IL VENERABILE OLIER DEVOTO DI MARIA Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
lunedì 01 maggio 2023 | |
Tra gli esponenti della “scuola francese di spiritualità” Jean-Jacques Olier (1608-1657) fu quello che si dedicò a sviluppare una solida organizzazione per i seminari e una attenta pastorale parrocchiale. Dopo avere studiato teologia presso i gesuiti e aver qui conseguito il baccellierato (1630), venne ordinato sacerdote nel 1633. Olier fu da sempre legato a s. Vincenzo de Paoli che si servì di lui per una missione popolare in Alvernia, missione che per che per le sue difficoltà ne segnò profondamente la vita. ... Olier si sarebbe di lì in poi impegnato nella formazione del clero. Dopo aver tentato di fondare un seminario a Chartres venne nominato nel 1642 parroco a S. Sulpizio a Parigi. la situazione della parrocchia (150.000 abitanti) era grave da tutti i punti di vista, economico, organizzativo e soprattutto morale. E’ nella veste di parroco che Olier diede il meglio di sé riorganizzando la parrocchia attraverso una capillare opera di formazione catechista e spirituale. E’ durante l’incarico a S. Sulpizio che Olier diresse il seminario che si era organizzato accanto alla parrocchia. Alcune delle iniziative di Olier sono tutt’oggi alla base della formazione pedagogica dei seminari cattolici; divisione degli studenti per età, convivenza con i superiori, esperienze pastorali che integrano l’aspetto formativo. Ritiratosi dall’ incarico di parroco per una grave malattia nel 1652, morì pochi anni dopo. Olier nel suo libro intitolato “Vita interiore della Santissima Vergine Maria, così scrive riguardo alla santissima Vergine: Avendo Dio deciso che il suo figlio dovesse venire nel mondo per la salvezza dell’uomo, Egli annunciò nelle scritture che il Figlio avrebbe preso carne nel seno di una vergine figlia d’Adamo: La beata Vergine Maria, che nel linguaggio misterioso della Scrittura viene definita: NIGRA SUM SED FORMOSA. Nera nell’apparenza del peccato ma bella nell’innocenza della purezza della sua natura, nonostante discendente d’Adamo. Maria infatti fu concepita Immacolata, cioè senza peccato originale. Dio creò la Madre del suo Figlio con uno stato di santità il più perfetto a cui potesse essere elevata un’umana creatura, riempiendola di sé nel momento stesso del suo concepimento e preservandola così dalla malignità della carne e dal peccato originale. Così, dal suo concepimento, Maria diviene, la gioia purissima della Santissima Trinità l’unico oggetto del suo amore in terra. Adamo dopo la perdita della grazia indirizzo l’amore ricevuto da Dio verso sé stesso, traducendolo in un amore egoistico, solo rivolto alla soddisfazione di ogni suo desiderio e inclinandolo così ad ogni sporta di peccato. Nel momento del concepimento di Maria Dio la preservò da tutta questa malignità, Egli santificò la sua carne così che tutti i suoi sensi e le sue inclinazioni non tendessero che a Lui solo, ed essa non vedesse che Lui in tutte le cose. In virtù di questa santificazione Maria non detesterà che il peccato, i suoi desideri saranno la gloria di Dio, il suo timore rivolto a ciò che può dispiacere a Dio e andare contro la Sua volontà, la sua gioia possedere Dio e vederlo amato e onorato, la sua speranza vedersi un giorno pienamente fusa nella sua gloria. Se al momento della creazione di Adamo, destinato ad appartenere a Dio come suo servitore, la Santissima Trinità scelse di farlo a sua immagine, cosa non avrà pensato la Santissima Trinità per Maria, che doveva divenire il Suo capolavoro, doveva appartenergli come la cosa più cara, più amabile, più perfetta che potesse esistere fuori di Dio e per la cui formazione quindi le Persone della Santissima Trinità adoperarono tutto l’amore, tutta la potenza, tutta la saggezza al fine di elevare questa stupenda creatura al più eminente grado di perfezione. Il concepimento di Maria è la rinascita universale di Gesù Cristo che rinnova in lei tutte le nascite precedenti che l’avevano fatto apparire nel corso della storia sotto le forme della giustizia, della forza, della pietà, della dolcezza, della luce e sotto tutte le altre forme di perfezione donate ai santi che si erano succeduti nel corso di milioni di anni. La vergine Maria in qualità di Madre di Dio, riunirà da sola tutte le perfezioni e le grazie di tutti i santi della storia dell’umanità. Questo Divino Spirito comunicato ai Patriarchi prima dell’Incarnazione del Verbo doveva poi essere impresso in tutte le membra di Gesù Cristo ciò che fece dire a San Paolo, che Gesù Cristo è ieri, oggi e sempre: viveva ieri attraverso il suo Spirito nel cuore dei santi, vive oggi nei tempi presenti nella sua Chiesa, vivrà nei secoli, cioè nell’eternità. Dal primo momento del suo Concepimento viene riversato in Maria questo stesso Spirito, con tutte le grazie che possederono e possederanno tutte le anime. In particolare Maria viene associata a Gesù Cristo sacerdote dell’augusto sacrificio che offrirà con Lui sul calvario, a Maria, lo Spirito santo comunicherà, dal suo concepimento, lo Spirito sacerdotale con tutta la grazia delle opere che Essa dovrà compiere, per cui Maria nascerà dalla tribù di Levi da cui venivano i sacerdoti. Le luci che sono concesse a Maria non sono comprensibili agli altri santi, essa vede e considera Dio in sé stessa più chiaramente dei puri spiriti angelici. Maria Lo vede in modo più perfetto nelle opere della creazione di quanto non poté Adamo nello stato d’innocenza, né Salomone dall’alto dei lumi della sua sapienza. Maria vede Dio nella divinità delle tre persone. Nella generazione del Verbo, nell’azione dello Spirito santo, nel mistero dell’incarnazione di Gesù Cristo e della sua Chiesa, di quanto non lo videro Abramo, Davide e gli altri profeti nelle loro visioni, più perfettamente di quanto non lo videro gli apostoli e i più grandi santi della storia cristiana. A questa sconfinata luminosità della grazia che fu riversata in lei Maria corrisponde con un amore per Dio che eccede l’amore di tutti i santi esistiti e che esisteranno, che eccede l’amore di tutti gli uomini creati dall’inizio alla fine dei tempi. Maria racchiude in sé tutti i gradi dell’amore che Dio ha riversato in tutte le gerarchie angeliche, per cui L’arcangelo Gabriele rivolgendosi a Maria la saluterà come la PIENA DI GRAZIA. I fiumi entrano nel mare senza che il mare straripi, così tutte le grazie dei santi entrano in Maria senza che possa straripare, tanto è vasta sconfinata la sua capacità di essere riempita dalla grazia. Maria infatti è continuamente fortificata, elevata e dilatata dallo Spirito Santo che trova nel suo cuore un bacino di obbedienza, e così lo apre e lo dilata a Suo piacimento. Maria è il capolavoro dell’amore di Dio, è ciò che Dio ha saputo fare di più perfetto con una pura creatura, riunendo in lei tutto ciò che si poteva mettere in un essere che non fosse Dio come suo Figlio. Dal suo concepimento Maria non ha compiuto solo tutti gli atti d’amore con tutto il fervore e la perfezione possibile, ma per l’azione dello Spirito Santo ha anche compiuto tutti gli atti immaginabili di virtù nello stesso tempo, quanto alla loro potenza. Maria è il compendio del mistero di Gesù Cristo che comincia a rivelarsi in lei nella misura più alta possibile. Lo Spirito Santo agiva in Maria con tutta la pienezza possibile in una creatura che non fosse unita ipostaticamente alla divinità. Quale splendore nel vedere tutte le lodi, le adorazioni che quest’anima divinamente illuminata, rende a Dio in quel momento, di vedere tutto l’amore di questo cuore, di vedere infine in quest’anima dal suo inizio tutto lo Spirito che Dio effonderà sulla Chiesa. (Dal 1° volume della “Vita interiore della Santissima Vergine Maria” pag. 86 e seguenti, del sacerdote Jean-Jacques Olier fondatore della compagnia di sacerdoti del Santo Supplizio.)
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