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RICORDI DI PADRE PIO SUL DIAVOLO Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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Scritto da Amministratore   
giovedì 01 febbraio 2024

RICORDI DI PADRE PIO SUL DIAVOLOAlla figlia spirituale Cleonice Morcaldi, padre Pio rivelò: “Ricordo che tanti mostri si mettevano intorno alla culla per spaventarmi ed io strillavo” [ ….]. Anche al suo direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis, padre Pio descrisse le continue apparizioni del diavolo: “Mia madre spegneva il lume e tanti mostri mi si mettevano vicino ed io piangevo; accendeva il lume ed io tacevo perché i mostri sparivano. Di nuovo lo spegneva e di nuovo mi mettevo a piangere per i mostri”.  ...

 
Ma pure di giorno, secondo la testimonianza del maestro don Nicola Caruso, il piccolo era perseguitato” da un uomo vestito da prete, che al ritorno da scuola lo aspettava sulla soglia di casa e non lo voleva fare entrare. Allora Francesco si fermava, veniva un ragazzino scalzo, faceva un segno di croce il prete spariva e il bambino, sereno, poteva finalmente rientrare” [….]. Intanto per padre Pio nel 1903 era iniziato il tempo del noviziato, un periodo segnato finalmente da una tregua negli assalti diabolici. Ma il silenzio si interruppe bruscamente mentre si trovava nello studentato di Sant’ Elia a Pianisi. Egli stesso raccontò quanto gli accadde nel settembre 1905: “Una notte sentii dei rumori che mi sembravano provenienti dalla cella vicina.” Che farà a quest’ora fra Anastasio?”, mi dissi; e pensando che vegliasse in adorazione mi misi a recitare il rosario. C’era infatti tra noi una sfida a chi pregava di più e io non volevo rimanere indietro. Continuando però questi rumori, anzi diventando sempre più insistenti volli chiare il confratello. Si sentiva intanto un forte odore di zolfo. Mi scorsi dalla finestra per chiamare: le nostre due finestre erano così ravvicinate che ci si poteva scambiare libri o altro sporgendo la mano.” Fra Anastasio”, chiamai senza alzare troppo la voce. Non ottenendo risposta, mi ritirai. Ma quale non fu la mia sorpresa, quando dalla porta vidi entrare un grosso cane dalla cui bocca usciva tanto fumo. Caddi riverso sul letto e udii che diceva: “è iss” ( è lui). Mentre ero in quella postura, vidi l’animalaccio spiccare un salto sul davanzale della finestra, da qui lanciarsi sul tetto di fronte, per poi sparire”.

 

 
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