INDULGENZE DELLE CONFRATERNITE CONSACRATE AGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
lunedì 01 luglio 2024 | |
Nella storia della devozione cattolica agli spiriti celesti, l'angelo custode serve a volte come titolo per alcune confraternite della Buona Morte, i santi angeli invece tendono sempre più ad aggiudicarsi alcune specifiche tutele. In Francia molto prima del 1670 in effetti, si organizzano delle confraternite, aperte ai fedeli dei due sessi, e che non sono necessariamente legate ai Fini ultimi. Nel 1642, la confraternita del santo Angelo custode, fondata a Nancy nella Chiesa del convento dei Minimi, riceve l'approvazione e le indulgenze di papa Urbano VIII. ... Lo stesso anno, dopo un inverno molto rigido, la processione organizzata dalla città di Nancy in onore di Notre-Dame di Benoître-Vaux illustra il legame specifico tra questo culto mariano e la devozione ai nove cori degli angeli. Il pellegrinaggio, che dura nove giorni, è deciso dal magistrato “in nome di tutti i cittadini”, essendo le differenti categorie della popolazione ripartite nel corteo sul modello dei nove cori angelici. La localizzazione della confraternita (parrocchiale, conventuale, collegiale...) così come i loro libretti, statuti e indulgenze informano sul posto specifico tenuto dall'angelo custode in epoca moderna. Anche se la confraternita del santo Angelo custode della Chiesa Saint-Étienne de Reims esiste dal 1673, non è che nel 1744 che essa si dota di un libretto. A Évreux, è ad Henri-Marie Boudon che viene attribuita l'idea di un'associazione in onore della Regina e dei nove Cori degli angeli e in particolare dei santi angeli custodi. Si dispone di una documentazione importante che la riguarda grazie alle fonti redatte dal grande arcidiacono d'Évreux. Al primo acchito, quest'associazione s'impone come specificamente dedicata ai Santi angeli e all'angelo custode in particolare; quest'ultimo non funge dunque più unicamente come titolo a un'associazione dell'Agonia. L'ammissione nell'associazione, gratuita e aperta alle persone di entrambi i sessi, è formalizzata attraverso un registro che contiene i nomi di tutti gli associati. Questi si impegnano a far istruire cristianamente i loro bambini e i loro domestici come anche i “più poveri” e si impegnano a contribuire alle missioni in direzione delle campagne o verso l'estero. Il grande arcidiacono d'Évreux percorre lui stesso la Lorena, la Sassonia, le Fiandre e i Paesi Bassi per esercitare il mestiere di predicatore. Il regolamento dell'associazione insiste sull'importanza di tutti i sacramenti. I sacramenti della penitenza ed eucaristia sono particolarmente valorizzati: l'entrata nella confraternita è sancita da una confessione generale e una comunione, la comunione mensile è fortemente consigliata. Henri-Marie Boudon raccomanda inoltre la recitazione di un rosario in onore dei santi angeli: sulla croce, si recita il Credo o il Te Deum, poi l’orazione domenicale e il saluto angelico; sui grani maggiori, il Gloria al Padre o l'Ave Maria; infine sui grani minori, una preghiera all'angelo custode o anche ai nove cori degli angeli. Tutti i primi martedì del mese gli associati si riuniscono per una messa nella cattedrale d'Évreux, in una cappella dedicata ai santi angeli, luogo che non sarà finalmente eletto per la cerimonia che dopo molte peripezie e nel quale riposa ormai il corpo del prelato. Il Mese angelico è il nome dato alla confraternita fondata nel 1815 da Robert Debrosse, un gesuita, nella parrocchia San Michele di Bordeaux. Padre Debrosse è in quel tempo il superiore del piccolo seminario di Bordeaux. Nato nel 1768, egli fu costretto ad abbandonare il seminario e anche condannato alla prigione. Rifugiatosi in Germania, viene ordinato sacerdote ed entra nella Compagnia di Gesù nel 1814. Dal 1815, egli fa stampare Il Mese angelico o la devozione alla Regina e ai nove cori degli angeli, manuale della confraternita che sembra dovuto molto a Henri-Marie Boudon. L'opuscolo conobbe più di dieci edizioni. Padre Robert Debrosse lavorava alla settima edizione quando morì, nel 1848. Il puntiglioso – e un poco fastidioso – funzionamento del Mese angelico è significativo. Ogni giorno un associato recita una preghiera o una novena con l'intenzione a uno dei nove cori teorizzati dai Padri della Chiesa. Il decimo giorno è consacrato alla Regina degli Angeli, la Vergine Maria, che tutti gli associati onorano. La distribuzione quotidiana della preghiera in onore di un coro esclusivo o della Vergine riprende dall'undicesimo al ventesimo giorno così come gli ultimi dieci giorni del mese. Se il mese comprende 31 giorni, si recitano le Litanie dei Santi Angeli (o tre Padre Nostro e tre Ave Maria) in onore di San Michele. Gli associati si fermano dunque fino a esaurire tutta la gerarchia celeste. Per determinare quel coro (quel tipo d'angelo) che ognuno deve onorare, si è soliti tirare a sorte dei bigliettini. A Bordeaux, in meno di due mesi, “più di 6000 biglietti dell'associazione sono stati distribuiti”. Bisogna attendere il 1803 perché venga ristabilita, nella città d'Évreux, l'associazione fondata nel XVII secolo dal grande arcidiacono Boudon, e il 1868, perché Pio IX la eriga infine ad arciconfraternita. In maniera generale, il XIX secolo è molto proficuo alle confraternite di devozione ai santi angeli. Nella diocesi di Rodex viene fondata una confraternita nella parrocchia d'Arjac nel 1851. Lo stesso anno, una confraternita dei Santi Angeli viene stabilita a Marsiglia, nella Chiesa di San Michele dove gli associati si riuniscono il primo martedì di ogni mese. Essa diventerà arciconfraternita l'anno successivo, con un breve apostolico di Pio IX. Nel 1879, è il turno dell'arciconfraternita dell'arcangelo San Michele di essere ufficialmente eretta da Leone XIII, il quale compone ugualmente una preghiera in onore dell'arcangelo. Attraverso questi esempi di confraternite che si creano o si rinforzano, s'afferma soprattutto la specificità di una devozione ai santi angeli e all'angelo custode in particolare. Quest'ultimo, che basta d'ora in avanti a lui stesso, non serve più solamente come titolo ordinario a una confraternita degli agonizzanti.
INDULGENZE IN FAVORE DEI CATTOLICI DEVOTI AGLI ANGELI Ogni confraternita è dotata d'indulgenze che permettono di annullare o abbreviare la pena temporale per i propri peccati e i regolamenti precisano in quali condizioni i suoi membri possono beneficiarne. Parziale o plenaria, l'indulgenza può essere guadagnata in alcune occasioni. I santi angeli non sfuggono alla regola: allo stesso titolo di tutte le devozioni autorizzate, essi permettono al fedele di acquisire un certo numero di vantaggi per l'aldilà. Nel 1795, un breve di Pio VI accorda 100 giorni di indulgenze ai fedeli che recitano un'orazione indirizzata al loro angelo custode. È ugualmente possibile beneficiare di un'indulgenza plenaria in occasione della festa dei santi angeli custodi, il 2 ottobre, a condizione di aver recitato questa preghiera tutti i giorni dell'anno, sera e mattina, e sotto riserva, questo giorno, di confessarsi, fare la comunione e visitare alcune chiese con raccoglimento. I membri del Mese angelico si vedono accordare un certo numero di indulgenze da Pio VII, a condizione tuttavia che la suddetta confraternita abbia ricevuto l'approvazione dell'ordinario. La concessione di indulgenze costituisce a questo riguardo una prova supplementare della volontà ecclesiale di promuovere la devozione all'angelo custode personale, ma anche di controllarne le pratiche. Nell'agosto 1851, Pio IX accorda l'approvazione pontificia al rosario angelico, ancora chiamato corona angelica o rosario di San Michele, concedendo “100 giorni, per ogni giorno che si porta su di sé il suddetto rosario, o solamente che si baci la medaglia dei santi Angeli che vi è fissata”, l'indulgenza plenaria può essa essere guadagnata in alcune date ben definite. Fermiamoci un istante sulla storia di questo rosario angelico. La sua origine sembra incerta: lo si attribuisce alla misteriosa suora Antonia d'Astonac, di cui non si ritrova la Vita debitamente redatta, né traccia nei dizionari. In mancanza di un'esistenza ufficiale, si hanno solamente, riguardo a lei, delle informazioni sparse e lacunose: ella era molto pia e visse in Portogallo “molti secoli fa”. Antonia avrebbe beneficiato di un'apparizione di San Michele venuto a domandarle di recitare un Padre Nostro e tre Ave Maria in unione con ogni coro degli angeli, poi quattro Padre Nostro in onore di Michele, Gabriele, Raffaele e dell'angelo custode, pratica che si suppone conferisca alcuni vantaggi spirituali, chiaramente la liberazione dal purgatorio. Così l'episodio leggendario del rosario angelico contribuisce a legittimare la devozione all'angelo custode, rinforzando il suo legame con il culto della Vergine e degli arcangeli, ma anche con gli ordini della “gerarchia celeste” e la devozione alle anime del Purgatorio. |
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