In relazione alla dichiarazione Fiducia supplicans, pubblicata il 18 Dicembre 2023 dal Dicastero per la Dottrina della Fede, i vescovi, sacerdoti e fedeli della Chiesa Cattolica sostenitori del presente documento esprimono rispettosamente la loro posizione di credenti, con la quale la respingono in modo netto e senza riserve. Malgrado la mancanza di valore giuridico e morale della dichiarazione in oggetto, infatti, essi ne riconoscono il forte impatto mediatico e, di conseguenza, sono seriamente preoccupati per le ragioni di seguito elencate. ...
- Non è assolutamente lecito abusare del santissimo Nome di Dio per approvare pubblicamente, con un atto seppure non liturgico, ciò che Egli condanna – secondo l’immutabile giudizio della Scrittura, della Tradizione e del Magistero – in quanto contrario all’ordine naturale da Lui stabilito.
- La dignità della Chiesa Cattolica, colonna e fondamento della verità (1 Tm 3, 15), è lesa in modo intollerabile di fronte ai non cattolici, ai non cristiani e ai non credenti. Coloro che, sotto l’azione dello Spirito Santo, intendono entrarvi, possono esserne trattenuti da questo e altri atti scandalosi, con grave pregiudizio per la loro salvezza eterna.
- Sono molti i cattolici, chierici e laici, ad essere confusi o deviati nella coscienza dal fatto che i ministri sacri sono autorizzati a impartire benedizioni non liturgiche a persone che vivono stabilmente in peccato mortale manifesto e non intendono recedere dal loro stato con un sincero pentimento e un’adeguata penitenza. Ciò li induce gravemente in errore nella valutazione oggettiva degli atti intrinsecamente cattivi.
- In diversi Paesi del mondo, i sacerdoti che si rifiutino di impartire le benedizioni autorizzate dalla dichiarazione Fiducia supplicans possono essere perseguiti dalla giustizia civile e rischiano addirittura il carcere per aver fatto il proprio dovere. La Santa Sede è tenuta a difendere e tutelare i ministri della Chiesa, dovunque operino, anziché esporli alla persecuzione.
- Anche i sacerdoti che non corrono rischi giudiziari sono gravemente lesi nella reputazione e nell’onore, dato che la gente può legittimamente supporre, in forza della decisione presa dalla suprema autorità, che essi siano d’accordo. Ciò, squalificandoli sia come uomini che come ministri sacri, costituisce una forma di diffamazione dell’intero clero cattolico, alla quale ci opponiamo fermamente.
Ci appelliamo pertanto al Romano Pontefice perché ritiri o corregga la dichiarazione Fiducia supplicans. Si prega di stampare e inviare a: Sua Santità Francesco – 00120 Città del Vaticano Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede – I-00120 Città del Vaticano; opp.:
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