L’IMMAGINE DEL SERPENTE E LA MEDAGLIA MIRACOLOSA Di don Marcello Stanzione |
escrito por Amministratore | |
mercoledì, 14 de agosto de 2024 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Il serpente è l’animale che s’incontra subito nelle prime pagine della Bibbia, purtroppo è la bestia nella quale s’incarna il Maligno: “Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte da Dio”: così entra nel dramma del peccato originale, per cui Dio lo maledice: “sii maledetto fra tutti gli animali e le bestie della campagna” (Genesi III, 1-49)”. ... Nella Bibbia, dove compare per 41 volte nell’Antico Testamento e 17 volte nel Nuovo, non rappresenta solo il male, ma anche la salvezza allorché Mosè fa innalzare nel deserto un serpente di bronzo e “quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita” (Numeri XXI, 4-9). Cristo lo prende così come immagine del Figlio dell’Uomo innalzato sulla Croce (Giovanni III, 14-15), e altrove raccomanda d’essere innocenti come colombe e prudenti come serpenti (Matteo X, 16). Così come guarì gli ebrei nel deserto il serpente di bronzo in questo senso diviene il simbolo di Cristo. L’importanza che riveste come simbolo ambivalente di dannazione e salvezza nelle Sacre Scritture è rispecchiata anche nella cultura con la dualità vita-morte. L’ambivalenza è la caratteristica dei grandi simboli e il serpente è tale, ma non è ambiguo: e non presenta aspetti simbolici benigni di coabitazione, di simpatia con la specie umana. Sua principale funzione simbolica è quella di rappresentare il male e, in questo, divide il posto con pochi rivali. Il suo veleno è simbolo di morte, mentre il suo nascondersi, andare strisciando, tendere insidie e mordere da un nascondiglio uniscono alla morte la malvagità e infiniti sono gli elementi negativi che compendia: maldicenza, calunnia, malvagità. In varie religioni rappresenta il principio del male, la malizia, l’insidia, l’inganno, la discordia, la menzogna con la quale perdé Eva. Inoltre, col peccato originale, incarna l’invidia per la quale tolse all’uomo la predilezione di Dio (Apocalisse XII, 9; XX,2. Sapienza II,24). Nei documenti riguardanti le prime testimonianze sulla Medaglia Miracolosa della Madonna apparsa a santa Caterina Labourè , I testimoni Nieto, Le Guillu, Aladel, accennano indirettamente alla presenza del serpente. La Madonna che Caterina Labourè vide è quella rappresentata tradizionalmente nei quadri dell’Immacolata Concezione. Giova notare che dal 1700 in poi il serpente o dragone fu presente nelle rappresentazioni della Immacolata. Famose al riguardo, furono le figure del tipo “murilliano”. “Il Padre Aladel volle il serpente non solo nella Medaglia del primo fonditore Vachette, ma anche nel quadro del Lecerf, nell’incisione del Laderer, nella Medaglia delle Figlie di Maria”. Conferma inconfutabile fu data da Caterina stessa, interrogata da Suor Dufés, per la realizzazione della statua dell’Immacolata del globo, ella confermò la presenza del serpente: “Si, rispose, c’era un serpente color verdastro con delle chiazze gialle”. Il suo significato simbolico lo ricaviamo dalla Sacra Scrittura, più propriamente dal Protovangelo e dall’Apocalisse, che ci presentano il serpente come simbolo della potenza del male avversa a quella del bene. Anche per S. paolo esiste una lotta irreconciliabile fra queste due potenze che coinvolge l’intera creazione. Il globo, sormontato dalla croce, fra le mani della Immacolata, è il simbolo dell’universo travolto dalle potenze del male e poi salvato dalla Redenzione di Cristo. In questo contesto di lotta, appare accanto al Suo Figlio, la Vergine Immacolata che schiaccia la testa al serpente.
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