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GLI ANGELI DI PETANG Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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Scritto da Amministratore   
mercoledì 16 agosto 2023

GLI ANGELI DI PETANGUn altro fatto di guerra in cui ci fu un intervento formidabile degli angeli, avvenne nel periodo di luglio- agosto del 1900, durante l’assedio di Petang da parte dei Boxers, con questo termine preso dalla lingua inglese e tradotto letteralmente come pugile si intende il l’associazione cinese pugilistica di giustizia e concordia che originaria della provincia dello Shandong, si oppose fermamente alle missioni cattoliche in Cina. I boxers attuarono una violentissima repressione contro la Chiesa che causò migliaia di martiri che oggi sono venerati come santi e beati nel Cattolicesimo. ...

 
Durante la rivolta della popolazione cinese contro gli stranieri, mons. Favier  ed i suoi cattolici cinesi, asserragliati a Petang, si difendevano eroicamente contro i Boxers che li assediavano. Il vescovo aveva esortato tutti i fedeli a recitare le litanie al sacro cuore di Gesù ed alla Madonna, unendovi l’invocazione a san Michele che si recitava dopo la Messa e che egli faceva anche recitare obbligatoriamente nelle scuole cattoliche. L’assedio degli anticristiani si prolungava, e non si prevedeva nessun soccorso umano, inoltre i viveri e le munizioni cominciavano a scarseggiare. Mons. Favier chiede con più insistenza l’aiuto del cielo; lui e i suoi cristiani si consacrano solennemente al sacro Cuore di Gesù ed alla Santissima Vergine, ma non ottengono ancora un visibile soccorso dall’alto. I Boxers, sempre più audaci, si avvicinavano sempre più alla cattedrale e sparavano sui cristiani che si mostravano visibilmente sui bastioni. E’ allora che mons. Favier si pose solennemente con i suoi sotto la protezione de san Michele. Dopo l’affidamento quell’affidamento all’Arcangelo vittorioso delle battaglie, avvenne un fatto degno di nota: da quel giorno, i Boxers stranamente dirigevano il loro fuoco verso la cima della cattedrale, dove sprecavano inutilmente moltissime munizioni perché lì non si vedeva nessuno e, per gli ultimi cinquanta giorni d’assedio si comportarono in questo modo misterioso.  Il vescovo Favier non dubitava che l’arcangelo san Michele avesse manifestato la sua protezione, ma non comprendeva perché i Boxers sparassero in aria senza un chiaro motivo. Il 15 agosto 1900, gli assedianti decisero di cambiare tattica perché vedendo che i cristiani non si difendevano più da molto tempo e pensando che le loro munizioni si fossero ormai esaurite, si lanciarono all’attacco per sfondare le porte di Petang e sgozzare gli assediati, ma giunti presso le porte della cittadella, una forza invisibile li fermò. I Boxers percepirono davanti ad essi un ostacolo invisibile e comunque invalicabile. Spaventati, fuggirono…e in quel momento giunsero le truppe europee dell’Occidente che insieme al Giappone e alla Russia avevano dichiarato ufficialmente guerra alla Cina come reazione al movimento xenofobo. Mons. Favier ed i suoi cristiani, finalmente liberati dall’assedio della missione cattolica, si informarono allora del motivo per il quale i Boxers, anziché sparare su di essi, miravano in cima alla cattedrale. Alcuni Boxers fatti prigionieri ed interrogati esclamarono: “ Ma voi dunque non vedevate? Vi era in cima alla vostra chiesa una grande signora vestita di bianco, vicino a lei un guerriero armato da capo a piedi con una spada in mano e che aveva due grandi ali bianche. Intorno ad essi vi era una moltitudine di soldati vestiti con abiti bianchi con grandi ali”. Mons. Faver commentò tali interrogatori dei Boxers affermando: “Era certamente la Vergine Maria, San Michele, la cui immagine è nel mio stemma episcopale, ed i soldati che li attorniavano era la milizia celeste che veniva a proteggerci e a benedirci”. Mons. Faber raccolse numerose testimonianze che attestavano l’autenticità di quelle apparizioni angeliche. Inoltre egli fece voto di costruire a Pechino, in onore dell’arcangelo, una cappella che fosse anche la sede della Confraternita dello scapolare di san Michele. Al momento del suo viaggio nel 1901 a Roma, mons. Faber si intrattenne molto tempo con il papa Leone XIII raccontandogli della miracolosa protezione di san Michele e presentandogli le testimonianze che aveva raccolto al riguardo.

 

 

 
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