LA BEATA EMMERICK E LE VISIONI DELLE ANIME PURGANTI Di don Marcello Stanzione |
Written by Amministratore | |
mercoledì, 16 agosto 2023 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Il film del 2004 di Mel Gibson, “The Passion”, ha portato alla ribalta le visioni di Anna Katharina Emmerick, la mistica tedesca morta cinquantenne nel 1824 e beatificata da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004. Il film, com’è noto, si è largamente ispirato a quella veggente che “vedeva” le scene della vita di Cristo e della Madonna. Grande compassione aveva la beata Emmerick per le anime del Purgatorio, per le quali offriva preghiere incessanti e i sacrifici. Qui daremo alcune visioni che si riferiscono ad esse in particolare così come anche delle varie opere buone compiute da lei per il loro sollievo. ... La prima festa di tutti i santi che lo scrittore Brentano, poi suo massimo biografo, trascorse a Dülmen, i disabili notarono in lui quella generale indifferenza verso i morti, quella confortevole certezza con la quale i vivi guardano i loro rapporti cessati con gli amici che non hanno più bisogno di speciale assistenza; di conseguenza ella spesso ripeteva con un sospiro: "è davvero triste pensare a quanto poco aiutiamo le povere anime del Purgatorio. La loro miseria è così grande! Essi non possono aiutare sé stessi, eppure potrebbero essere così facilmente sollevati dalle preghiere, dalle elemosine e dalla sofferenza offerta per essi! Ah come sono gioiosi quando ciò accade! - tanto felici quanto un uomo assetato a cui è stata offerta una bevanda fresca.” Quando lei constatava che le sue parole producevano una profonda impressione, continuava a dire quanto potenti fossero le opere meritorie offerte per le povere anime; ad esempio, atti di auto abnegazione, mortificazione della propria volontà, vittorie guadagnate sopra le inclinazioni malvagie, atti di pazienza, docilità, umiltà, perdono dell'ingiurie ecc. Ah! Quante povere anime sono lasciate a soffrire in conseguenza della tiepidezza, voglia di zelo per la gloria di Dio e la salvezza del vicino! Che cosa può aiutarli eccetto le opere soddisfacenti, atti di quelle virtù che essi stessi trascuravano per la maggior parte sulla terra? I santi in cielo non possono più fare penitenza, non possono accontentarli. L'aiuto può venire solo dai figli della Chiesa militante. E le anime quanto lo desiderano! Essi sanno che nessun buon pensiero, nessun sincero desiderio di aiutarli è perduto; e tuttavia quanto pochi di loro si impegnano per loro! Un sacerdote che dice il suo breviario con devozione con l'intenzione di supplire alle mancanze che le povere anime devono ancora espiare, può procurare ad essi incredibile consolazione; sì, il potere delle benedizioni sacerdotali penetra persino nel Purgatorio e, come una rugiada celestiale, rinfresca le anime a cui è mandata in spirito di fede. Uno che potrebbe vedere tutto questo come lo vedo io, certamente proverebbe ad alleviarli tanto quanto è capace.” Soprattutto, suor Emmerick aveva compassione per le povere anime in Purgatorio i cui amici ritenevano di mandare subito in Paradiso in ricompensa per le buone qualità naturali, o di quelli i cui i parenti provavano un affetto così leggero e sciocco da non riuscire a sopportare l'idea del loro bisogno delle fiamme purificatrici del Purgatorio prima di essere ammessi alla gioia di Dio. Tali anime ella vedeva sempre tra le più sofferenti e abbandonate. "La preghiera smoderata," ella di solito diceva, "è un furto commesso al pregiudizio di quelli su cui è profusa". Un giorno, dopo una conversazione con lei sulle relazioni esistenti tra i vivi e i morti, il Pellegrino scrisse ciò che segue, il che rappresenta i punti più salienti del loro discorso: "tutto ciò che l'uomo pensa, dice o fa, ha in esso un principio vivente per il bene o il male. Colui che pecca dovrebbe affrettarsi a cancellare le sue colpe mediante il sacramento della penitenza, altrimenti non sarà capace di prevenire la piena o parziale conseguenza del suo crimine. Io ho visto spesso tali conseguenze persino nella malattia fisica e nelle sofferenze di molti individui e nelle disgrazie legate a certi luoghi. Mi è stato sempre detto che un crimine non perdonato, non espiato, comporta un'infinità di mali. Ho visto tali castighi estesi ai posteri come una conseguenza necessaria e naturale; ad esempio una maledizione dovuta a guadagni disonesti, e io ho sentito involontariamente orrore in luoghi dove grandi crimini furono una volta perpetrati. Questo è tanto naturale, tanto necessario quanto quello che una benedizione dovrebbe benedire e ciò che è santo santificare. Ho sempre avuto una percezione intuitiva di ciò che è sacro e di ciò che è profano, di ciò che è santo e ciò che non è santo, il primo mi attrae, il secondo mi crea repulsione, mi inquieta e mi terrorizza, obbligandomi a resistergli grazie a fede e preghiera”. Anche le comunicazioni della beata Anna Caterina Emmerick con le anime del purgatorio sono dovute al suo angelo che la trasportò in quella situazione ultraterrrena di misericordia così che potesse ristorare i poveri prigionieri con i frutti della sua pena: "Io fui con la mia guida” lei dice, “tra le povere anime nel purgatorio. Vidi la loro desolazione, la loro incapacità di aiutare se stessi e la poca assistenza che essi ottengono dai vivi. Ah, la loro infelicità è indicibile! Mentre contemplavo il loro stato, vidi che una montagna separava me dalla mia guida. Io mi tormentavo per lui come uno che sta morendo di fame, quasi svenivo dal desiderio. Lo vedevo dal lato opposto, ma non potevo raggiungerlo. Lui mi disse: ‘ Vedi, quanto scongiuri aiuto! Le povere anime sono sempre nello stato in cui tu sei adesso!’. L'angelo spesso mi portava a pregare davanti a caverne e prigioni. Mi prostravo, piangevo, elevavo le braccia al cielo e gridavo a Dio misericordia. Il mio angelo mi incoraggiava ad offrire ogni sorta di privazioni per le povere anime. Essi non possono aiutare se stessi, sono crudelmente abbandonati. Spesso lo mando dagli angeli di certe persone che soffrono per ispirare loro di soffrire le loro pene per essi. Essi sono istantaneamente sollevati da queste offerte; diventano così gioiosi, così grati! Ogni qualvolta faccio qualcosa per loro, essi pregano per me. Sono terrificata nel vedere le ricchezze che la Chiesa possiede in tale abbondanza trascurate, dissipate, giudicate così superficialmente, mentre le povere anime languono per esse”.
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