ESEMPLARITA’ DI SAN GIUSEPPE Di don Marcello Stanzione |
escrito por Amministratore | |
domenica, 18 de giugno de 2023 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions La missione di S. Giuseppe – custode di Gesù e sposo di Maria – è superiore a quella di Mosè e di Giuseppe ebreo; per il Corpo Mistico del Signore Egli rinnova la missione che gli fu affidata nei riguardi di Gesù e di Maria. La Sua fedeltà ci esorta e ci incoraggia a vivere con impegno la nostra vocazione cristiana, particolarmente in Quaresima. I Santi sono riflessi del mistero di Cristo: da lui hanno ricevuto vita, luce e grandezza; “nella virtù dei Santi brilla in vario modo la virtù stessa di Cristo”. I Santi parlano di Cristo con la loro vita; ognuno di essi è una pagina vivente del Vangelo, una pietra vivente del tempio in cu abita la SS. Trinità. ... Di essi è vero ciò che Ireneo diceva dei Santi dell’Antico Testamento: “essendo membra di Cristo, ognuno, secondo la sua posizione nel corpo, manifesta un aspetto del mistero di Cristo”. I Santi, nostri fratelli, sono anche nostro incoraggiamento ed esempio, mentre per noi intercedono affinché possiamo camminare in quella Via che essi hanno percorso, godere di quella luce che li ha trasfigurati, raggiungere la pienezza di quella Vita in cui essi si trovano e che si chiama Cristo Gesù. Nell’anno liturgico le feste dei Santi ci aiutano a comprendere e partecipare ai Misteri di Cristo. Il Vangelo descrive l’improvviso e quasi violento sopraggiungere di Dio nell’esistenza umile e silenziosa di Giuseppe, per chiamarlo a compiti e responsabilità di incalcolabile portata. Soltanto la fede di Giuseppe nella parola di Dio risolve la sua lotta interiore e supera il suo affanno di fronte al mistero soprannaturale. In Lui rivive la fede di Abramo, di Mosè e dei profeti dell’Antico Testamento; ma ora Dio può entrare nella vita di un uomo e trovare in lui collaborazione per la salvezza non di un popolo solo, ma di tutta l’umanità. Nella Lettura della Messa la Chiesa attribuisce a Giuseppe l’elogio che l’Antico Testamento aveva espresso per Mosè. A Mosè Dio aveva affidato l’infanzia del suo popolo; a Mosè Dio aveva rivelato i suoi segreti e la sua Legge, e lo aveva stabilito suo rappresentante, espressione della sua Paternità in Israele. A Giuseppe Dio affidò il suo Unigenito fatto Bambino per noi e gli diede comandi nei suoi riguardi; Dio affidò a Giuseppe un compito di paternità verso il Verbo fatto carne, diede nelle sue mani ciò che era nascosto ai secoli, Lo introdusse nella nuvola misteriosa della sua Vita Divina, facendolo vivere per anni nella conversazione più intima e familiare con Gesù: veramente Giuseppe contemplò il volto del suo Signore! Più di Mosè Giuseppe fu giusto e fedele nel compito a lui assegnato; fu amato da Dio e dal Figlio di Dio in cui tutta la storia di Israele trovava il suo compimento. Sposo di Maria, fu testimone e custode della Verginità e della Divina Maternità di Lei. E tutto questo compì nell’umiltà, nel nascondimento e nel silenzio della vita interiore, in una legge tutta esteriore, quale era quella dei Farisei. Di Giuseppe si può dire che “portò nel suo corpo i patimenti di Gesù…e pur essendo vivo fu dato in preda alla morte a causa di Gesù” (II Cor. 4, 10-11); quando Erode cercava di uccidere il Bambino, Egli lo salvò in Egitto, ripercorrendo la strada nella quale l’antico Giuseppe aveva vissuto la sua passione. Come il figlio di Giacobbe, anche lo sposo di Maria – casto e fedele – fu custode del Pane di Vita per tutta l’umanità. Superiore a Mosè ed a Giuseppe ebreo nella missione affidatagli, è stato glorificato al di sopra di essi dal Signore che volle essere creduto suo figlio e si rese a Lui sottomesso, abitando nella Sua casa. Alimentato dalla grazia di Cristo, Giuseppe è albero rigoglioso nel giardino della Chiesa. Allietato dal sorriso e dall’amore di Gesù, tutte le beatitudini si compiono in Lui. La sua casa contiene le ricchezze del Cielo. La Verità e la Misericordia di Dio abitano visibilmente con Lui; Dio lo ha reso grande e potente. Mentre la Chiesa celebra la gloria di questo grande patriarca, ne esperimenta l’aiuto e la protezione. S. Giuseppe rinnova per il Corpo Mistico la missione che gli fu affidata nei riguardi di Gesù e di Maria. Egli è sempre il custode fedele e premuroso, riflesso della sollecitudine paterna di Dio per noi. S. Giuseppe, con tutta la sua vita, è incoraggiamento ed esempio. La sua umiltà, la sua fede ed ubbidienza alla Parola di Dio, il suo amore ed attaccamento a Gesù e Maria, la sua dedizione incondizionata alla Volontà del Padre di cui faceva le veci sulla terra, sono l’anima di tutta la nostra pratica quaresimale. La sua viva partecipazione alla passione iniziale di Gesù ci dice con quale fedeltà e generosità dobbiamo seguire il Signore nel cammino verso la Pasqua. La Grazia di cui Giuseppe è ricco ci viene comunicata attraverso la Messa, perché in essa riceviamo Gesù che è la corona e la ricchezza di S. Giuseppe. La Chiesa oggi rinnova la missione di Giuseppe nel mondo, vivendo nel suo spirito e imitandone gli esempi. Infatti essa è oggi chiamata a ospitare il Signore ed a custodirlo nei sacramenti e nelle sue membra. Tale compito di amore e di sollecitudine è assolto soprattutto dal sacerdozio cattolico che ha strettissimi rapporti con la missione e con la vita di S. Giuseppe. L’esistenza cristiana è ricca di tutta l’esperienza del divino che fu propria di S. Giuseppe. Gesù abita in ognuno di noi: ne siamo i custodi, dobbiamo difenderlo dalle persecuzioni del Maligno; godiamo della sua quotidiana conversazione vivendo nella sua luce; con noi Gesù condivide la vita. La grandezza di S. Giuseppe ci aiuta a scoprire la ricchezza della nostra vita cristiana; la sua fedeltà ed il suo amore a Gesù e Maria ci esortano a vivere con impegno la nostra vocazione cristiana. |
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