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LA VISITA ALL’INFERNO DI SANTA VERONICA GIULIANI Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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lunedì 01 luglio 2024

LA VISITA ALL’INFERNO DI SANTA VERONICA GIULIANISanta Veronica Giuliani che la Chiesa festeggia il 9 luglio, nasce a Mercatello sul Metauro (PS- Marche/Italia) il 27 dicembre 1660 in una famiglia borghese e muore a Città di Castello (Perugia) il 9 luglio 1727. Il 28 ottobre 1677 (a 17 anni) riceve la vestizione religiosa e il nome di Veronica. Il 4 aprile 1681 (Venerdì Santo), a 21 anni, riceve la coronazione di spine di Gesù. Nel 1688 viene eletta maestra delle novizie a 27 anni. Il 5 aprile 1697 (Venerdì Santo) riceve le Sacre Stimmate a 37 anni. Il 15 gennaio 1712 le viene assegnato un secondo Angelo custode dalla Madonna. ...

 
Nel 1715 c’è l’unione mistica con Maria SS. Il 5 aprile 1716 comincia a scrivere sotto dettatura della Madonna, perdendo la cognizione di sé stessa e di ciò che scriveva, divenuta quasi “un’altra Maria”, come qualcuno ha detto anche Chiara d’Assisi. Il 17 giugno 1804 è proclamata beata da Papa Pio VII e il 26 maggio 1839 è proclamata santa dal Papa dell’epoca.

Particolare è la presenza visibile degli Angeli Custodi come guida nella visita ripetuta all’Inferno; Veronica, per obbedienza, descrive nel suo diario queste esperienze straordinarie. In una visione del gennaio 1716 le apparve la Vergine Maria, che la trasportò ai piedi della Trinità Gloriosa; poi ordinò agli Angeli Custodi di condurla in spirito nell’abisso: “Non temere, figli mia, io sono con te”. Veronica si ritrovò in una regione bassa, nera, iena di cattivi odori, di muggiti di tori, di urli di leoni, di sibili di serpenti, immersa in un fumo denso con lampi sinistri e tuoni rumorosi. Una grande montagna si innalzava davanti a lei ed era tutta coperta di aspidi e di balisischi legati insieme che si agitavano, si contorcevano, ma non potevano liberarsi. La montagna viva era un clamore di maledizione orribili. “Rivolta ai miei Angeli, domandai loro che cosa fossero quelle voci; ed essi mi dissero che ivi stavano tormentate molte anime, e che il detto luogo era il più refrigerante. Infatti si aprì, in un subito, quel gran monte, e parvemi vederlo tutto (pieno) di anime e di demoni in tanto numero! Stavano quelle anime attaccate insieme come se fossero una cosa sola; ed i demoni le tengono così legate, con catene di fuoco, a sé stessi, che anime e demoni sono una cosa stessa”. Continua la visione con un’altra montagna dove si trovano tori, cavalli, cani arrabbiati, che mordono e divorano anime senza mai fermarsi, e ancora la visione di monti con tormenti spietati. “In mezzo a questo luogo, vi è un tono altissimo, larghissimo, bruttissimo e composti tutto dei demoni più spaventevoli dell’Inferno; e nel mezzo di esso (vi è) una sedia formata di demoni, i capi ed i principali. Quivi sta a sedere Lucifero, spaventevole, orrendo. O Dio! Che brutta figura! Passa, in bruttezza, tutti gli altri demoni; sembra che abbia un capo con (formato di) cento capi, e che sia pieno di spuntoni ben lunghi, in cima di ciascuno dei quali vi è come un occhio, grande come un capo di bue, che manda saette infuocate che bruciano tutto l’Inferno”. Tutti i dannati vedono Lucifero e ne sono tormentati. “Qui i miei Angeli mi fecero capire che, siccome, in Paradiso, la vista di Dio, a faccia a faccia, rende beati e contenti tutti i Comprensori, così, nell’inferno, la brutta faccia di Lucifero, di questo mostro infernale, è di tormento a tutte le anime. Veggono tutte, a faccia a faccia il Nemico di Dio; ed avendo perduto Iddio per sempre, ed il non averlo mai, mai a godere, forma la pena. Lucifero l’ha in sé, e da lui si spicca in modo, che la partecipano tutti i dannati…E per quanto sarà questo? Domandai ai miei Angeli; ed essi mi risposero: Per sempre, per tutta l’eternità. O Dio! Non posso dire niente: di quello che ho appreso e compreso; con parole, non se ne dice niente. Qui, in un subito, mi fecero vedere il cuscino che stava sulla sedia di Lucifero, ove esso sta assiso in quel trono. Era l’anima di Giuda. Anche sotto i piedi dell’istesso Lucifero vi era un cuscino ben grande, tutto lacero e tutto segni. Mi fu fatto capire che queste erano anime di religiosi; apertosi esso trono, parvemi vedere, fra quei demoni che stavano sotto la sedia, una grande quantità di anime. Allora chiesi ai miei Angeli: E chi sono queste? Ed essi mi dissero che erano di Prelati, di capi della Chiesa, e di Superiori di Religione. O Dio! Ciaschedun’anime parte, in un tratto, tutto ciò che patiscono le anime degli altri dannati; e parvemi comprendere che la mia andata colà fu di tormento a tutti i demoni ed a tutte le anime dell’inferno. Io credo però, che non solo mi accompagnassero i miei Angeli, ma ancora mi accompagnasse incognitamente la mia cara Mamma, Maria SS.ma, perché, senza di lei, sarei morta di puro spavento”. Un monito importante: “Nell’Inferno vi è il luogo per tutti, e vi è il mio ancora, se non muto vita”. (Diario, III, pag. 1006-1008).

 

 

 
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