NATUZZA EVOLO E LE EMOGRAFIE Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
martedì 01 agosto 2023 | |
La mistica calabrese Natuzza Evolo, morta ad 85 anni in concetto di santità il primo novembre 2009, era famosa per le immagini di sangue che spontaneamente si stampavano sui fazzoletti messi a contatto con il suo corpo Lo stesso professor Satriani, insieme alla giornalista Maricla Boggio, nel 1984 aveva intervistato Natuzza Evolo riguardo ai fenomeni meravigliosi di cui è protagonista. ... Ecco cosa rispose la donna a proposito delle stigmate (quella che segue è la trascrizione dell’intervista televisiva, andata in onda sulla terza rete Rai il 16 gennaio 1985): Boggio: “Quanti anni fa è successo la prima volta?” Natuzza: “E non lo so, signora, tanti anni fa”. Boggio: “E tutti gli anni vi succede?”. Natuzza: “Tutti gli anni, si”. Boggio: “E tutti gli anni voi soffrite e non potete vedere neanche le persone”. Natuzza: “Non è che non le posso vedere, evito di vederle, perché per tutta la Quaresima non vedo niente, e poi soffro, sono sofferente, signora”. Satriani: “Anche quest’anno durante la Settimana Santa avete sudato sangue?”. Natuzza: “Si, si, tutta la Quaresima. Ci sono anche le cose di Venerdì Santo, che sono qui. Prendete. Questa è la maglia, alla spalla”. Satriani: “Che segni sono venuti, Natuzza?”. Natuzza: “C’è un cuore, una corona di spine, e un santino qua”. Boggio: “Sul cuore, c’è una croce anche?”. Natuzza: “Si, qui c’è la ferita del costato”. Satriani: “C’è un’ostia con IHS”. Natuzza: “Si, si, e questo è il cuscino”. Boggio: “E’ venuta una scritta di sangue”. Natuzza: “Ma io non so cos’è”. Boggio: “Queste erano gocce di sangue che si erano sparse…”. Natuzza: “Dalla testa”. Boggiuo: “Perché voi portate come un segno di corona di spine. Vengono fuori dei segni”. Natuzza: “Si, si”. Boggio:: “Adesso si sono rimarginati, ormai”. Natuzza: “Si, si, me l’appoggia il Signore il martedì, la corona di spine”. Boggio: “E quando finisce la vostra soffer4enza della settimana di Pasqua?”. Natuzza: “Subito dopo il Venerdì”. Boggio: “La giornata più pensante…”. Natuzza: “E’ i. venerdì”. Boggio: “Ogni anno voi avete lo stesso tipo di sofferenza o ci sono anni in cui soffrite di più?”. Natuzza: “Veramente dopo che mi passa la sofferenza io la dimentico, non mi ricordo un anno per un latro”. Boggio: “Chi sta vicino a voi in quei giorni, in particolare il venerdì?”. Natuzza: “Il venerdì sta mio marito, mio figlio e un’altra mia figlia , e poi un medico e una signore di Catanzaro, la signora Giampà con il marito”. Satriani: “Voi vedete anche Gesù e la Madonna?”. Natuzza: “Si , durante la Quaresima, il Venerdì Santo sempre, qualche volta capita pure chge non è Quaresima”. Satriani: “E vi danno dei messaggi?”. Natuzza: “Si, si”. Satriabi: “Quale ricordate di più, con maggiore chiarezza?”. Natuzza: “Con maggiore chiarezza ricordo quello di Venerdì Santo, la crocifissione, quando portavano Gesù al Calvario, quando lo frustavano e io sentivo le stesse frustate, tutto; ho sentito pure il fiele in bocce, un “amarume” forte, e Gesù mi diceva: accompagnami al Calvario, la malvagità degli uomini ci fa soffrire”. Satriani: “ Voi sentite Gesù che parla e sentite voi stessa le stesse sofferenze che ha avuto Gesù durante la passione?”. Natuzza: “si, si”. Satriani: “E in quel periodo, in quei giorni, voi anche sudate sangue?”. Natuzza: “Non sudo, ho le ferite”. Satriani: “Avete le stigmate?”. Natuzza: “si, le ferite alle mani, ai piedi, alle ginocchia, alla spalla”. Satriani: “E questo da molti anni?”. Natuzza: “Si, si, da molti anni”. Tutti i fenomeni riguardanti Natuzza si sono prodotti fin da quando era adolescente. Ma la manifestazione più tipica e impressionante dei poteri della donna calabrese è costituita dalle emografie ( o scritture di sangue). Si tratta della misteriosa comparsa – su fazzoletti, tele, garze, maglie o fasciature applicate alla pelle di Natuzza – di scritture e di immagini aventi carattere sacro. Passi della Bibbia, inni, salmi, motti religiosi, versetti, giaculatorie, preghiere… E, tra i disegni, cuori, ostensori, ostie, angeli, volti… Le iscrizioni appaiono istantaneamente e involontariamente, come se il corpo di Natuzza fosse una stampante umana. Tutti coloro che si sono recati da Natuzza hanno potuto avere da lei un fazzolettino con un’emografia. Pertanto, soprattutto in Calabria esistono migliaia di queste prove del funzionamento eccezionale dell’organismo della Evolo. Un esempio tra le frasi che ho letto: “Hoc est corpus meum” (Questo è il mio corpo). Giacinto Cataldo, autore di uno studio sulle emografie di Natuzza ( Le emografie di Natuzza Evolo, Napoli 1990), scrive: “Le emografie sono il Vangelo annunciato da Natuzza […]. Il mistero, inafferrabile dal punto di vista strettamente razionale e scientifico, può essere in qualche modo intuito “decifrato”, “letto” attraverso quei segni tracciati, “scritti” con il sangue”. Un altro grande capitolo della storia di Natuzza riguarda le guarigioni fisiche e psichiche che la gente definisce miracolose e attribuisce all’intercessione della donna calabrese. “Mi ha aiutato in tante circostanze, mi ha dato tanto coraggio”, è la frase ricorrente sulle labbra di persone improvvisamente guarite da mali incurabili, di gente angosciata da problemi esistenziali. “I problemi si risolvono perché lei prega e offre al Signore la propria sofferenza, la propria mortificazione”. A volte sarebbe apparsa al capezzale di un ammalato per annunziargli la guarigione o un decorso senza complicazioni di una malattia. Trai tanti che sono attribuiti a Natuzza, quello ritenuto essenziale da parte di molte persone riguarda una completa conversione interiore e di vita, la conquista di una pace interiore prima sconosciuta. Come sintesi del messaggio spirituale ricavabile dall’esistenza e dell’operato di Natuzza riporto ancora una testimonianza, quella di Mario Cortese di Catanzaro (riportata parzialmente; si può leggere per intero nell’opera già citata del professor Marinelli): “Se si va da lei soltanto per poter assistere a dei fenomeni straordinari , si perde tutto. Di Natuzza. Sentire parlare di lei solo sotto la luce dei fenomeni in se stessi, senza capire lo scopo e la finalità, e soprattutto senza capire Natuzza stessa, fa molto male a persone come noi che ne conosciamo il lato altamente spirituale […] mentre il collegamento quasi fisico con lei, con i rumori, i profumi, i segni della bilocazione, che la mia famiglia ha avuto, si è andato attenuando, è cresciuto, mano a mano che noi progredivamo nella fede, il collegamento spirituale. Si ha la certezza di essere sempre seguiti da lei con la preghiere e l’amore. Per me il vero, il più grane miracolo che Natuzza da operare, a parte tutti gli altri, è il sapere dare la pace interiore a tutte le persone, di ogni cultura e ceto sociale, che si accostano con un minimo di disponibilità a Dio e di creare in esse quella pace che soltanto la fede cristiana può dare.”. |
< Prec. | Pros. > |
---|