I SETTE ANGELI CHE ASSISTONO AL TRONO DI DIO Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
sabato 13 aprile 2024 | |
San Giovanni, all'inizio della sua Apocalisse, rivolge il seguente saluto alle sette chiese: "Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia! Grazia a voi e pace da parte di Colui che è, che era e che sarà, e da parte dei sette Spiriti che sono in presenza del suo trono" (Ap.1,4). Questo passo ci informa che, in mezzo a queste miriadi di milioni di Angeli che, secondo il profeta Daniele, stanno in presenza di Dio, ve ne sono sette che sono come i grandi ufficiali della sua Corte e gli assistenti al suo Trono, come sette lampade ardenti che bruciano perpetuamente, senza mai consumarsi, davanti alla maestà dell'Altissimo. ...
Il profeta Zaccaria li aveva intravisti nella visione della pietra misteriosa sulla quale apparivano sette occhi: "Sono, gli è detto, i sette occhi del Signore, che corrono per tutta la terra" (Zac.3,4). San Giovanni li scorge di sbieco, quando si presenta ai suoi sguardi "l'Agnello in piedi come immolato; egli reca sette corni ed ha sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio inviati per tutta la terra" (Ap.5,6). La concordanza è perfetta tra il Profeta e l'Apostolo. Vi sono sette beati spiriti che sono legati all'umanità sacra del Salvatore e come identificati con ella. Essi sono rappresentati sotto il simbolo di sette corni, emblema della forza e della potenza; o di sette occhi, emblema di una vigilanza instancabile che si estende a tutta la terra. Sappiamo il nome di questi Spiriti angelici? Non di tutti, ma di qualcuno. San Gabriele fa capire a Zaccaria ch'egli è uno dei sette: "Io sono Gabriele e sto davanti a Dio" (Lc.1,19). San Raffaele lo dichiara formalmente da se stesso parlando alla famiglia di Tobia: "Io sono Raffaele, uno dei sette Spiriti che stanno davanti al Signore" (Tb.12,15). Questa affermazione di San Raffaele è decisiva per l'interpretazione dell'Apocalisse. Taluni autori hanno scritto che i sette spiriti designavano i sette doni nei quali lo Spirito Santo sembra moltiplicarsi; od ancora la generalità degli angeli assistenti raggruppati sotto la cifra simbolica di sette. Essi si sono sbagliati. Si tratta di sette angeli individualmente determinati, e più strettamente collegati degli altri alla santa umanità del Salvatore. Diversi autori piazzano San Michele in questo corteo d'onore, con San Gabriele e San Raffaele; il nome degli altri quattro è rimasto sconosciuto, e io preferisco tacerci piuttosto che riportare dei nomi più o meno apocrifi. In ogni caso è bene sapere che Gesù è circondato da questo corteo angelico. Quando Dio inviò quaggiù il suo Verbo, egli comandò, ci dice San Paolo, ai suoi angeli di adorarlo (Eb.1,6). E nello stesso tempo gli compose una scorta; collegò alla sua persona sette guardie del corpo, scelti tra i più alti ufficiali della corte celeste. E' con questo contorno che apparve in questo mondo il Primogenito di Dio. I sette angeli appaiono ancora in diversi altri passi dell'Apocalisse: Essi suonano le sette trombe; vuotano sulla terra le sette coppe della vendetta divina. San Giovanni li vede che compiono la loro uscita "vestiti di lino fino tutto splendente di biancore, e cinti al petto da cinture dorate" (Ap.15-16). Questi esecutori delle vendette divine sono gli stessi assistenti al trono di Dio? Non oserei affermarlo. San Raffaele e San Gabriele ci sembrano destinati ad un ruolo terribile. Forse gli angeli delle sette trombe e delle sette coppe non sono che i subordinati dei sette beati Spiriti che sono come gli occhi dell'umanità sacra del Salvatore! Ammiriamo qui come la Gerarchia della Terra è ricalcata sulla Gerarchia del Cielo. Lassù vi sono i sette angeli, i sette sigilli, le sette trombe e le sette coppe; quaggiù vi sono le sette chiese ed i loro sette Vescovi chiamati anche Angeli, raffigurati dai sette candelabri d'oro in mezzo ai quali si muove il Salvatore e le sette stelle d'oro ch'egli tiene nella sua mano. I sette Angeli sono onorati nella Chiesa ch'essi proteggono? Essi non hanno un culto pubblico ed universale specifico distinto da quello che è reso alla generalità degli Angeli; ma si può trovare delle tracce d'un culto locale e soprattutto privato. Esisteva a Palermo una chiesa antichissima dedicata ai sette Angeli che assistono al Trono di Dio. Un pio sacerdote sicilano, don Antonio Lo Duca si recò a Roma, al fine di propagare la devozione ai sette angeli. Era l'anno 1527. Là, dopo molte preghiere e digiuni, egli apprese per rivelazione divina che le terme di Diocleziano, erano destinate ad ospitare il culto dei sette Spiriti Beati. Il Papa dell’epoca condivise l’ardore del santo sacerdote; e nell'anno 1551 i resti giganteschi delle terme ricevettero una prima consacrazione in onore di Santa Maria degli Angeli, ossia della Santa Vergine scortata dai sette Angeli. Ben presto lavori più completi per l'abbellimento d'una chiesa furono intrapresi sotto la direzione dell'illustre Michelangelo Buonarroti; e la dedicazione fu fatta dal papa Pio IV, che affidò ai padri Certosini, quali angeli visibili della Chiesa, la custodia del monumento. Numerose liberazioni di posseduti furono ottenute per l'intercessione dei sette Angeli, che, scortano la santa Vergine come scortano Gesù. Le Guardie del corpo del Re sono anche gli Ufficiali della Regina. Onoriamoli, e saremo nello spirito liturgico della Chiesa. Sant' Ireneo, San Cipriano li menzionano con rispetto; Clemente d'Alessandria li chiama "i Primogeniti ed i Principi dell'esercito angelico". Il cardinale Bona rivolgeva loro questa preghiera: "Spiriti di santità, che in numero di sette vi tenete in presenza di Dio, purificatemi, illuminatemi, perfezionatemi. Siate la mia consolazione nella morte, come siete mia difesa durante la mia vita. Espandete nel mio spirito una deifica luce, che, dopo aver assorbito tutto quello che è in me di tenebroso, mi arda di un amore tutto divino". Secondo la dottrina di Sant'Antonio, vi sono sette principali demoni preposti ai sette peccati capitali. I sette angeli sarebbero i loro antagonisti luminosi. E come Raffaele ha incatenato con mano potente Asmodeo il demone impuro, ognuno di essi combatterebbe vittoriosamente uno dei capi dell'esercito del male. |
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