LA CREAZIONE DEGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
venerdì 05 gennaio 2024 | |
La creazione degli Angeli ha avuto luogo all'inizio, cioè in quel momento primordiale in cui Dio, uscendo dal suo riposo eterno, ha fatto un atto da Creatore. Essa è verosimilmente coincisa con la creazione della materia caotica, dei primi elementi del mondo. E' quello che ci fa capire il Concilio del Laterano. ...
Abituati come siamo alle lenti formazioni, noi non possiamo concepire quello che fu questa creazione istantanea di miriadi di spiriti angelici che il raggio divino riempiva creandoli, e che fin dalla loro apparizione formarono un coro immenso di lode del Dio Eterno. Questa moltitudine di Spiriti non era un turbinio di esseri immateriali dispersi confusamente in uno spazio infinito. Il mondo angelico apparve fin dall'inizio organizzato, uscì dal nulla schierato come un esercito in un ordine ammirevole. Queste pure intelligenze erano distribuite in tre Gerarchie, che a loro volta erano divise in tre Cori. La Gerarchia superiore comunicava alla media, e la media all'inferiore la sovrabbondanza dei benefici divini. Ed i nove Cori, come nove mondi di luce inglobati in una sfera immensa, gravitavano intorno ad uno stesso centro che altri non era che Dio stesso. Ritornerò in seguito su questa distribuzione degli Angeli in Cori ed in Gerarchie. Per il momento rendiamoci conto dello stato nel quale si trovavano queste magnifiche creature nel momento in cui Dio le fece uscire dal nulla. Esse erano perfette secondo la natura. Esse avevano la gioia innata delle loro potenti facoltà. Esse si conobbero le une le altre con una penetrazione reciproca. Esse conobbero Dio, non nell'impenetrabile mistero della sua essenza, ma nelle sue gloriose qualità di Spirito Creatore ed Immortale. I loro sguardi squarciarono il velo della creazione materiale, e ne colsero, nel raggio divino che la porta e che la feconda, le leggi ordinatrici piene di saggezza. In una parola nulla sfugge all'occhio di questi spiriti; ed un istante basta loro per prendere possesso del mondo intellettuale che era il loro elemento. Nello stesso tempo la loro volontà provò uno slancio ugualmente magnifico. Essa trasalì in Dio col movimento stesso che la portava verso la gioia. Essa l'adorò in se stesso e nelle sue opere. Questo primo slancio era un seguito dell'Atto Creatore; esso fu buono ma non meritorio; perché risultava dall'impulso di Dio Creatore e non da una determinazione libera della creatura. Sarebbe stata cosa da poco per l'Angelo essere creato nella perfezione delle sua facoltà naturali, se non fosse stato elevato allo stato di grazia. Il Creatore si degnò di dare questa pillola di perfezione suprema alla prima ed alla più bell'opera delle sue mani. "Contemporaneamente, dice Sant'Agostino, la natura Angelica fu creata e la grazia fu sparsa negli Spiriti angelici". Essi erano fatti per una beatitudine soprannaturale: fin dal primo momento della loro esistenza, essi furono messi in via di pervenire a questa beatitudine, che consiste nella visione intuitiva di Dio. Se questa visione è al di sopra delle facoltà naturali dell'Angelo. Non più dell'uomo, egli non poteva passare il velo dove Dio si nasconde che per il movimento soprannaturale della grazia. Gli occorrevano, così come a noi, le virtù gratuite di fede, di speranza e di carità, senza le quali nessuna creatura può aspirare e pretendere la gloria del cielo. Dio diede dunque agli Spiriti angelici, creandoli, la grazia; diede loro le virtù soprannaturali che ne sono la risultante necessaria. Depose in essi questo seme di gloria e di beatitudine. Li mise in relazione d'amicizia con se stesso. Quello che fu l'infusione della grazia in questi puri Spiriti, è impossibile anche concepirlo. Non trovando in essi alcun ostacolo, penetrando liberamente in queste nature diafane, essa si sparse dal centro del loro essere nelle loro nobili facoltà come un fiume di splendori. Riferendosi a questa infusione di vita soprannaturale, Sant'Agostino ha detto degli angeli questa bella parola: "Subito fatti, furono fatti luce - Ut facti sunt, lux facti sunt". Perché la prima luce s'era inclinata in questi Spiriti come il raggio del sole in un diamante, essa ne aveva fatto tanti focolari di luce. Essi non gioivano della visione di Dio; ma erano come piombati nell'ombra luminosa dove Egli si nasconde; essi lo conoscevano per fede, nel mistero della Trinità delle Persone, con una chiaroveggenza che noi non abbiamo. Essi non possedevano Dio; e tuttavia Dio sedeva in essi come sul trono dall'alto del quale egli presiedeva al resto della creazione. Essi non erano ancora nel cielo definitivo che è il luogo proprio della visione divina ed il soggiorno dei beati; ma erano in un paradiso spirituale che ne è il vestibolo. E' nelle delizie di questo paradiso che il profeta ci dipinge Lucifero prima del suo peccato. "Tu eri il sigillo della rassomiglianza di Dio, tu eri pieno di saggezza e perfetto in bellezza; tu ti trovavi nelle delizie del paradiso di Dio; il tuo abito era arricchito di ogni tipo di pietre preziose: Tu eri come un Cherubino che distende le sue ali per coprire il propiziatorio, io ti avevo stabilito sulla montagna santa, tu marciavi in mezzo alle pietre preziose della creazione, fino a che l'iniquità non fu trovata in te" (Ez.28,12-15).
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