il Signore concesse a questo luogo delle prerogative uniche:

 

«Questo luogo è veramente il santo dei santi,

meritamente stimato degno di grandi onori.

Felice è il suo attributo, più felice il suo nome,

ed ora il suo cognome è presagio di beneficio.

Qui le presenze angeliche irradiano la loro luce,

qui sogliono passare le notti facendo risuonare gli inni.

Era tutta in rovina e Francesco la restaurò:

fu una delle tre chiese che egli stesso rinnovò.

Questa scelse il padre, quando indossò il saio,

qui domò il suo corpo, soggiogandolo allo spirito.

In questo tempio fu generato l’Ordine dei minori,

mentre una folla di uomini seguiva l’esempio del padre.

Chiara, sposa di Dio, qui all’inizio ebbe recise le chiome,

e seguì Cristo abbandonando gli splendori del mondo.

Sacra madre, essa diede alla luce «fratelli» e «signore»,

e per loro mezzo partorì Cristo rinnovando il mondo.

Qui la via larga del vecchio mondo venne ristretta,

e dilatata fu la virtù di quelli che furono chiamati.

Qui fu composta la Regola, qui rinacque la povertà,

la vanagloria fu umiliata, innalzata di nuovo la croce.

Se talvolta Francesco è sconvolto o abbattuto,

qui ritrova pace e il suo spirito si ritempra.

Qui viene dimostrato il vero di cui si dubita,

e viene concesso tutto quello che il Padre stesso domanda» (FF 1781)

Dimorare a S. Maria degli Angeli, era per san Francesco dimorare in una porzione di cielo. Per questa ragione, volle impetrare dal Signore, attraverso il Sommo Pontefice, l’indulgenza detta della Porziuncola. Così volle che tutti gli uomini, contriti dei loro peccati, potessero andare in cielo per mezzo di S. Maria degli Angeli.

In conclusione, noi, ad imitazione di san Francesco, potremmo chiedere alla Regina degli angeli di renderci più attenti e sensibili alle ispirazioni di questi spiriti angelici, a cominciare certo da quelle del nostro personale angelo custode. Potremmo ugualmente pregare più sovente gli angeli, poiché possono aiutarci ad amare meglio e servire il loro Re e la loro Regina, che sono anche i nostri. Potessimo noi salutare la Vergine con le nostre Ave Maria quotidiane come Gabriele lo fece la prima volta a Nazareth oltre duemila anni fa!

 

 

 
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