L’ANGELO CUSTODE CI ASSISTE NELLE TENTAZIONI E NEGLI ASSALTI DEL DEMONIO |
escrito por Amministratore | |
sabato, 14 de ottobre de 2023 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Il demonio si sforza di trascinarci al male. Ispira all’uno l’amore disordinato dei beni della terra; si compita di sedurre l’altro col pasto della ghiottoneria o dei piaceri illeciti. Eccita questi alla gelosia, alla collera, all’odio, alla vendetta; porta quegli alle imprecazioni, alle bestemmie, alla disperazione. Il demonio cerca le passioni in ognuno di noi, spia i movimenti del nostro cuore e sa trovare dei pretesti e degli oggetti che ci mettono in pericolo di cadere sotto la sua tirannia. ...
L’Angelo custode assiste l’anima nelle tentazioni, rappresentandole l’orrore del male in cui il demonio vuole trascinarla, mostrandole l’amore di Nostro Signore, i seguiti del peccato, il temibile giudizio di Dio, i supplizi eterni dell’inferno; spesso anche egli distoglie da lei le occasioni pericolose. “Egli è, dice san Bonaventura, così attivo nel custodirci e nel difenderci contro le suggestioni del tentatore, che questi non può nuocerci che se noi non lo vogliamo”. Talvolta, su di uno speciale permesso di Dio, il demonio, rivestendo diverse forme, si dona ad ogni tipo di soperchierie e di vessazioni esteriori e ad ogni tipo di cattivi trattamenti. Anche qui, il buon Angelo non manca di intervenire; ve ne dono le prove. “Se i demoni, è riportato nella vita di santa Francesca Romana, molestavano questa santa con tentazioni importune, bastava al suo Angelo custode abbassare un istante i suoi occhi su di lei per dissipare le sue inquietudini e far rinascere la pace nel suo cuore. Così ella accoglieva con generoso disprezzo le suggestioni di quegli spiriti di tenebra. Ella non temeva ancor più i cattivi trattamenti che le facevano talvolta provare. E’ vero che, in quelle circostanze, il suo Angelo non lasciava campo libero alla loro rabbia. Quando volevano colpire molto forte, egli si poneva in mezzo per deviare i colpi, oppure scuoteva la sua capigliatura, e quel movimento bastava per mettere in fuga quei mostri infernali (Vita di santa Francesca Romana, opera tradotta dal latino degli Atti dei Santi, t. 1, p. 41). Una notte, il demonio, geloso della felicità che santa Francesca Romana gustava nella contemplazione, venne, sotto la forma di un agnello, a coricarsi ai suoi piedi, con aria di rispetto e di umiltà che credeva adatta nell’ispirare alla santa alcuni pensieri di orgoglio. Francesca riconobbe subito senza difficoltà la sua malizia, che ripagò con sommo disprezzo. Il demonio furioso prese la forma di un lupo feroce, la cui gola beante lasciava sfuggire delle fiamme, e fece parere di volerla divorare. Francesca, benché bruciata e quasi soffocata da quella fiamma infernale, non perse fiducia nella misericordia del suo divin Sposo, e restò tranquilla. Allora il suo Angelo custode scosse la sua capigliatura, ed il demonio scomparve. Ancora una notte, santa Francesca Romana, essendosi alzata due ore prima del giorno, fece accendere del fuoco nella sua cucina, poi si mise in ginocchio per pregare. Aveva portato alcuni libri spirituali attinenti l’esercizio che voleva fare. Ora, ecco che un demonio in forma umana gli apparve con aria di collera che la fece tremare. Nel timore che il demonio non prendesse i suoi libri per bruciarli, Francesca li avvolse nel suo grembiule, e ve li tenne fortemente serrati. Allora il demonio l’attira a sé e la rovescia; un altro demonio gli venne in aiuto, e tutti e due la prendono e vogliono gettarla nel fuoco. In quella estremità, ella fece ricorso al suo protettore normale, dicendo: “Gesù mio, aiutatemi”. Subito il suo Angelo custode si mostra ed i suoi nemici svaniscono. La stessa santa era uscita dalla sua stanza nell’oscurità della notte, per far riscaldare dei panni in cucina, quando trovò sul suo passaggio tre spiriti infernali sotto forma angelica, e rivestiti di abiti bianchi, che la salutarono con l’aria più umile e più rispettosa. Francesca, riconoscendoli per quello che erano, disse loro: “Cosa, voi spiriti orgogliosi, vi degnate di umiliarvi così davanti ad una povera donna! Come non arrossite per una simile bassezza, dopo aver avuto l’audacia di ribellarvi contro il vostro Creatore, con un orgoglio che ancora dura? A cosa pensate dunque, umiliandovi davanti a me, nel mentre che, rifiutate di umiliarvi davanti alla Maestà divina?”. Essi parvero turbati a quel discorso, e prendendo un aspetto terribile, dissero con tono lamentevole: “”Oh, quanto la tua obbedienza ci dispiace! Essa ci costringerà a ritornare in fondo agli abissi”. Essi presero poi Francesca, con l’intenzione di gettarla al di sopra del balcone nella via; ma il suo Angelo lo impedì loro mostrandosi, e li mise in fuga”. La beata Maria degli Angeli ha lasciato questo scritto: “Nel mese di febbraio 1686, come stavo per iniziare gli esercizi spirituali del ritiro, ecco che si fa nella stanza uno spaventoso rumore, come se si avesse voluto mettere tutto sotto sopra. Io non sapevo da dove ciò proveniva, quando, improvvisamente, il demonio si fece sentire con urla e grida. In mezzo a quel frastuono infernale, feci ricorso a Nostro Signore e gli dissi: “Dove siete dunque, amore mio? Io sono in ritiro per godere di voi, e voi mi lasciate in simile compagnia?”. Nostro Signore si mostrò sensibile a quel lamento amoroso, e tramite il suo Angelo custode, cacciò il nemico, che se ne fuggì precipitosamente e con fracasso (Abate Eugenio Soyer, Saggio sull’Angelo e l’uomo, t. 2, p. 231). |
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