La Via angelica |
La Via Angelica è una pia pratica di retta devozione ai Santi Angeli di Dio; è stata ideata da Don Marcello Stanzione e si compone di uno specifico cammino di commemorazione all’attività degli Angeli nella Sacra Scrittura. La Via Angelica è composta, a modello della Via Crucis, da varie stazioni e da diversi momenti di preghiera. Ideata da padre Marcello STANZIONE, la Via Angelica è un pio esercizio, interamente dedicato agli Angeli messaggeri del Dio vivente. Io, Rolando Quaranta, ho tradotto in pittura quest’idea, snodando la “Via Angelica” come una “Via Crucis”. Essa è composta da 14 Tele, in cui ogni immagine tocca vari passi della Sacra Bibbia, andando dall’Antico Testamento sino al Nuovo, compresi gli Atti degli Apostoli. Per poter dipingere quest’opera mi sono documentato sui vari episodi che in essa trattansi. La prima stazione è quella che, come nella Genesi (dove Dio crea il mondo), così nel suo immenso amore da vita agli Angeli celesti suoi figli. L’immagine riprodotta sulla tela è quella del risveglio di questi esseri che vivono della luce divina. La seconda stazione riguarda la battaglia che si ebbe in cielo quando San Michele arcangelo, con il suo grido: “Chi è come Dio?”, si lanciò nel combattimento contro Lucifero, sconfiggendolo e cacciandolo negli abissi dell’Inferno. In quest’opera mi sono rifatto alla preghiera dedicata a S. Michele nel passo in cui si recita “incatena Satana e ricaccialo negli abissi, con tutti i suoi spiriti ribelli,… che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”. La terza stazione, invece, parla dell’intervento divino nella vita degli uomini. Il dubbioso Mosé non sa – dopo la liberazione dal giogo Egizio – dove portare il suo popolo. Ecco che Dio gli invia un Angelo, che gli indica la strada verso la Terra promessa. La quarta stazione parla del sogno di Giacobbe: il giovane, stanco, si addormenta e Dio, attraverso una scala di luce, gli mostra schiere di Angeli che vi salgono e vi scendono, mostrando così la sua Gloria. La quinta stazione parla della fuga nel deserto del profeta Elia, minacciato di morte da degli idolatri, inviati dalla regina Jezabel. Sfiduciato, egli si vuol lasciar morire, ma l’infinito amore del Padre celeste non lo permette e gli invia tramite un Angelo, ogni giorno, del pane e dell’acqua che lo nutrono e lo rafforzano ( si rifà alla misericordia di Dio che non abbandona mai i suoi figli in difficoltà). Nella sesta stazione, l’arcangelo Raffaele accompagna Tobia. Anche qui l’intervento divino è misteriosamente celato, per cui l’Arcangelo non si fa riconoscere ed accompagna il giovane Tobia. In questo viaggio accadono vari episodi, quali la protezione continua del giovane; la cattura del pesce nel fiume Tigri, da cui estrae un unguento che ridarà la vista al padre cieco, ed il fiele che allontana lo spirito immondo dalla sua futura moglie, la cugina Sara. Dio, tramite l’Arcangelo, è Colui che interviene, che guida, che protegge e che guarisce. La settima stazione parla di un passo molto doloroso della storia di Israele, quando l’intero popolo eletto fu castigato da Dio e fu posto in schiavitù presso il popolo Babilonese. Narra dei tre giovani “giusti” che, per non aver adorato i loro idoli, furono gettai in una fornace ardente, ma un Angelo interviene e li salva dal fuoco. Questo episodio ci fa capire che Dio ci ama anche quando noi stiamo lontani da lui. La ottava stazione tratta del profeta Daniele nella “Fossa dei leoni”. Questo episodio parla della condanna del profeta condannato per non essersi piegato nell’adorare il re babilonese e venne gettato nella fossa piena di belve feroci per esservi divorato, ma Dio non lo permette e manda un Angelo a chiudere la bocca dei leoni, salvando così il suo profeta da morte certa. Questo è l’ultimo episodio dell’Antico Testamento. La nona stazione riguarda “L’annuncio dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria intenta alle pratiche del vivere quotidiano. L’Angelo le si accosta e le annuncia la “Volontà di Dio”. Tutta l’immagine è carica di simbolismo: dalla veste rossa e blu di Maria, che ne indica la regalità e la sofferenza, al vasetto con il miele e l’ape, che rappresentano la resurrezione. Maria è Colei che dice “sì” al progetto di Dio; è Lei la Madre dal di cui Figlio tutta l’umanità sarà redenta. Nella semplice casa c’è una lampada accesa con dell’olio nella boccetta: è un invito ad alimentare la fede, nell’attesa di Cristo. Il grano indica l’eucaristia. Fra l’Angelo e la Vergine c’è un dialogo. Ella non ha paura, anzi accoglie Gesù attraverso l’imposizione della mano dell’Arcangelo che è sospesa sul suo grembo. La decima stazione vede gli angeli che annunciano la “Buona Novella”. La Parola divina è accolta dai semplici uomini di buona volontà, dai sofferenti, dai diseredati. Gli Angeli annunziano che Dio non abbandona nessuno, che ognuno di loro è nel suo Cuore e che tocca all’uomo accogliere la sua Parola poiché Egli manterrà le sue promesse. L’undicesima stazione vede Gesù consolato da un Angelo nell’Orto del Getsemani. E’ una scena carica di tensione, di disperazione e di accettazione. Gesù solo, nella sua angoscia, abbandonato da tutti, viene consolato da un Angelo che, metaforicamente, gli porge un calice ricolmo. Gesù è colto nell’atto di accettare l’amaro destino della morte in croce. Il demonio, che lo aveva tentato per distoglierlo dal progetto divino, sconfitto lo spinge con rabbia, quasi a volergli dire: “Va a morire per quest’umanità ingrata”. Nel bagliore lunare, dove gli alberi sono sagome ed una nube s’incrocia con un ramo, dalla santa Città scendono dei soldati. L’Angelo e Cristo si specchiano in una fonte d’acqua che riflette le loro vesti. Cristo personifica l’umanità che soffre: Lui solo è il Consolatore; da Lui solo si ha la pace. Nella dodicesima stazione, le Pie Donne trovano, sulla tomba vuota di Gesù, un Angelo. La promessa si è avverata: Gesù è risorto dai morti. L’ape ci indica che solo con Lui c’è la vita, fatta di amore e di luce; solo con Gesù si sconfigge il male. Dove Egli è non c’è tenebra e che, con la sua resurrezione, Egli dona all’intera umanità la speranza di una vita che va oltre la morte. Con questa scena si concludono i Vangeli. La tredicesima stazione fa parte degli Atti degli Apostoli, e narra l’episodio in cui l’Angelo libera gli Apostoli dalla prigione. Dio libera l’uomo dalle angosce. Solo in Lui c’è la consolazione, essendo Egli accanto a tutti quelli che hanno catene nel cuore e nella vita; è vicino a chi soffre per il male degli uomini malvagi; chi a Lui si affida sarà liberato. La quattordicesima stazione tratta della gloria di San Michele e dei “giusti”. Le promesse di Dio si avverano: tutti quelli che nella loro vita hanno dato testimonianza a Lui, con l’amore; tutti quelli che hanno dato la propria vita per la giustizia, faranno parte della gloria di tutti i Santi e degli Angeli. Dio non viene mai meno alle sue parole, solo in Lui la speranza di vita eterna diventa certezza. Rolando Quaranta (Membro della M.S.M.A.) |
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