LE TRE FUNZIONI DELL’ANGELO CUSTODE Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
martedì 02 aprile 2024 | |
Negli scritti dei santi Padri, i compiti dell'angelo custode sono raggruppati in tre grandi categorie. L'angelo custode è "angelo della pace" (Giovanni Crisostomo), "angelo del pentimento" (Erma) e "angelo della preghiera" (Tertulliano). Angelo della pace. L'espressione appare in Isaia 33,7, ma si trova anche nell'apocalittica giudaica e nelle Costituzioni Apostoliche. La funzione pacificatrice è direttamente collegata alla funzione protettrice. Poiché la vera protezione non è solamente riparo dai pericoli (soprattutto di quelli che sopravvengono improvvisamente), ma anche conforto dell'anima, incoraggiamento, consolazione. ... Protetto dal male, l'uomo è allo stesso tempo liberato dalla paura, per mezzo di una dolce infusione di fede e speranza. Un'infusione di fede è necessaria, soprattutto quando si ha a che fare non con i pericoli concreti del viaggio esistenziale, ma col marasma che accompagna a volte lo sforzo spirituale. Una delle crisi inerenti il percorso interiore è la perdita di fede, la sensazione che non si progredisce, che si è abbandonati, che le cose non abbiano più senso, e ci si ostina in delle scelte che non portano da nessuna parte. L'obiettivo in vista diventa nebuloso, la volontà cede. L'effetto è il rannuvolamento dell'anima, la tristezza l'immobilità. È la grande prova della "accidia", la "notte spirituale", la morte interiore, il vizio più temuto da colui che conduce questo combattimento spirituale. Nel confronto con questa sofferenza cronica - che mostra l'implacabile attività del demonio sulla nostra vita spirituale - il ruolo dell'angelo custode è capitale. Egli conforta, attenua il male, ricostruisce il tono vitale. Sant’ Ignazio di Loyola è del parere che dobbiamo all'angelo tutti i nostri momenti di forza interiore, di fede, di combattimento spirituale, mentre i momenti di sconforto interiore, di scoraggiamento, l'indebolimento delle energie spirituali sono il segno di un'influenza preponderante delle "potenze oscure di questo mondo". Bisognerebbe precisare che l'azione fortificante dell'angelo non assume l'aspetto di un intervento allucinatorio, non produce orgogliose euforie. Il risultato della terapia angelica non è l’autosufficienza irresponsabile, ma proprio la pace, l'equilibrio spirituale, il "pensiero positivo". Sotto l'impatto angelico si producono una maturazione della coscienza e una mobilitazione efficace delle sue risorse. Si può osservare ancora una volta che la discrezione dell'angelo non è smentita. L'angelo parla a colui che è attento, ricettivo, formato a una certa disciplina e igiene mentale. Egli non manipola il comportamento del "protetto", diminuendo la sua libertà, non abusa della sua autorità. Il suo linguaggio ha piuttosto le caratteristiche di una brezza: è il venticello che rinfresca, il soffio che ossigena, l'aria confortevole della respirazione naturale. L'angelo del pentimento. Il pastore di Erma si riferisce ampiamente a questa funzione angelica. Anche san Clemente nel suo scritto “Quis dives salvetur? (Quale ricco si salverà) afferma che l'angelo del pentimento rompe i legami del peccato. Da una parte esorta alla confessione e all’afflizione, e dall'altra parte dà la forza e il coraggio di ricominciare in purezza. Il pentimento riduce al nulla la tenacia con la quale i demoni calunniano l'uomo davanti a Dio. In altre parole, il pentimento paralizza l'azione malefica e semplifica in anticipo la procedura del giudizio finale. Patrono di tutte le conversioni, l'angelo del pentimento ci riconcilia a Dio. È nostro intercessore, così come il demonio è il nostro infaticabile accusatore. Il perdono è, tra le altre cose, una manovra curativa. L'angelo del perdono non è solamente l'angelo della colpa assunta, e anche quello della salute interiore ritrovata. Ci sarebbe ancora qualcosa da dire sul perdono. Il termine è spesso utilizzato in un'accezione tinta di sentimentalismo: si tratta allora delle lacrime versate retrospettivamente, al momento in cui ci si ricorda dei propri peccati. Il pentimento implica anche, questo è vero, questo atteggiamento. Ma la versione greca del concetto (metanoia) è più ampia: ciò che deve aver luogo è un cambiamento radicale nella maniera di pensare, una ricomposizione di tutto l'essere, secondo coordinate interamente nuove, un rovesciamento dei riflessi di intellettuali spirituali anteriori. Il pentimento è un ri-equilibrare il nostro "aggregato" intimo, sotto la sorveglianza e con l'aiuto dell'angelo. Angelo della preghiera. Quando si prega non si è mai soli. Anche quando preghiamo da soli, dice Clemente d'Alessandria, partecipiamo alle preghiere dei cori angelici. Ciò impone qualche regola di condotta. Tertulliano vieta a colui che prega di sedersi, perché sarebbe offendere la devozione dell'angelo che da parte sua non fa che stare in piedi al nostro fianco. L'angelo della preghiera è per definizione intercessore. Porta al cielo le preghiere degli uomini (Dio Padre ne è il destinatario legittimo, non lui); egli è così il messaggero dell'anima come è il messaggero di Dio. Anche Gesù è assistito da un angelo, durante la sua preghiera sul monte degli ulivi (Lc 22,43-44). L'angelo è l'essere adorante per eccellenza.
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