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Convegno di Crescita e di Formazione Cristiana
ALCUNE PRATICHE DI PIETÀ DELLA DEVOZIONE AGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione PDF Imprimir E-Mail
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lunedì, 02 de settembre de 2024
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ALCUNE  PRATICHE DI PIETÀ DELLA DEVOZIONE AGLI ANGELIIl salesiano, di venerata memoria, Achille Maria Triaca, nella voce “ANGELI” del Dizionario di Liturgia delle Paoline (2001) scrive che “se si dovesse tracciare la storia dello sviluppo dell’anno liturgico, ci si incontrerebbe in una sua tappa in cui alcune liturgie locali, di tipo romano, contemplavano il ciclo degli angeli”. Si tratta di domeniche denominate come domeniche prima e domeniche dopo la domenica degli Angeli. Tale domenica di solito era alla fine di settembre od all’inizio del mese di ottobre. ...

 
Da qui la pietà popolare odierna che dedica il mese di ottobre agli Angeli. Per secoli ci sono stati testi di devozione agli Angeli per il mese di ottobre, testi che, negli anni ’50, sono scomparsi e non se ne compongono più di nuovi.

Ma non esiste solo il mese degli Angeli, vi è anche un giorno specifico della settimana dedicato agli Spiriti celesti, e questo giorno, già dal XV secolo è il lunedì. Alcuni lo festeggiano il martedì, ad esempio San Josémaria Escrivà de Balaguer, Fondatore dell’Opus Dei.

Gradualmente, comunque, il lunedì divenne il giorno degli Angeli e questo già dal IX secolo, quando si riservava agli Spiriti celesti un giorno che succedeva a quello che era consacrato alla SS. Trinità.

Per quanto riguarda la Festa degli Angeli, anticamente gli Angeli Custodi erano onorati congiuntamente con San Michele, Capo degli eserciti celesti: il 29 settembre, in Occidente; l’8 maggio, in Oriente. A poco a poco, si stabilì una festa speciale in loro onore.

Nel 1513, essa fu introdotta nel Regno del Portogallo, ma già prima essa era celebrata in Spagna, a giorni e mesi differenti. Il 1° marzo era la data accettata dalle Chiese più importanti, dagli Ordini militari e regolari.

Il Beato Francesco d’Estaing, vescovo di Rodez (1460-1529), secondo il costume spagnolo, adottò il 1° marzo per festeggiare nella sua Diocesi l’Angelo Custode e fece redigere dal francescano Jean Colombi, un Ufficio speciale in onore dei Santi Angeli. Riuscì inoltre ad ottenere, da papa Leone X, una Bolla pontificia, datata 18 aprile 1518, per confermare la festa che il santo vescovo aveva introdotto nel suo calendario diocesano.

Su richiesta di Ferdinando II d’Austria, papa Paolo IV, il 27 settembre 1608, istituì una Festa solenne ed un Ufficio proprio degli Angeli Custodi. Il Pontefice rese obbligatoria tale festa degli Angeli per tutti gli Stati dell’Impero austriaco, ma la lasciò facoltativa per le altre nazioni.

La data della festa era fissata al primo giorno libero dopo la festa di San Michele del 29 settembre. Leone XIII, il 5 luglio 1883, elevò la festa al rito “doppio maggiore”, ed un Decreto del 27 agosto 1893, la pose tra le feste primarie.

L’Arcangelo Gabriele si festeggiava il 24 marzo. L’Arcangelo Raffaele, il 24 ottobre e San Michele il 29 settembre; poi, con la riforma liturgica sancita dal Vaticano II, in nome dell’eliminazione dei duplicati e cioè in nome di una “sobria semplicitas”, si è arrivati oggi ad avere, al 29 settembre, la festa riunita dei 3 Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele ed al 2 ottobre la memoria dei Santi Angeli Custodi.

Da ricordare, infine, che, il 5 febbraio 1590, papa Sisto V accordò un Ufficio in onore dell’Angelo Custode del Regno del Portogallo e delle sue colonie e, ancora oggi, nei paesi di lingua portoghese, tale ricorrenza è festeggiata il 10 giugno, col permesso di papa Pio XII.

Per quanto riguarda poi le preghiere particolari agli Angeli, nei paesi latini è diffusa la Corona angelica. Essa è una coroncina composta di nove gruppi formati da tre grani ciascuno; su questi tre grani si recitano 3 Ave Maria in onore di Maria, Regina degli Angeli e di uno specifico Coro angelico, ad intercessione di San Michele e vi si richiede una specifica virtù inerente ciascun Coro. I

3 grani dell’Ave sono alternati da un grano intermedio ove si recita un Pater, in onore del Signore che ha creato gli Angeli. Secondo la tradizione, la preghiera della Corona angelica viene dal Portogallo, dove l’Arcangelo San Michele in persona l’avrebbe rivelata alla sua devota, la Beata Antonia d’Astonac, a quanto pare una suora carmelitana di clausura. A lei, promise San Michele, che chi l’avesse recitata prima della comunione eucaristica, avrebbe avuto per compagno, al momento di ricevere l’ostia consacrata, un Angelo di ciascun Coro angelico. Inoltre, a chi recita la Corona angelica quotidianamente, il Principe delle celesti Milizie promise l’assistenza in vita dei Santi Angeli e, dopo la morte, la liberazione dell’anima sua e dei suoi parenti dalle pene del Purgatorio. La Corona angelica ottenne una buona diffusione in Italia nel 1800, grazie sia alle monache carmelitane del Monastero di Vetralla, sia dei padri Teatini, di San Gaetano di Thiene (1480-1547), della Basilica di San Paolo a Napoli. Per quanto poi riguarda le Litanie, dopo la Santissima Trinità, dopo la Vergine e Regina degli Angeli e di San Giuseppe s’invocano i 3 Arcangeli e tutti i Sacri Ordini degli Spiriti celesti.

Vi è, infine, in diffusione La Via Angelica, una pia pratica di pietà angelica composta dal sottoscritto che ricalca la diffusissima Via Crucis, ripercorrendo le Sacre Scritture, nei momenti salienti in cui compaiono gli Angeli. La Via Angelica ha avuto l’Imprimatur dalla diocesi di Crotone ed è stata tradotta in inglese, francese e polacco.

Ogni sera, prima di andare a riposare con la preghiera di Compieta, la Chiesa fa chiedere ai fedeli che Dio invii i Suoi Angeli per custodirci nella pace.

Un compito importante, quello degli Angeli, di stabilire la pace nel mondo e nella Chiesa ed in ogni anima che nasce su questa terra (in modo speciale è quello degli Angeli Custodi). La pace è prima di tutto il riposo dell’anima nella verità e nella carità. Gli Angeli sono veri illuminatori delle nostre intelligenze e si sforzano di farci conoscere Dio ed i suoi progetti. Infaticabili nel realizzare la loro opera di luce, approfittano delle più piccole circostanze: di un lutto; di un’omelia; di una lettura; di un film… ci fanno capire le parole che leggiamo e gli avvenimenti a cui assistiamo. Se noi ci indeboliamo, ci sostengono; se tremiamo, ci rassicurano; se pecchiamo, ci riprendono e ci riportano sulla retta via; i nostri Angeli, incessantemente, ci incoraggiano al bene; ci animano al dovere e ci spingono alla santità. Solo i cristiani che vivono familiarmente con i loro Angeli possono dire la potenza, la bontà e la generosa delicatezza dei Beati Spiriti celesti.

A questo zelo degli Angeli per la nostra salvezza eterna deve corrispondere la nostra devozione nei loro riguardi. Questa devozione dei cristiani verso gli Angeli si ì sviluppata progressivamente, fino alla sua massima espansione nel XVII e XVIII secolo. Fin dai primi tempi della fede cristiana i Padri della Chiesa approvarono l’amore dei fedeli agli Angeli, ma tenendo presente il pericolo di idolatria, la raccomandavano con molta prudenza e riserva. Una volta passato il pericolo, la Chiesa, col suo interprete più eloquente San Bernardo, non esitò più a spingere i suoi fedeli a venerare gli Angeli, ad invocarli, a rispettarli e ad imitarli nella loro lode alla Trinità e nella loro totale obbedienza a Dio.

Per ispirare ai fedeli una devozione sempre più ardente, la Chiesa ha istituito delle feste in loro onore (29 settembre; 2 ottobre; 8 maggio); li ha introdotti nelle Litanie, nelle celebrazioni della Santa Messa, li cita nei Catechismi ed ha approvato certe preghiere come l’Angelo di Dio o la Corona angelica.

La Chiesa, lungo i secoli, ha suscitato dei poeti per cantarli; degli artisti (pittori e scultori) per raffigurare questi “inviati” di Dio. In tal modo la devozione agli Angeli, e particolarmente agli Angeli Custodi, dal XVII secolo, è diventata una delle più specifiche devozioni che caratterizzano la confessione cattolica rispetto alle altre confessioni cristiane ed alle altre religioni, quindi, perdere o sminuire una tale devozione agli Angeli significa perdere uno degli aspetti salienti e più belli della religione cattolica e significa pure che altri, al posto nostro, parleranno o scriveranno degli Angeli ma che questi non saranno più gli Angeli della Bibbia, della SS. Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, o gli Angeli dei mistici, ma … gli Angeli della magia e dell’occultismo.

 
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