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MARIA E LA LA MEDIAZIONE UNIVERSALE DI GRAZIA. Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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domenica 14 aprile 2024

MARIA E LA LA MEDIAZIONE UNIVERSALE DI GRAZIAIl termine “mediazione di Maria” comparve eccezionalmente nel VI sec. E incominciò a diffondersi nell’omiletica greca del VIII sec. I temi dottrinali della mediazione di Maria e della sua cooperazione al Calvario vengono trattati, ma in modo sporadico, anche in  Occidente. E’ solo a partire dal X° secolo che si sviluppa una più continua e profonda riflessione, soprattutto in alcuni monasteri, particolarmente a Cluny. Maria è la Madre di misericordia, è Colei che, avendoci dato il Cristo, è in qualche modo la causa dei benefici della Redenzione. ...

 
Ne parlarono in tal senso S. Anselmo d’Aosta, S. Bernardo e i mistici del Medio Evo quali S. Bonaventura, S. Alberto Magno, S. Bernardino da Siena. Con il sorgere del Protestantesimo, i teologi preferirono, per ragioni di cautela, il silenzio. La pietà popolare invece, con il moltiplicarsi della devozione nei sec. XV e XVI, si sviluppò sempre più, staccandosi dalle fonti genuine, cadde nel pietismo e nel sentimentalismo. La questione fu presa con rigore teologico a partire dal XVII sec. E i teologi si divisero in due parti avverse. Fra i sostenitori della Mediazione Universale, troviamo in primo piano quelli della Scuola Berulliana, fra i quali S. Giovanni Eiudes e S. Grignon di Montfort. Nel sec. XVIII abbiamo Alfonso de Liguori che confutò le affermazioni del Muratori. Fu solo nel XIX sec. Che la tesi favorevole cominciò a prevalere, e ciò fu dovuto a molte cause, fra le quali le apparizioni mariane, incominciando da quella della Medaglia Miracolosa. L’influsso positivo che esercitano in tal senso è immaginabile, ciò si può dedurre dalla ricca simbologia della Medaglia, anche se allora non interpretava del tutto correttamente, e dai prodigi che per essa si operavano, segni evidenti della materna intercessione di Maria. Non per nulla gli effetti si fecero sentire anche a livello liturgico. Il Campana, parlando della devozione al cuore di Maria, che la esalta mediatrice di tute le grazie, scrisse: “con l’apparizione e i prodigi dei fedeli il suo cuore santissimo insieme a quello del suo Figlio (….). Così si spiega come sotto Pio IX nel 1855 la Congregazione dei Riti non abbia più avuto nessuna difficoltà a concedere, per la festa del Cuore di Maria mediatrice di tutte le grazie, non è latro che l’eco fedele degli insegnamenti che la Vergine medesima ha voluto emergessero lampanti dalle sue apparizioni a Caterina Labouré, e della Medaglia a lei riservata”. Lo stesso Padre M. Kolbe, nelle sue riflessioni circa la connessione stretta dei dogmi, afferma che l’Immacolata Concezione, Sposa dello S.S., è la nostra Mediatrice. In un suo scritto, parlando delle apparizioni del 1830, dire che vede in esse, non solo la manifestazione dell’Immacolata Concezione, ma anche di Maria Mediatrice espressa nella simbologia del globo, dei raggi; nel messaggio trasmesso dall’invocazione: “O Maria Concepita senza peccato, pregate per noi” e nell’affermazione della Madonna di concedere numerose grazie a coloro che porteranno la sua Medaglia. Così a sua volta si esprime J. Guitton: “Indichiamo soltanto che l’idea così moderna di Maria Regina dell’Universo, si trova implicata nella visione del 1830, mentre nel 1830 l’aspetto cosmico non era stato ancora esplicitato”. Fu verso la fine del secolo XIX che il movimento mariano, riprese nuovo vigore sul piano dottrinale. Fui infatti il 1° congresso tenuto a Lione, che lanciò il movimento che avrà successo per la definizione dell’assunzione (proclamato da Pio XII nel 1950). Nel 1921 ad opera del cardinale Mercier, sorse anche il movimento mediazionista, il cui oggetto era la definizione della Mediazione Universale di Maria. Il problema della Corredenzione era il seguente: “Ha Maria cooperato in modo immediato alla Redenzione oggettiva? Se tutti i teologi ammettono la partecipazione di Maria alla redenzione soggettiva ciò creava problema era la sua partecipazione allo stesso atto di redenzione. Le difficoltà che sorsero (bibliche – ecumeniche – pastorali) provocarono uno sbarramento da parte del S. Ufficio. Oggi forse si potrebbe parlare di mediazione in senso di mediazione in Cristo, come chiaramente è espresso dalla Lumen Gentium al n. 60”.

LA MEDIAZIONE DI MARIA NELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA.

 

I primi cristiani credevano in Maria mediatrice; questa fede, alimentata soprattutto dalla catechesi orale, influenzò l’arte: epigrafi, graffiti, oreficerie la documentano. Dal II° al IV° secolo comparirono le immagini di Maria Orante e nei monogrammi dell’era bizantina il verbo “Boeteo”, accanto al termine “Theotokos”. “Boeteo” era un’invocazione alla Madre di Dio, che aveva diversi significati esprimenti tutti il concetto generico di aiuto e soccorso. I titoli per indicare Maria mediatrice, divennero numerosissimi dopo l’era bizantina. Ma quanto, col passare del tempo, la dottrina della mediazione divenne più elaborata, l’arte non fu in grado di rappresentarla; la causa, secondo noi, sta nella difficoltà espressiva che presenta questo concetto teologico e nel fatto che le tipologie della Vergine – Madre, in genere, sottointendevano anche i suoi attributi di Madre del Redentore e quindi di Mediatrice. Nella Medaglia Miracolosa troviamo mirabilmente espressa tale verità.  “La Mediatrice della Medaglia tiene il globo tra le mani, con la stessa espressione d’amore e di gioia, come quando stringeva tra le braccia l’infante Gesù. Nell’offerta del bombo al tempio e in quella del globo al Signore, la Madre di Dio e degli uomini compì questi gesti “sacerdotali” con lo stesso ed immutato amore, con la stessa fiduciosa preghiera; esprimevano in due momenti diversi, l’identica sua mediazione” (pag. 175). E ancora si scrive: “L’Immacolata Concezione non compare come fiore a sé stante dal disegno divino, ma come ramo che sostiene il fiore della mediazione: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi” (pag. 175). Anche il globo posto ai piedi beneficia dell’azione dei raggi e cioè delle grazie di Maria che lotta contro il serpente. Se nei testi di santa Caterina Labourè non compariva il termine “mediazione” la dottrina era bene espressa; fu la Madonna stessa a spiegare alla veggente il significato di quei raggi, simbolo delle sue grazie. Autentica novità, questa nella storia dell’arte: infatti i raggi che comparvero prima del IX sec. Furono solo il simbolo della luce divina, della gioia, dell’amore. La stessa ricchezza simbolica contenuta nel numero degli anelli gemmati ci parla di Maria, quale grande Mediatrice, ricolma di numerosissime grazie.

 

 

 
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