“Il mio nemico custodisce tre demoni”, rivela Santa Brigida. Ecco chi sono |
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sabato, 02 de marzo de 2024 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions di Gelsomino Del Guercio “Il primo risiede negli organi sessuali, il secondo nel suo cuore, il terzo in bocca” Il diavolo ha dentro di sé altri tre demoni. Li descrive santa Brigida di Svezia (1303-1373), che li ha visti durante le sue estasi. Si tratta di personaggi orribili, come scrive lei stessa nelle “Rivelazioni celesti”. «Il mio nemico ha tre demoni dentro di sé: il primo risiede negli organi sessuali, il secondo nel suo cuore, il terzo in bocca». ...
Don Marcello Stanzione ne parla nel libro “L’universo demoniaco” (Sugarco edizioni), in cui riporta le visioni e le interazioni con il diavolo, avute dai più grandi mistici della storia. Il demone dei pensieri perversi Nel caso dei tre demoni di santa Brigida, il primo di essi «è come un pilota che fa entrare nel vascello l’acqua che poco alla volta lo riempie. Quando l’acqua straripa, il vascello viene sommerso. Questa nave è il corpo agitato dalle tentazioni dei demoni e assalito dai venti della loro cupidigia. Così come le acque della voluttà entrano nel vascello, allo stesso modo la volontà entra nel corpo attraverso il piacere che il corpo stesso prova con i pensieri voluttuosi. E poiché esso non vi si oppone con la penitenza, né con l’astinenza, e lo stesso fa nella nave, affinché non raggiunga il porto della salvezza». Come il verme della mela Il secondo demone, che risiede nel cuore, «è simile al verme della mela, il quale inizialmente rosicchia l’interno, poi, dopo avervi lasciato i suoi escrementi, rode tutto il frutto finché non l’ha guastato per intero. Il diavolo agisce nello stesso modo. Dapprima intacca la volontà e i suoi desideri buoni, paragonabili al cervello in cui risiedono tutta la forza e tutto il bene dello spirito». Poi, prosegue santa Brigida, «dopo aver svuotato il cuore di ogni bene, introduce al suo interno i pensieri e gli affetti del mondo. Infine spinge il corpo ai suoi piaceri, attenuando la forza divina e indebolendo la conoscenza: da questo hanno origine il disgusto e lo sdegno per la vita. Certo, quest’uomo è una mela senza cervello. In altre parole un uomo senza cuore; senza cuore, infatti, entra nella mia Chiesa, giacché non prova nessuna carità divina».
Lo “spione” Il terzo demone, evidenzia la mistica svedese, «è simile a un arciere che spia dalla finestra chi non guarda a lui. Come mai il demone non domina colui senza il quale non parla mai? Perché quello che si ama di più è ciò di cui si parla più spesso. Le parole amare con cui egli ferisce gli altri sono come frecce affilate, scagliate ogni volta che nomina il diavolo; in quel momento l’innocente è lacerato da quello che dice e i semplici ne sono scandalizzati. Perciò io che sono la verità, giuro che lo condannerò come abominevole cortigiana al fuoco dello zolfo». Tuttavia, finché il corpo e l’anima saranno congiunti in questa vita, sottolinea santa Brigida, «gli offro la mia misericordia. Ora, ecco quello che chiedo ed esigo da lui: che assista di sovente alle cose divine; che non tema nessun obbrobrio; che non desideri nessun onore e che non pronunci mai il sinistro nome del diavolo» (Libro I, 13).
Come allontanare il diavolo secondo santa Brigida In un’altra brano delle “Rivelazioni celesti”, la santa dice che il diavolo «è come un cane da caccia sfuggito al guinzaglio: quando riceve l’influsso dello Spirito Santo, ti corre incontro con le sue tentazioni e i suoi consigli. Ma se gli opponi qualcosa di duro e amaro, fastidioso per i suoi denti, si allontana subito e non ti nuoce. Ora, cosa c’è di duro che si può opporre al diavolo, se non l’amore di Dio e l’obbedienza ai suoi comandamenti? Quando vedrà che quest’amore e quest’obbedienza si compiono alla perfezione in te, i suoi assalti, i suoi sforzi e la sua volontà verranno subito vanificati e infranti, poiché penserà che preferisci qualsiasi sofferenza piuttosto che contravvenire ai comandamenti di Dio» (Libro IV, 14). |
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