GERUSALEMME E GLI ANGELI DELLA RESURREZIONE Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
domenica 02 luglio 2023 | |
Gerusalemme è la città che, secondo Matteo, accoglie i corpi risuscitati dei santi. Testimoni di questa risurrezione sono stati i soldati e il centurione che facevano la guardia a Gesù ai piedi della croce (Mt 27, 54). Essi sono stati i testimoni oculari di questa risurrezione dei santi: “Avendo visto con i loro occhi che i santi Imperversavano nella città santa furono colti da grande timore, intuendo che il crocifisso era veramente il Figlio di Dio” (Mt 27,54). ...
Il timore di aver visto una cosa eccezionale, cioè che furono risorti i corpi di santi morti, provocò in loro la fede nel crocifisso. Matteo sottolinea che è stato proprio il timore, cioè la paura di avere crocifisso un uomo innocente, a cambiare forma di reputazione verso Gesù, accorgendosi che Gesù non era un uomo da condannare perché figlio di Dio. Gerusalemme diviene, secondo Matteo, il luogo dove le guardie affermano che veramente Gesù è figlio di Dio. Questa loro convinzione scaturisce dal timore di aver trattato ingiustamente Gesù, alla pari di ogni altro giustiziato. Questo timore si è prodotto nelle guardie dal non aver mai posto fiducia nelle parole di Gesù e nella sua persona, nonostante i continui miracoli che egli compiva pubblicamente tutti i giorni. Il timore scaturisce in loro anche dal non aver corrisposto al suo amore, avendolo considerato come un falso re. Quindi il timore verso Cristo per Matteo scaturisce dalla constatazione, da parte delle guardie, che la morte di Cristo ha provocato non solo il cataclisma su tutta la terra, ma anche la risurrezione dei santi; questo sconvolgimento catastrofico, avvenuto nella città santa, attesta la piena divinità del crocifisso. Testimoni oculari di tale evento sono, secondo Matteo, anche la Maddalena, Maria madre di Giacomo e Maria madre dei figli di Zebedeo (Mt 27, 55-56): esse osservano da lontano il corso degli avvenimenti. Per quanto riguarda la risurrezione di Gesù non ci sono testimoni oculari diretti della sua risurrezione, cioè nessuno ha visto realmente la risurrezione di Gesù, ma Matteo attesta che la Maddalena, la madre di Giacomo e le guardie sono i diretti testimoni oculari del sepolcro vuoto e della discesa dell’angelo, il quale mostra a questi che Gesù non è lì, perché è risorto (Mt 28, 1-6). La discesa dell’angelo, secondo la versione matteana, è preconizzata non solo dal fenomeno sismico – evento che, avendo preceduto la risurrezione dei santi, preannuncia la risurrezione di Gesù – ma anche dalla luce sfolgorante che promana dal suo aspetto e dal suo vestito bianco come la neve. La vista di questo essere angelico incute nelle guardie timore, a tal punto che “tremarono tramortite” (Mt 28,4). L’evento soprannaturale della discesa dell’angelo provoca timore nelle guardie, il cui effetto immediato concreto è il tremore seguito dallo svenimento. Si ricalca qui il motivo biblico della paura di fronte alla teofania di un essere divino (Cfr. Es. 3,6; 19,16). Matteo nota che dall’atteggiamento dell’angelo Gesù è veramente risorto per due motivi: 1. Perché l’angelo ha rotolato via la pietra dal sepolcro: ciò attesta che nessuno ha rubato il corpo di Gesù. In quanto il suo corpo è risorto con il sepolcro chiuso. Da ciò side cuce che il corpo risuscitato di Gesù è quello steso corpo che Gesù aveva in vita e che era stato messo nel sepolcro dopo la sua morte. Benché si tratti di un corpo rinnovato, il corpo di Gesù e il medesimo di quello che era stato messo nel sepolcro.
2. Perché l’angelo, aprendo il sepolcro, fa vedere alle donne il posto dove era deposto il corpo di Gesù e che ora non c’è più perché risorto. Dalla testimonianza dell’angelo possiamo vedere che Gesù è risorto col corpo insieme al suo spirito che fa da guida al corpo – per riprendere il noto motivo platonico dell’anima che è auriga del corpo e che ritorna a Dio. Allo stesso modo Cristo, per instaurare un parallelismo tra Betlemme e Gerusalemme, si è incarnato a Betlemme per poi ritornare da Gerusalemme al Padre con lo stesso corpo e con lo stesso spirito che aveva ricevuto a Betlemme da sua Madre Maria. Questa luce della verità(Cristo) che brillava a Betlemme non ha subito alcuna degradazione nel tempo storico, anzi ha conservato tutta la sua purezza per ritornare al padre nell’integrità di anima e corpo. |
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